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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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La plastica non è tutta uguale: più tasse per gli imballaggi più inquinanti

Il Conai ha deciso di introdurre una diversificazione contributiva. L'obiettivo è incentivare l’uso di imballaggi maggiormente riciclabili

"La gestione dei rifiuti è da riformare", ha detto l'Agcm in occasione della presentazione di un'indagine sullo stato della concorrenza nel settore; e il Conai deve fare la sua parte: "Oggi, il contributo richiesto ai produttori di imballagi non rispecchia i costi ambientali, essendo lo stesso per tutti i tipi di imballaggi. Andrebbe aumentato il contributo richiesto per quelli più inquinanti per disincentivare questa produzione e favorire meccanismi virtuosi". 

Il Conai ha preso sul serio il suggerimento e, a distanza di pochi giorni, annuncia il lancio del progetto di diversificazione contributiva per gli imballaggi in plastica. Un passaggio fondamentale, a 18 anni dalla costituzione del Consorzio, che vede il superamento della regola del contributo ambientale unico per le varie categorie di imballaggio dello stesso materiale, premiando l’impegno delle imprese per imballaggi meglio concepiti ai fini della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare.

Cos'è il contributo ambientale Conai. Stabilito per ciascuna tipologia di materiale di imballaggio (acciaio, plastica, carta, legno, vetro), rappresenta la forma di finanziamento attraverso la quale il consorzio ripartisce tra produttori e utilizzatori il costo per i maggiori oneri della raccolta differenziata, per il riciclaggio e per il recupero dei rifiuti di imballaggi. Tali costi, sulla base di quanto previsto dal D.lgs. 152/06, vengono ripartiti “in proporzione alla quantità totale, al peso e alla tipologia del materiale di imballaggio immessi sul mercato nazionale”.

Ecco come verrà modulato il nuovo contributo che riguarda solo la plastica. Tre i parametri fondamentali che verranno presi in considerazione: la facilità di selezione degli imballaggi dopo il conferimento per il riciclo, l’effettiva riciclabilità – valutate sulla base delle tecnologie disponibili industrialmente note – e il circuito di destinazione (domestico o commercio/industria).

Per arrivare a questo importante traguardo sono state analizzate circa 60 tipologie di imballaggi in plastica, e classificate quindi in tre categorie alle quali corrisponderanno altrettanti valori del Contributo Ambientale: godranno dei valori più bassi gli imballaggi maggiormente selezionabili e riciclabili, pagheranno maggiori oneri gli imballaggi più “difficili”.

“Sono orgoglioso del lavoro fatto e del traguardo raggiunto” ha detto Roberto De Santis, Presidente di Conai, “essendo da tempo convinti di come il contributo unico per materiale non premi adeguatamente la ricerca e l’impegno verso imballaggi più orientati all’economia circolare. Abbiamo deciso di cominciare dagli imballaggi in plastica, il materiale più complesso per la varietà delle tipologie e per le tecnologie di selezione e di riciclo; in seguito potremo andare avanti sugli altri materiali”.

La decisione è maturata dopo un complesso, ma necessario, approfondimento con le associazioni delle aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggio ed una campagna di analisi delle aziende produttrici che dichiarano tipologie e quantità dei loro imballaggi. L’implementazione del progetto maturerà presumibilmente entro 12 mesi, dopo il necessario adeguamento dei sistemi informativi ed un periodo di test per le imprese. I differenti valori del contributo verranno definiti dopo tale periodo, segnato da forte volatilità delle quotazioni delle materie prime seconde.

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