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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Dai rifiuti elettronici si recuperano oro e argento: in un anno 15 miliardi di euro

Proprio con lo scopo di erogare informazioni alle piccole e medie imprese sulle nuove tecnologie del settore, ancora sottovalutato, si è svolto il 1° tutorial meeting organizzato presso l’Enea

Il recupero di metalli preziosi dai RAEE è un settore dal grande potenziale economico: 320 le tonnellate d’oro e 7.200 quelle d’argento per un valore di oltre 15 miliardi di euro che si potrebbero recuperare ogni anno dai milioni di tonnellate di rifiuti hi‐tech che si producono nel mondo. Ma ad oggi siamo molto indietro: solo il 15% di questo “tesoro” viene realmente recuperato (fonte ONU). Solo in Europa, ci sarebbero potenzialità economiche per almeno 1 miliardo di euro, innalzando la percentuale di riciclo dall’attuale 33% all’80% delle circa 10 milioni di tonnellate di RAEE prodotte ogni anno.

Proprio con lo scopo di erogare informazioni alle piccole e medie imprese sulle nuove tecnologie del settore la scorsa settimana si è svolto il 1° tutorial meeting rivolto alle PMI, organizzato presso l’ENEA dall’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (AIRI) e dall’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (Unioncamere).

Nel corso del tutorial meeting sono state presentate tre diverse tecnologie sviluppate in realtà di eccellenza della ricerca italiana: le tecnologie e i sistemi di frantumazione e separazione meccanica di prodotti elettronici e schede elettroniche a fine vita per il recupero di metalli preziosi, messe a punto dal Politecnico di Milano; le tecnologie per il trattamento di pirogassificazione di schede elettroniche ai fini del recupero attivo, sviluppate presso il Centro Sviluppo Materiali; le tecnologie per il recupero di materiali di elevato valore da RAEE attraverso tecniche idrometallurgiche di trattamento, in corso di sviluppo presso l’Enea.

Per l’affermarsi di un’industria nazionale del riciclo ad alto valore innovativo occorre superare le barriere all’entrata, dovute sia a un mercato che dipende in misura critica dalla domanda generata dai grandi impianti di trattamento all’estero, sia alle caratteristiche peculiari dell’intera filiera, che va dalla produzione al riciclo. Pesano poi storicamente la mancanza di una progettazione finalizzata al recupero del RAEE e i vuoti della legislazione comunitaria e nazionale. Il recente decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49 (di attuazione della direttiva 2012/19/UE) offre un nuovo quadro di riferimento per collegare gli ambiti più avanzati della ricerca applicata e il mercato potenziale di questi rifiuti.

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