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Martedì, 23 Aprile 2024
Rifiuti

Nonostante la recessione, il riciclo cresce: "Scoraggiare lo smaltimento in discarica"

Il dato emerge dal rapporto annuale "L'Italia del riciclo" presentato questa mattina a Roma: gli imballaggi crescono del 2% nel 2014 rispetto al 2013; bene anche la gestione d'organico e degli pneumatici

L'industria del riciclo dei rifiuti si conferma un pilastro della circular economy, continua a crescere nel comparto degli imballaggi (nel 2014 il 66% è stato avviato a riciclo, +2% vs 2013), in quello dei Raee, in quello della gestione della frazione organica e degli pneumatici.

I rifiuti importati dall'Italia nel 2014 hanno poi raggiunto 5,9 milioni di tonnellate, in gran parte costituiti da rottami ferrosi, mentre 3,8 mln di tonnellate sono stati quelli esportati. Il paradosso è che 450 mila tonnellate di rifiuti importati (circa l'8% di quelli trasportati nel nostro Paese per essere trattati) equivalgono, per volume e tipologia, a rifiuti italiani spediti all'estero, con costi per noi spesso esorbitanti.

Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello studio annuale "L'Italia del Riciclo", il Rapporto promosso e realizzato da Fise Unire (l'Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, tenutasi stamattina nel corso di un convegno a Roma. 

"Il Rapporto evidenzia come il riciclo in Italia sia riuscito a resistere alla recessione prolungata restando competitivo - ha dichiarato Anselmo Calò, Presidente di Unire -. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi sui cambiamenti climatici appena concordati a Parigi, il riciclo di materia può svolgere una funzione fondamentale dovuta al risparmio di energia nella produzione di materie prime e quindi alle emissioni di CO2 evitate. Per far questo è necessario scoraggiare lo smaltimento in discarica e migliorare la qualità dei materiali raccolti, nonché razionalizzare e semplificare il contesto normativo. Anche in considerazione della discussione sul nuovo pacchetto sull'economia circolare, è necessario superare i punti non chiari e conflittuali fra le diverse legislazioni, in modo da agevolare il riciclo di materiali che non comportano rischi ambientali effettivi".

Per Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, "sia pure in modo non omogeneo, perché permangono zone di arretratezza in alcune Regioni, il sistema del riciclo dei rifiuti in Italia è ormai decollato con numeri di livello europeo". "Ora però - ha aggiunto Ronchi -, con le modifiche proposte dalla Commissione europea a tutte le Direttive sui rifiuti e, a fronte dei nuovi obiettivi di riciclo più impegnativi al 2025 e al 2030, sarà necessario recuperare anche le zone ancora arretrate, aumentare e migliorare le raccolte differenziate, procedere a rafforzare industrializzazione e innovazione nel settore". 

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