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Giovedì, 25 Aprile 2024
LA CLASSIFICA

ICity Rate 2015: ancora Milano, Bologna e Firenze i capoluoghi più smart

Le tre città mantengono il podio della classifica, realizzata da Forum PA con la collaborazione di Openpolis, conquistato già nel 2014. Ecco perchè

Milano, Bologna e Firenze si confermano le città più smart d’Italia. Lo rivela ICity Rate 2015, l’indagine annuale, realizzata da Forum PA con la collaborazione di Openpolis, presentata oggi a Smart City Exhibition, la manifestazione europea sulle tematiche dell’innovazione nelle città in programma fino a domani a BolognaFiere.  Le tre capolista già nel 2014 vantano ‘performance’ molto diverse l’una dall’altra: Milano registra infatti una ulteriore fuga in avanti, Firenze rincorre velocemente e Bologna è ferma. Sono 106 i Comuni capoluogo sulla base di 150 indicatori statistici presi ad esame.

Il rapporto si arricchisce alla quarta edizione con la dimensione legality: un insieme di dodici indicatori puntuali che vanno a misurare il livello di legalità territoriale. Un cambiamento importante ma necessario che porta l’articolazione del lavoro su sette (e non più sei) dimensioni: economy, living, environment, people, mobility, governance e la new entry legality.

“E’ possibile per una città competere ai diversi livelli nazionali ed internazionali ed assicurare un livello di qualità della vita e del convivere GianniDominici-2sufficiente in un contesto in cui non sono garantiti i principi di legalità e di sicurezza? Evidentemente no ed il problema, storicamente riferito ad alcune aree specifiche del Paese, negli ultimi mesi sta drammaticamente emergendo per la sua pervasività e diffusione anche in territori considerati, fino ad oggi, immuni", commenta Gianni Dominici, direttore generale di Forum PA e curatore della ricerca. 
 
Roma e Milano le due facce del Paese. Spicca il rafforzamento al vertice di Milano che mantiene la prima posizione e passa dai 623 punti dello scorso anno agli attuali 638. Per il capoluogo lombardo viene confermata la supremazia nelle dimensioni economica, living, people (dove è prima) e la buona posizione sui temi dell’ambiente (dove è 24°), della mobilità (dove il 4° posto in Italia lo ottiene anche grazie alla ciclabilità e alla propensione alla mobilità collettiva), della governance (dove è 12°). Metà classifica, invece, per la dimensione Legality dove il 70° posto in Italia è dovuto, soprattutto, alla diffusione della microcriminalità, al numero di giornalisti minacciati e all’incidenza, in provincia, di comuni commissariati. Roma, invece, mantiene posizione sostanzialmente di vertice per le dimensioni economy (3°), people (9°), living (12°) e mobility (18°) ma perde importanti posizioni in governance (34°), environment (85°) e, soprattutto si posiziona al 97° posto per la variabile legality che la fa scendere alla 21° posizione perdendo ben 9 posti rispetto al 2014.
 
TopTenSmartCity2015-2Le piccole città. Da segnalare il ritorno tra le prime dieci di Trento (lo scorso anno 13°) e l’uscita nella top 10 di Ravenna (dal 7° al 13° posto). La prima, premiata soprattutto nelle dimensioni environment e governance (ma con buoni risultati anche in economy e people) la seconda risente di basse performance su alcune dotazioni strutturali (servizi di connessione infrastrutturale, consumo energia, iniziative conferimento rifiuti) ma, soprattutto, risente dei risultati della dimensione legality con gli indicatori relativi alla microcriminalità in città e agli amministratori minacciati. Ma quello che più spicca è che anche quest’anno sei delle dieci città al top non sono città metropolitane ma città di medie dimensioni che però vanno a costituire, di fatto, l’ossatura più robusta del nostro sistema urbano. E non si tratta delle semplice equazione del “piccolo è bello”, basata sui parametri della qualità della vita ma, molto spesso, di risultati che provengono da caratteristiche strutturali importanti. Ad esempio Modena, la prima città tra le aree non metropolitane, è 4° in assoluto in Italia per performance economiche. Posizione raggiunta grazie al secondo posto, in assoluto, per direzionalità (Imprese con 250 addetti o più per 10.000 imprese), il 4° posto per internalizzazione produttiva, il 5° per comportamenti innovativi (imprese start up innovative e contratti di rete per 10.000 imprese). Ma, non solo questo.  Modena è 4° in Italia per la cura dell’infanzia (Indice presa in carico asili nido), 3° per assistenza anziani, 4° per ciclabilità, 3° per partecipazione elettorale, 4° per propensione all’associazione (Numero adesioni ad associazioni e reti di amministrazioni).

Il Sud. La prima città del mezzogiorno in classifica si conferma, anche quest’anno, Cagliari in 60° posizione, che ‘soffre’ per consumo di energia elettrica, dispersione della rete idrica, accessibilità terrestre, partecipazione elettorale e mancanza di strumenti di pianificazione ambientale (le 5 performance peggiori del capoluogo sardo).  Al contrario, le variabili su cui eccelle sono l’incidenza del verde urbano, la propensione alla mobilità collettiva, l’offerta di trasporti pubblici locali, l’attivismo del non profit sui social network. Rimane però, di fondo, un Sud complessivamente in ritardo sia sulle variabili standard sia su quelle legate all’innovazione. Elemento positivo, in questo contesto, il dinamismo degli ultimi anni registrato in alcune città. Ad esempio Lecce è la città che in Italia ha registrato un maggior incremento in assoluto nell’ultimo anno guadagnando - in questa edizione - 68,4 millesimi che le hanno permesso di guadagnare 5 posti in classifica (tanto per fare un paragone Milano, nello stesso arco temporale, ne ha guadagnati 14,9). La città pugliese ha le sue performance migliori nel tasso di imprenditorialità (7° in Italia), nella diffusione di connessione tra le imprese, nell’ impegno nel monitoraggio dell’aria, nella fluidità della mobilità territoriale (ovvero la percentuale di occupati che impiegano fino a 30 minuti per raggiungere il posto di lavoro), nell’offerta di mobilità alternativa. Un dinamismo circoscritto a pochissime città del Sud, che fa però sperare per il futuro immediato. Seguono Pescara al 62° e L’Aquila al 64°, che insieme a Chieti e Bari costituiscono la fascia più avanzata del Mezzogiorno. Napoli è solo 80esima, Matera – capitale della Cultura 2019 – è 77esima, Crotone è fanalino di coda.

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