rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Clima

Clima, Legambiente disegna la mappa del rischio nelle città italiane

Lo scopo è evidenziare come il rischio climatico non riguarda allo stesso modo tutto il Paese. Leggere informazioni, immagini e dati sugli episodi è utile, inoltre, a comprendere le possibili cause e individuare delle soluzioni

In concomitanza con la COP 20, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Lima, Legambiente presenta la mappa del rischio climatico nelle città italiane, con l'obiettivo di capire dove e come l’intensità e l’andamento delle piogge, gli episodi di trombe d’aria e delle ondate di calore hanno provocato impatti significativi nel Paese. La mappa è dinamica e sarà periodicamente aggiornata per consentire di leggere informazioni, immagini e dati sugli episodi, comprendere le possibili cause che ne hanno aggravato gli impatti e trovare delle soluzioni. In questa prima elaborazione, sono stati presi in considerazione episodi avvenuti dal 2010 ad oggi. 

Le informazioni registrate. Spulciando la cartina virtuale si può vedere quanti allagamenti, frane, esondazioni, danni alle infrastrutture, al patrimonio storico, stop a metropolitane e treni urbani, chiusura di linee ferroviarie, black out elettrici hanno interessato una città italiana e magari pagonare i dati con quelli di un'altra città. Informazioni anche sulla quantità e intensità dei fenomeni di pioggia.

Alcuni esempi. In merito ai danni al patrimonio artistico provocati dal maltempo navigando si scopre che a Genova, le piogge durante l’alluvione dello scorso 9 e 10 ottobre hanno provocato danni all’Archivio di Stato, alla biblioteca nazionale e al Palazzo Reale mentre a Roma la forte pioggia del 7 novembre ha causato il crollo di parte delle Mura Aureliane.

Per scoprire di più naviga la mappa

Lo scopo. La mappa serve anche ad evidenziare come il rischio climatico non riguarda in modo uguale tutto il Paese. Alcune aree sono più a rischio di altre e quindi in quei territori vanno accelerati gli interventi di messa in sicurezza e di allerta dei cittadini. Inoltre dall'analisi dei fenomeni di maltempo si comprende come questi siano più accentuati tra autunno e inverno, ma avvengono anche nei mesi estivi, quando occorre attrezzarsi anche rispetto alle ondate di calore che, in particolare nelle aree urbane, possono provocare gravi danni e conseguenze in termini sanitari.

 “Le aree urbane sono in Italia quelle a maggior rischio e per questo si deve arrivare quanto prima ad approvare dei veri e propri Piani Clima per affrontare le emergenze e fissare le strategie di adattamento dei quartieri. – ha concluso Zanchini – Del resto un Paese dove l’81,2 % dei comuni è in aree a rischio e con quasi 6 milioni di persone che abitano in zone a forte rischio idrogeologico, occorrono risposte nuove, urgenti e integrate. Le ragioni appaiono scontate, non ultime quelle economiche, con 61,5 miliardi di euro spesi tra il 1944 ed il 2012 solo per i danni provocati dagli eventi estremi”.

"Abbiamo bisogno di nuovi modelli di intervento, in particolare per i centri urbani, per affrontare fenomeni di questa portata. Se è ormai condivisa l’urgenza della messa in sicurezza del territorio, è del tutto evidente che larga parte dei progetti che vengono portati avanti sono inadeguati rispetto alle nuove sfide che i cambiamenti climatici ci pongono con sempre maggiore urgenza. Non è infatti continuando a intubare o deviare i fiumi, ad alzare argini o asfaltare altre aree urbane che riusciremo a dare risposta a nuovi equilibri climatici e ecologici complessi, che hanno bisogno di approcci diversi e di strategie di adattamento capaci di ripensare le politiche urbanistiche e infrastrutturali. E’ proprio in questa direzione che vanno le politiche comunitarie e i piani clima delle città europee, è ora che anche l’Italia e le sue città si muovano in questa direzione", conclude la nota.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Clima, Legambiente disegna la mappa del rischio nelle città italiane

Today è in caricamento