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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Dalle bonifiche alla riconversione: "La ricerca è avanti, indietro la pratica"

A sostenerlo Legambiente, promotrice insieme ad Eni, in collaborazione con l’Università di Roma “La Sapienza" dell'evento Energythink, nel corso del quale sono state presentate le innovazioni scoperte da ricercatori e imprese italiane del settore

Bonificare siti inquinati e riconvertirli a nuove ed ecosostenibili attività industriali. È questa la sfida tecnologica sempre più urgente sulla quale scienziati e ricercatori di tutto il mondo si stanno confrontando. Un processo che, oggi più che mai, è necessario per salvaguardare il nostro territorio e al contempo rappresenta una strategica opportunità di sviluppo e crescita economica. L'Italia è quasi pronta per cogliere questa opportunità: la ricerca è avanti; abbiamo gli strumenti per agire, quello su cui dobbiamo lavorare è la pratica. E' questo il dato più importante emerso dalla VII Conferenza Internazionale Energythink, promossa da Eni e Legambiente in collaborazione con l’Università di Roma “La Sapienza". 

L'evento. Nasce dalla convinzione dei due soggetti promotori che la ricerca sia un elemento essenziale per lo sviluppo del sistema energetico globale e futuro, basato su fonti pulite, economiche e non esauribili. Con Energythink - spiegano Eni e Legambiente - si cerca di portare agli studenti – i potenziali ricercatori e professionisti energetici di domani – le testimonianze di chi, nel mondo, si occupa di ricerca, indicando le strade possibili, i temi più impegnativi, le sfide da affrontare e risolvere. L'obiettivo del progetto è stimolare negli atenei italiani una discussione scientifica di alto respiro sulla ricerca nel campo delle energie rinnovabili e far emergere le nuove opportunità anche occupazionali legate alla "green economy". L'università italiana diventa così lo spazio ideale per sviluppare questo progetto perché questa rappresenta al contempo il luogo della formazione di eccellenza per i ricercatori di domani, l'opportunità di divulgazione scientifica indipendente, l'agorà di confronto e crescita delle classi dirigenti del futuro. 

I partecipanti. I lavori della conferenza Energythink sono stati aperti da Aldo EnergyThink-2Laganà, direttore Dipartimento di Chimica dell’Università di Roma “La Sapienza” e Rossella Muroni, direttore di Legambiente che hanno presentato ai ragazzi i casi di successo, nel campo della riconversione industriale, degli Stati Uniti e della Germania. E' seguito poi un focus sul “caso Italia” e una tavola rotonda nel pomeriggio alla quale hanno partecipato altri esperti del settore.

Le nuove frontiere tecnologiche in Italia. Uno dei maggiori esperti italiani del settore, Marco Petrangeli Papini (Direttore del Master di II Livello in “Caratterizzazione e Tecnologie per la bonifica dei siti Inquinati” all’Università La Sapienza di Roma ) ha presentato un processo innovativo di bonifica delle acque di falda, dal suo sviluppo alla scala di laboratorio, fino alla sua implementazione alla scala industriale e alla presentazione dei risultati del primo test condotto a livello internazionale su un sito fortemente contaminato da solventi clorurati nel nord Italia.  

Come funziona il processo innovativo di bonifica tutto italiano. Generalmente, nelle situazioni di contaminazione delle acque di falda da parte di sostanze quali i solventi clorurati, che rappresentano per il loro utilizzo a livello industriale una delle categorie più frequenti nei siti contaminati, si prevede l’estrazione dell’acqua contaminata attraverso una serie di pozzi, il suo trattamento in impianto esterno e successivo smaltimento in rete fognaria o comunque corpo idrico superficiale (Pump & Treat, P&T). Questo comporta conseguentemente un notevole esborso economico, legato al prolungato emungimento e al trattamento, ed uno spreco della risorsa (l’acqua di falda) rendendo il P&T certamente poco sostenibile sia economicamente che ambientalmente. Questo approccio inoltre non influisce in modo significativo sulle sorgenti di contaminazione ma agisce solo impedendo la migrazione della contaminazione al di fuori del sito. Il processo sviluppato dai ricercatori della Sapienza prevede invece un significativo incremento nella possibilità di mobilizzare contaminanti intrappolati nelle zone meno accessibili delle falde acquifere storicamente contaminate proprio attraverso il sistema di ricircolazione (vedi Figura 1); permette inoltre, attraverso una unità di trattamento esterna appositamente progettata e configurabile in moduli allestibili in container (vedi Figura 2), di rimuovere i contaminanti estratti attraverso processi che, a seconda del  contaminante, possono essere diversi, e consente infine di aggiungere nell’acqua reimmessa i prodotti della fermentazione di un polimero biodegradabile (acidi grassi volatili e idrogeno molecolare) in grado appunto di stimolare in situ la attività biologica naturalmente presente nel sito contaminato.

"Se il processo venisse applicato su tutti i siti italiani, colpiti dal problema delle acque inquinate da solventi clorurali permetterebbe da un lato di non sprecare un'enorme quantità d'acqua durante il suo processo di bonifica - ha detto Papini - e dall'altro un risparmio importante sui costi di gestione che annualmente ammontano a centinaia di milioni di euro". Il vantaggio economico sarebbe dunque doppio: in termini di acqua risparmiata e di costi di gestione drasticamente ridotti. "Il processo - ha concluso Papini - è applicabile a tutti i più grandi siti industriali in Italia che hanno nei decenni generato questo tipo di inquinamento come Porto Marghera, Porto Torres, Priolo e Bussi". 

Attualmente in Italia ci sono 100 mila ettari da bonificare. Secondo Rossella Muroni, il direttore di Legambiente, "nel nostro Paese siamo all'avanguardia nella ricerca, ma molto arretrati sul piano dell'applicazione pratica". "L'auspicio è che il Governo investa sempre più risorse a favore delle bonifiche ambientali", il suo appello alla politica. 

Le attività di bonifica sono state al centro anche dell'intervento dell'ingegnere Giovanni Milani, amministratore delegato di Syndial che le ha definite "un ponte da un attività non sostenibile a una attività sostenibile". "Una volta che il sito é chiuso noi sappiamo tutto su quell'impianto. Quello che non sappiamo é dove vogliano arrivare. Ed è questo, il punto d'arrivo che deve essere chiaro" prima di fare qualunque intervento. "Questo implica come prima cosa capire il territorio dove l'impianto si colloca", ha continuato Milani. "Se l'area é destinata ad un'attività industriale posso tenere qualcosa e quindi devo capire cosa; se devo farci un asilo no. I questi due casi abbiamo tempi di intervento, costi e ricadute diversi sul territorio", prosegue Milani. "Noi di Sindial abbiamo creato un software che ci aiuta a mettere questi fattori insieme e a valutari per fare in modo che le ricadute positive siano al massimo livello possibile", ha concluso l'amministratore delegato. Le conferme di quanto affermato dal presidente di Legambiente non mancano: abbiamo gli strumenti per intervenire e bonificare. Quello in cui facciamo fatica è mettere in pratica queste conoscenze e i motivi sono diversi.

"Siamo ancora ad un livello di emergenza perchè non si riesce a raggiungere un accordo con i territori - spiega Milani - Entro i 2050 dovremmo smettere di usare il nuovo suolo e riutilizzare solo quello che abbiamo già usato" forse questo obiettivo darà una scossa alle amministrazioni interlecutore fondamentale per i privati che devono fare questi interventi per conoscere i territori e confrontarsi con associazioni e cittadini.

L'introduzione degli eco reati punisce anche l'omessa bonifica. "Ci sono voluti 21 anni per far approvare questa legge che ridurrà i problemi ambientali, oggi finalmente chi inquina paga, prima il sistema penale italiano non li considerava e l'impunità era quasi certa", ha detto Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente. "Oggi invece con il quinto degli ecoreati, quello di omessa bonifica, le cose siamo convinti che cambieranno. I processi di risanamento dell'industria italiana avranno finalmente un'accellerata", ha concluso.


 

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