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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Rifiuti, arrivano i 'BioComp': 100 mini-impianti di compostaggio per mense e scuole

Ama ed Enea hanno firmato un Accordo che dà il via alla sperimentazione dei macchinari per il trattamento dei rifiuti organici a 'Km 0'. Il 'progetto pilota' nel centro dell'Agenzia a Casaccia. "Entro il 2016 la diffusione in tutti i quartieri di Roma"

Entreranno rifiuti, uscirà compost utile per fertilizzare giardini, ville storiche o per l'impiego in agricoltura. Il tutto a 'Km 0'. Si chiamano 'compost di comunità', piccoli macchinari, rispetto ai grandi impianti di trattamento, che Ama punta ad installare presso mense di scuole, uffici e hotel della Capitale a partire dal prossimo anno. La novità è contenuta in un Accordo Quadro sottoscritto oggi fra il commissario dell'agenzia di ricerca scientifica Enea, Federico Testa e il presidente di Ama Daniele Fortini alla presenza dell'assessore all'Ambiente capitolino Estella Marino. 

L'obiettivo è quello di arrivare ad installare nel corso del 2016, 100 di questi 'BioComp' con un investimento da parte dell'azienda capitolina di 5 milioni di euro. In totale, con questo sistema di 'compostaggio diffuso' si stima saranno 80 le tonnellate di rifiuti avviati a compostaggio da ciascuna utenza, “pari a un impianto da 10 mila tonnellate all'anno” ha confermato Fortini. 

Prima però verrà testato il 'processo pilota'. Ovvero il macchinario verrà installato nel centro Enea di Casaccia, e un successivo nella sede dell'azienda sul Lungotevere, per una prima sperimentazione e redigere un 'manuale d'uso' con le caratteristiche tecniche e tutte le informazioni relative al suo utilizzo in sicurezza. Solo una volta assunte queste informazioni Ama procederà alla gara per l'acquisto dei macchinari: “Ci sono più di dieci imprese in grado di produrre questi macchinari in Europa. Per selezionare il nostro fornitore bandiremo una gara pubblica che comprenda anche la manutenzione”.

Oltre al 'manuale di utilizzazione' Enea effettuerà il monitoraggio delle attività svolte e produrrà materiale per i corsi di formazione previsti nelle attività congiunte. Ama invece prenderà accordi con le amministrazioni aziendali, condominiali e scolastiche per le attività di promozione del compostaggio domestico. In particolare verrà richiesta la collaborazione dei Municipi per trovare l'adeguata collocazione dei 'BioCamp' garantendone l'operatività giornaliera e l'accessibilità. Ama inoltre assicurerà le analisi del compost prodotto presso laboratori certificati. 

Ma cosa sono e come funzionano i 'BioComp'? Si tratta di macchinari di dimensioni ridotte e costi contenuti, tra i 20 e i 30 mila euro, che possono essere installati anche internamente alle strutture selezionate destinati a lavorare 'sul posto' rifiuti organico, come gli scarti delle mense ma anche sfalci e potature vegetali. Il macchinario lavora il rifiuto con un processo elettromeccanico, quindi né chimico né termico. Una sorta di pistone lavorerà a bassa temperatura il materiale inserito per un ciclo che, a seconda dei diversi tipi di processi, potrà durare dai 30 ai 60 giorni. Il risultato: terriccio fertilizzante. 

IL VIDEO - Ecco come funziona un 'BioComp'

“Questa mattina abbiamo firmato un accordo quadro con Ama per ragionare sui possibili usi di processi tecnologici sostenibili sia dal punto di vista ambientale sia economico” ha spiegato Testa. “L'attivazione di questi processi ci permettono di valorizzare una vera e propria ricchezza, ovvero il rifiuti. Ma per farlo c'è bisogno di tecnologia e di scienza”. Ecco quindi che l'accordo permette a un centro “come l'Enea, che da anni lavora in questo campo, di lavorare a fianco dell'Ama e sperimentare nuove tecnologie”. 

“Oggi nasce una partnership tesa a implementare una ricerca scientifica che possa essere impiegata anche per applicazioni industriali” ha commentato Fortini. “Il progetto in questione ci permetterà di mettere in campo soluzioni alternative che ci permetteranno di risparmiare in termini economici e avranno anche un risvolto positivo dal punto di vista ambientale dal momento che verranno abbattute le emissioni di Co2 legate al trasporto su gomma e ridotta la necessità di ricorrere al trattamento in grandi impianti”. Questa iniziativa “insieme a quella avviata nei mesi scorsi dell'ecoasfalto, consentirà di aumentare per i cittadini la percezione che il rifiuto è una risorsa”. E ancora. “Fare si che siano gli stessi cittadini, sempre più consapevoli, a dare il via alla prima fase della lavorazione del rifiuto. In questo senso ragioneremo anche a 'premiare' chi collabora”. 

“Il progetto presentato questa mattina fa compiere un ulteriore passo avanti alla città e porterà presto a fare di Roma un soggetto al quale guardare in positivo invece che come il fanalino di coda che è stata per tanti anni” ha commentato Estella Marino.  Poi ha aggiunto: “Credo nel valore aggiunto di accordi tra un ente territoriale e la sua municipalizzata e centri di ricerca, in questo caso un'agenzia nazionale, per trovare soluzioni e fare compiere un passo avanti a tutti, alla ricerca e alla città". Il rifiuto umido, ha aggiunto l'assessore “è una criticità per Roma perchè non abbiamo impianti di compostaggio, eccetto Maccarese che tratta meno di 1/5 dell'umido raccolto. Il compostaggio di comunità è una dimensione intermedia. In questi due anni ho avuto diverse richieste dal territorio e dalle aziende agricole di provare ad avviare questa sperimentazione, abbiamo anche sollecitato la Regione che sta lavorando sul regolamento e le abbiamo messo a disposizione il lavoro che si sta facendo come contributo all'avvio del compostaggio di comunità” ha concluso. (da Roma Today)

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