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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lo studio

Cambiamenti climatici, a rischio non solo gli orsi: è strage di animali marini

In 45 anni il loro numero si è dimezzato. A dirlo uno studio del Wwf. Le responsabilità sono dell'uomo che oltre a inquinare il pianeta è stato autore di una pesca sempre più aggressiva

Le popolazioni di mammiferi, uccelli pesci e rettili marini si sono ridotte del 49%  negli ultimi quattro decenni e alcune specie di cui si nutre l'uomo sono state decimate, come tonni e sgombri, diminuiti del 74%. Questi sono i risultati di un studio commissionato dal Wwf e dalla Zoological Society di Londra, che attribuisce la responsabilità della strage alle attività umane, come la pesca indiscriminata, ma afferma che anche il cambiamento climatico ha un impatto. "L'attività dell'uomo ha gravemente danneggiato gli oceani perchè la pesca ha sterminato i pesci più velocemente di quanto potessero riprodursi e ha distrutto i nidi" ha detto Marco Lambertini, a capo del Wwf International.

Il rapporto rileva che i cetrioli di mare, considerati un cibo di pregio in tutta l'Asia, sono diminuiti del 98% nelle Galapagos e del 94% nel Mar Rosso nel giro di qualche anno. Ma nota anche come si siano deteriorati gli habitat, come le foreste di alghe e le coperture di mangrovie, dove molte specie depongono le uova o allevano i piccoli. L'anidride carbonica viene assorbita dagli oceani, rendendoli più acidi e danneggiando molte specie.  Anche il riscaldamento globale ha dunque giocato un ruolo importante. 

Gli orsi polari. A causa del cambiamento climatico, l’Artico sta scomparendo. Il ghiaccio è di vitale importanza per la sopravvivenza di tantissime specie: dalle enormi balene e agli orsi polari. Entro il 2040, solo una piccola quantità di ghiaccio resisterà all'innalzamento delle temperature, il resti si scioglierà. Il Wwf dal 1992 è attivo in Artico per proteggere la “Last Ice Area”, l'area composta dai ghiacci perenni che ancora resistono al surriscaldamento globale e che sono, oggi più che mai, un bene prezioso per l’equilibrio della natura e dell’umanità. Nel mondo sopravvivono ancora solo 20mila orsi polari circa. La loro zona abituale di caccia sta però cambiando rapidamente: a causa dello scioglimento dei ghiacciai gli orsi sono costretti a cercare le prede nuotando di più e sempre più lontano. In questo modo, per sopravvivere, sono sempre più esposti ai bracconieri e al rischio di conflitti con le comunità umane. Il rischio estinzione è duqnue sempre più certo. Solo due mesi fa, un gruppo di ricercatori dell'University del Wyoming lo ha confermato spiegando che "il loro metabolismo è molto simile a quello di altri mammiferi, piuttosto che a quello di animali che vanno in letargo" quindi i plantigradi non si salveranno "sviluppando un sistema di sopravvivenza al rallentatore“ come inizialmente ipotizzato da altri ricercatori ma, purtroppo, moriranno.

La foto dell'orso polare moribondo che sta facendo il giro del web

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