Mar del Nord e Baltico inquinati: lo stomaco dei pesci è pieno di plastica

Nel Mare del Nord e nel Baltico la maggior parte degli animali marini hanno residui di plastica nello stomaco. A lanciare l'allarme i riercatori tedeschi dell'autorevole istituto Alfred Wegener che hanno esaminato in due studi diversi il contenuto dello stomaco e dell'apparato digerente di 290 sgombri, sogliole, aringhe e merluzzi che popolano quei mari ed hanno scoperto che gli sgombri riescono ad ingerire più micro plastica rispetto ai pesci che vivono costantemente sul fondo marino come la sogliola. 

"Prevediamo che l'inclusione di plastica nei pesci aumenterà e che si troverà entro il 2050 nell'apparato digerente del 99% di tutte le specie" scrivono i ricercatori.  Questa previsione si basa sul presupposto che la produzione globale di plastica raddoppia ogni 11 anni e, di conseguenza, aumentano anche i rifiuti di plastica in nei mari. Gli scienziati invocano, quindi, un migliore smaltimento dei rifiuti. Un efficace smaltimento dei rifiuti ed un utilizzo sempre più ridotto dei prodotti in plastica monouso è l'unica soluzione anche per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che evidenzia come anche il Mediterraneo non sia esente dal problema.

Le particelle di micro plastica sono state trovate in tutti gli oceani del mondo, dove sono assorbite da uccelli marini, balene e creature sul fondo dell'oceano. Le parti inghiottite possono ostruire il tratto digestivo e costringere gli animali ad un destino tragico: morire di fame. Inoltre, le tossine si accumulano nella plastica che viene ingerita dal pesce che poi viene mangiato dagli esseri umani, segnalano i biologi dell'Alfred Wegener Institute. L'allarme inquinamento porta con sè dunque anche un allarme alimentare.