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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Denaro in cambio di rifiuti: ripristiamo il "vuoto a rendere", parte la petizione

Una volta si faceva in Italia e si fa ancora in gran parte d'Europa. L'idea è di Rossano Ercolini, coordinatore del Centro di ricerca Rifiuti Zero: "Consentirebbe di sottrarre risorse preziose al costoso ciclo dei rifiuti, con significativi risparmi ecologici ed economici"

Fino a molti anni fa, il vuoto a rendere, era una pratica diffusa in Italia: i consumatori riconsegnavano al fornitore un contenitore ormai vuoto e, in cambio, ricevevano una piccola somma di denaro. Questa buona abitudine è ancora oggi diffusa in molti Paesi dell'Unione europea. A casa nostra, invece, le cose sono cambiate. Scrive Rossano Ercolini, il primo nel Belpaese ad adottare la strategia Rifiuti Zero: "le lobby dell'imballaggio plastico in primis hanno fatto di tutto perché il vuoto a rendere venisse 'abrogato', in nome di un 'usa e getta' non più giustificabile né sul piano etico né su quello economico".

Rossano Ercolini, maestro elementare a Capannori, un piccolo comune della Toscana, in provincia di Lucca, nell'aprile del 2013, per l'impegno messo in campo nella lotta ai rifiuti, ho vinto il Goldman Environmental Prize e ed è stato invitato, dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, alla Casa Bianca. 

"Sono fortemente convinto che è solo con l'impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore", scrive su Change.org, dove ha lanciato una petizione per ripristinare la pratica del vuoto a rendere.

"La reintroduzione del vuoto a rendere (non solo per le bottiglie e il barattolame in vetro, ma anche per i contenitori in plastica Pet e per le lattine ferrose e in alluminio) - spiega - consentirebbe di sottrarre risorse preziose al costoso ciclo dei rifiuti, con significativi risparmi ecologici ed economici: tutte spese attualmente a carico dei cittadini. Si pensi che il solo recupero delle bottiglie di vetro, attraverso la sterilizzazione, consente un risparmio di energia 60 volte maggiore rispetto alla produzione di nuove bottiglie".

"Questa proposta trova già un primo varco nelle normative vigenti, che dal settembre 2014, nell'ambito della legge di stabilità, prevedono - seppure in via sperimentale - formule di ripristino del vuoto a rendere, limitatamente però alle sole bottiglie in vetro di acqua minerale e birra. La normativa in oggetto prevede che passati sei mesi dalla citata approvazione dovranno essere messi in atto i primi progetti pilota. Con la presente petizione chiediamo che questi progetti siano interpretati in modo più estensivo, includendo, oltre al vetro, anche le altre tipologie di imballaggio. In questo modo la riduzione dei rifiuti sarebbe drastica, con grande risparmio di materia ed energia", conclude. Già in discussione alla Camera la proposta di legge Rifiuti Zero che va nella stessa direzione, quella di ridurre l'immondizia.

Al momento sono 9.168 i sostenitori della petizione, lanciata tre giorni fa. Mancano ancora 832 firme per raggiungere quota 10mila.

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