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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Raccolta pneumatici, Italia eccellenza in Europa: il 100% avviato al recupero

Quasi 20 mila tonnellate solo nel 2014. 39mila invece le tonnellate di anidride carbonica che grazie al recupero non sono state immesse nell'ambiente. Numerosi i possibili riutilizzi dai sottofondi stradali alle pavimentazioni sportive fino ad arrivare ai pannelli fonoassorbenti o agli arredi urbani

Sono quasi 20mila le tonnellate di pneumatici fuori uso recuperate in Italia solo nel 2014. Il dato è emerso dal report sulle attività del Comitato di gestione degli pneumatici fuori uso (PFU), presentato presso l'Automobile Club d'Italia, alla presenza del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e del Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani. Il Belpaese rappresenta un vero e proprio caso d’eccellenza a livello europeo.

Alcuni dati contenuti nel report. Le operazioni di ritiro di PFU, effettuate nei 1.365 autodemolitori dai 29 operatori abilitati, sono state 3.231 (+19%) rispetto all'anno preecedente. L’importante crescita riscontrata nel 2014 attesta le sempre maggiori capillarità ed efficienza del servizio garantito dai vari soggetti della filiera su tutto il territorio nazionale. Analizzando i dati territorialmente, i livelli più elevati di raccolta si raggiungono nelle regioni più popolose e in quelle dove maggiore è la presenza di demolitori: Lombardia (2.575 tonnellate raccolte con un incremento del 15,4%), Campania (2.376 tonnellate, con quasi il 9% in più rispetto al 2013) e Lazio (2.341 con un aumento di ben il 56,5%, la variazione più alta in Italia).

Come funziona il sistema di gestione. Nel momento in cui il consumatore acquista un veicolo nuovo, paga anche il contributo ambientale, una voce aggiuntiva indicata in fattura e soggetta a Iva, determinato ogni anno dal Comitato e relativo ai costi di ritiro, trattamento e avvio a corretto recupero degli PFU (92%) e di gestione del sistema informatico e amministrazione del Fondo per la gestione degli PFU (8%). Nel 2014 si è ridotto drasticamente: l’importo, riferito ad esempio a un’automobile, è pari a 3,95 euro per i quattro pneumatici più la ruota di scorta (circa 0,79 euro per pneumatico). I rivenditori, 6.484 in Italia, comunicano, poi, al Comitato attraverso il sistema informatizzato dell’Aci l’avvenuta riscossione del contributo e l’importo equivalente al Fondo. I demolitori accreditati dall’ACI stoccano gli PFU, non ritenuti più utilizzabili. Accumulate almeno 1,5 tonnellate di PFU, fanno richiesta di ritiro gratuito ai operatori abilitati, presenti sul portale del Comitato, che prelevano gli PFU e si occupano delle operazioni di deposito, separazione e stoccaggio temporaneo oltre che del trasporto degli pneumatici alle aziende di trattamento. Qui il 100% di PFU è avviato al recupero di materia. 

Benefici ambientali. Nel 2014 l’avvio al riciclo degli PFU derivanti dai veicoli a fine vita ha consentito di evitare l’emissione di quasi 39mila tonnellate di anidride carbonica equivalenti. Numerosi i possibili riutilizzi del polverino: sottofondi stradali, pavimentazioni sportive, pannelli fonoassorbenti, arredo urbano e decine di altri usi. Infine, il polverino (con diametro molto piccolo) può essere mescolato ad asfalti e cementi migliorandone le proprietà meccaniche.

“Il bilancio di questi due anni di attività rappresenta – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti - una scommessa vinta dall’ambiente e dai cittadini italiani. Il corretto recupero riduce di fatto a zero la possibilità di smaltimenti illegali che negli anni passati hanno disseminato il nostro paese di discariche abusive di pneumatici. Con il riciclo si aprono nuove possibilità e nuovi mercati per le materie prime seconde come il granulato di gomma e l’acciaio che è possibile recuperare. Questo dimostra come attraverso i corretti stimoli, anche normativi, la Green Economy italiana sia capace di costruire sistemi complessi e capillari, riunendo operatori privati,  strutture pubbliche e rappresentanti di cittadini e consumatori e garantendo all’intero Paese un’ulteriore passo avanti verso la sostenibilità”.

“Aci ricopre un ruolo strategico all’interno del Comitato – ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani - perché il legislatore ha perseguito la massima efficienza puntando sul know how ultracentenario dell’Automobile Club d’Italia e sulla tecnologia avanzata del Pubblico Registro Automobilistico. Come capofila di un sistema pubblico-privato modello per il Paese, siamo riusciti a contenere i costi di funzionamento conseguendo la riduzione del contributo a carico degli utenti per lo smaltimento degli pneumatici e un avanzo di fondi che proponiamo di utilizzare per la bonifica di aree contaminate. L’attività del Comitato torna a vantaggio degli automobilisti: con il materiale riciclato dagli pneumatici si produce anche un asfalto con più grip e più duraturo di quello ottenuto da altri materiali, più fonoassorbente e con minore resistenza al rotolamento”.

“Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto finora – ha sottolineato Vincenzo Pensa, Presidente del Comitato PFU – perché i dati contenuti nel report scattano una fotografia incoraggiante della gestione degli PFU da veicoli a fine vita in Italia. Il sistema lavora a pieno regime, il contributo per i consumatori diminuisce e si sta rafforzando l’industria del riciclo grazie a flussi di rifiuti costanti che consentono alle aziende di investire in tecnologia e Ricerca & Sviluppo”.

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