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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Serr, meno rifiuti in 10 mosse

Bastano poche e semplici azioni per una gestione sostenibile e circolare delle risorse. Ecco la guida realizzata dall'Associazione Comuni Virtuosi

"Se non affronteremo il problema dei rifiuti a partire dal modello economico che li genera, applicando politiche fiscali che incentivino le soluzioni in cima alla gerarchia di gestione dei rifiuti (prevenzione, riuso e riciclo) rischiamo di ritrovarci con discariche piene nel giro di due anni e mancare il raggiungimento degli obiettivi di riciclo comunitari". Ad accendere i riflettori su un argomento caldo è l’Associazione Comuni Virtuosi in occasione dell'apertura della Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti che ha preso il via sabato 22 novembre.

Per evitare l'emergenza l'associazione rilancia la campagna "Meno rifiuti più benessere" in 10 mosse, giunta alle terza edizione, il cui obiettivo è ridurre l'impatto ambientale degli imballaggi e promuovere soluzioni adatte all'uso multiplo (invece che usa e getta). Ai produttori e utilizzatori di imballaggi viene chiesto di immettere nel sistema produttivo una maggioranza schiacciante di imballaggi facilmente riciclabili in impianti di prossimità e di impiegare materia riciclata post consumo per generare nuovi prodotti al posto di materia vergine. Anche la Commissione Europea ha adottato lo scorso luglio alcune proposte intese a sviluppare un'economia più circolare in Europa e a promuovere il riciclaggio negli Stati membri. Le misure proposte prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili.

“Partecipiamo con convinzione alla SERR, la campagna che più di ogni altra promuove la prevenzione del rifiuto, con questa nostra iniziativa che ha la particolarità di portare direttamente al tavolo del mondo produttivo e distributivo il punto di vista degli enti locali e dei cittadini dal 2012. I comuni si trovano a pagare dei servizi per la raccolta dei rifiuti e imballaggi che sono in continuo aumento. Stiamo aspettando da anni una strategia nazionale per i rifiuti che, attraverso normative e politiche fiscali lungimiranti, metta al centro la prevenzione dei rifiuti e una loro valorizzazione come risorse. Intanto cittadini e enti locali devono subire le conseguenze di un modello produttivo che prevalentemente esternalizza i costi relativi al ciclo di vita dei prodotti fabbricati (fine vita incluso), senza avere alcuna voce in capitolo. Qualcuno dovrà pur cominciare ad assumersi la responsabilità per il proprio ruolo. Ai comuni spetta il compito di realizzare una raccolta differenziata spinta e di qualità, tuttavia, essendo il riciclo un processo industriale, il ruolo che l'industria assume scegliendo tra una progettazione responsabile - o meno - è imprescindibile” spiega Silvia Ricci responsabile campagne dell'ACV. 

Le dieci mosse:

1) Ripensare e innovare i prodotti del domani con un visione di sistema (design sistemico). La progettazione sistemica parte dall'individuazione del bisogno primario e dalla funzione che un prodotto o servizio devono soddisfare eliminando o riducendo al minimo gli impatti negativi come la produzione di rifiuti o inquinamento. Anche l'imballaggio diventa uno strumento per la sostenibilità delle merci e per la sostenibilità complessiva del prodotto. 
 
2) Minimizzare l'impiego di imballaggi, ridurre all'essenziale quelli necessari, eliminare il sovraimballaggio e alcune  tipologie di componenti accessorie che impediscono un riciclo ecoefficiente. Tra gli esempi di imballaggi superflui più comuni ci sono le confezioni di cartoncino che contengono dentifrici (o altri prodotti di detergenza) e gli involucri che avvolgono confezioni multiple di prodotto (dal caffè all'acqua minerale) e le fascette per richiudere le confezioni di prodotti da forno, i tappi di plastica a vite impiegati nelle confezioni di bevande in tetrapack (anche termosaldati),  i tappi non removibili dei vasetti in vetro delle spezie. Entrambe le tipologie costituiscono uno spreco evitabile. Anche quando le componenti sono facilmente separabili non è affatto automatico che vengano separate e conferite in flussi diversi a seconda del materiale dagli utenti.

3) Sostituire gli imballaggi non riciclabili o difficilmente riciclabili. 

4) Promuovere l’uso di contenitori a rendere in vetro o plastica infrangibile anche attraverso la partecipazione a progetti pilota territoriali realizzati in collaborazione con altri stakeholders. 

5) Utilizzare ove possibile materiale riciclato per realizzare prodotti e packaging al posto di materia vergine.

6) Adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli imballaggi che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al consumatore il grado di riciclabilità dell’imballaggio stesso. Tale informazione andrebbe posizionata sull'imballaggio accanto alle istruzioni sul conferimento per la raccolta differenziata. Il contributo ambientale che le aziende utilizzatrici di imballaggi pagano (per sostenere i costi della loro raccolta a fine vita) dovrebbe essere agganciato al grado di riciclabilità. Più alto quindi per gli imballaggi che non sono riciclabili. Per la plastica è stato lanciato a livello europeo un sistema chiamato Recyclass™ all'edizione 2014 della fiera Interpack.                                                                                                                   

7) Introdurre nel proprio assortimento quote significative di prodotti a basso impatto ambientale comunicandone nei punti vendita il valore aggiunto per orientare il mercato in senso ecologico, così come previsto dalla Politica Integrata di Prodotto (IPP). 

8) Utilizzare imballaggi secondari e terziari riutilizzabili. 

9) Rendere disponibile nei punti vendita un'offerta articolata di prodotti che possono essere acquistati con contenitori portati da casa all'interno di un format accattivante per promuovere il riutilizzo degli imballaggi. 

10) Introdurre nell'assortimento quote crescenti di prodotti adatti all'uso multiplo provvisti di ricambi/parti intercambiabili o ricaricabili.

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