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Venerdì, 29 Marzo 2024
Rifiuti

L'Italia differenzia: +64% di raccolta in 8 anni, crescono anche i costi

Raccogliere l'organico costa 132 a tonnellata. Con trasporto e trattamento si arriva a 242 euro. Cresce la diffusione del porta a porta. Brandolini: "Potremmo essere un esempio europeo ma nel nostro Paese non c'è ancora una coerenza impiantistica"

Cresce la raccolta differenziata in Italia che registra un incremento del 64% in 8 anni, toccando quota 13,4 milioni di tonnellate. In particolare, è l'organico ad andare bene. Crescono anche i costi di raccolta, di trasporto e di trattamento anche se, meno del previsto. A contribuire a questo risultato è stata sicuramente l'evoluzione dei metodi di raccolta, con un forte ridimensionamento della classica raccolta stradale (passata dal 47 al 26%) e una speculare crescita del più costoso porta a porta, che dal 53 balza al 74%. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati più rilevanti dello studio realizzato da Bain & Company per Utilitalia, la federazione che riunisce le imprese energetiche, idriche e ambientali. 

Lo studio. E' stato condotto su un campione d'imprese aderenti a Utilitalia che servono 13 milioni di cittadini raccogliendo un quarto dei rifiuti organici prodotti in tutto il Paese, rappresentativo della realtà nazionale per tipologia, volumi di rifiuti raccolti, distribuzione geografica, dimensioni del bacino d'utenza e popolazione dei comuni serviti. I dati raccolti sono stati messi a confronto con quelli del 2007. Otto anni fa, il costo medio della raccolta era pari a 105 euro a tonnellata. Oggi, invece, il costo medio di raccolta si attesta su 132 euro a tonnellata. Aggiungendo 22 euro a tonnellata per il trasporto e 88 euro per il trattamento si arriva ad un totale di 242 euro.    

Commenta Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia: “La differenziata dell'organico funziona. Le aziende negli anni, hanno fatto di più e con costi minori. Nel nostro Paese, però, non c'è ancora una coerenza impiantistica e non riguarda la solita differenza Nord/Sud. Gli impianti si sono sviluppati bene solo dove c’è stata una programmazione pubblica, cui sono seguiti interventi industriali, pubblici o privati. Potremmo essere un esempio a livello europeo, ma dobbiamo poter contare su un quadro di regole certe. In questo senso dobbiamo leggere in termini molto positivi quanto contenuto in uno decreti Madia, che prevede la nascita dell'Autorità di regolazione, che potrà così definire le regole di supporto al sistema industriale”. 

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