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Martedì, 23 Aprile 2024
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Il freddo è arrivato, stare al caldo e risparmiare è possibile con il pellet

Si tratta di combustibile particolarmente ecologico ed economico ricavato da segatura e altri residui della lavorazione del legno. Il risparmio sul riscaldamento è quantificabile da 100 a oltre 1.200 euro annui

Rappresenta ancora un mercato di nicchia, ma il pellet ha un ruolo sempre più di primo piano tra le energie rinnovabili in Italia. Si tratta infatti di un combustibile particolarmente ecologico ed economico, che sta attirando sempre maggiore attenzione su di sé. Letteralmente i pellets sono piccoli cilindri di legno pressato che vengono ricavati da segatura e altri residui della lavorazione del legno. Sono utilizzati come combustibile per stufe di ultima generazione, in sostituzione della legna tradizionale: per produrli, bastano gli scarti prodotti da segherie e falegnamerie e non serve abbattere nuovi alberi. Ma questa è soltanto una delle caratteristiche che lo rendono un mezzo particolarmente amico dell’ambiente. Il consumo d’energia necessario alla produzione e alla distribuzione del pellet partendo da resti secchi del legno è di circa il 2,7% dell'energia finale, ovvero un quantitativo molto minore di quello richiesto dal metano o dal gasolio (circa 10% e 12% rispettivamente) e la percentuale di Co2 che immette nell’aria a seguito della combustione è bassissima.

Questo plusvalore green non incide affatto sulla efficienza della stufa a pellet che, anzi - utilizzabile per il riscaldamento di ogni tipo di ambiente - consente di non avere fuoriuscite di fumo all’interno degli spazi nei quali opera. Ricadute il pellet ne ha invece sul portafogli, e sono decisamente positive. Consente un risparmio sul riscaldamento quantificabile da 100 a oltre 1.200 euro annui a seconda del tipo di impianto che va ad integrare. Inoltre, l’acquisto di stufe e caldaie alimentate con questo combustibile gode di vari tipi di incentivi: c’è innanzitutto la detrazione fiscale del 50%, che raggiunge addirittura il 65% se l’intervento prevede anche la coibentazione dell’involucro e la sostituzione dei serramenti.
Certamente, specie in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, anche questo aspetto contribuisce a rendere sempre più popolare il pellet. 

Oggi in Italia ci sono circa 1,7 milioni di stufe a pellet e circa 50-60 mila caldaie a uso domestico. L’ AIEL - Associazione Italiana Energie Agroforestali – ha registrato nel primo semestre 2013 vendite superiori del 30% allo stesso semestre dello scorso anno, ovvero più del doppio della crescita media degli ultimi anni, che comunque non è mai scesa sotto il 10%. Con 700 milioni di euro di fatturato e 3 mila occupati solo nella produzione di stufe e un giro d’affari di 150 milioni e 2.500 dipendenti per quanto riguarda le caldaie, il settore si conferma saldamente anticiclico. Nonostante questo, si verifica il paradosso per cui gran parte della biomassa utilizzata per la combustione è straniera, mentre i nostri boschi restano spesso abbandonati.

I numeri evidenziano contraddizioni stridenti: il 37% del territorio italiano è a bosco, con una superficie raddoppiata negli ultimi 40 anni, l’Italia è tra i più grandi consumatori di biomasse e la quantità di biomassa per ettaro è in crescita, eppure il nostro Paese, con appena il 24% degli accrescimenti, è il penultimo in Europa per prelievi rispetto agli accrescimenti e si appoggia prevalentemente sull’import. 
Tutt'altro che un vantaggio per i nostri boschi: la valorizzazione della risorsa forestale e la tutela contro incendi, frane e alluvioni passano anche attraverso l’utilizzo efficiente della biomassa legnosa, lo sviluppo di tecnologie sostenibili e la promozione delle capacità industriali italiane. Il bene dell’ambiente non può prescindere da questo.

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