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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Costa Pacifica, ecco come la nave da crociera diventa sostenibile

La nave è stata protagonista per tre anni di un progetto pilota sui rifiuti e i risultati sono sorprendenti: mettendo in atto alcuni piccoli accorgimenti è stato possibile non solo ridurre la spazzatura prodotta ma anche recuperarla e riciclarla

Ridurre, recuperare e riciclare i rifiuti prodotti a bordo di una nave da crociera si può fare ed è già realtà. E' stato fatto, per la prima volta, sulla Costa Pacifica. La nave del gruppo Costa Crociere è stata protagonista di un progetto pilota partito nel settembre 2011 e conclusosi lo scorso 30 giugno i cui risultati sono sorprendenti: 7.300 chilogrammi di vetro risparmiati e una riduzione enorme delle emissioni di CO2 sostituendo le bottiglie in vetro di acqua minerale (che rappresentavano circa il 50% del vetro presente a bordo) con bottiglie in plastica PET riciclabile, 6.500 vasetti di yogurt in meno per crociera per 33 chilogrammi totali di plastica risparmiata (differenza media 2011/2014) grazie alla sostituzione della plastica con i brik in tetrapak da 1 litro e non finisce qui.

Non meno significative sono state le azioni volte alla riduzione dei rifiuti cartacei: sono stati oltre 1.400 i passeggeri coinvolti attivamente nelle attività di educazione ambientale sull’uso consapevole della carta (Laboratori Creativi e Sustainable Quiz), a cui si aggiungono più di 18 mila dipendenti Costa che sono stati raggiunti da una serie di messaggi di sensibilizzazione elaborati nell’ambito del progetto.

Inoltre l'installazione a bordo di un turboessicatore, un impianto dedicato al trattamento dei rifiuti biodegradabili, ha permesso di riduce il volume del rifiuto senza alterare le caratteristiche proteiche e nutritive del cibo, rendendolo così un potenziale “prodotto” finito che, in un futuro, potrebbe essere rivenduto e/o riutilizzato, oltre che permesso di realizzare delle dimostrazioni su come sia possibile utilizzare l’impianto per il trattamento a bordo di plastica PET e carta, ottenendo semilavorati igienizzati adatti al conferimento in cartiera per il riciclo o utilizzabili come additivi o biomassa.

Il progetto, del valore di 2,7 milioni di euro, e co-finanziato al 50% dalla Commissione europea attraverso LIFE+.

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