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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Contromano con le biciclette? L'Italia dice no, la Fiab e i Comuni insorgono

E' permesso in molti Paesi europei ma non lo sarà da noi. La Commissione Trasporti della Camera lo scorso 5 agosto ha accolto un emendamento presentato da Scelta Civica che spazza via il cosiddetto 'senso unico eccetto bici'. Associazioni e assessori alla mobilità di Milano, Torino e Bologna non apprezzano

Niente da fare: i ciclisti non potranno pedalare in senso inverso a quello delle auto. La proposta è stata spazzata via da un emendamento presentato da Scelta Civica e accolto dalla Commissione Trasporti della Camera lo scorso 5 agosto e le associazioni, Fiab in primis, criticano la decisione del Parlamento. La norma non riguardava tutte le strade, ma solo le aree dove il limite per le automobili è già di trenta chilometri orari, con una carreggiata larga più di quattro metri e sempre a discrezione del sindaco ma nonostante questo non è stata approvata.

Insorge la Federazione italiana amici della bicicletta: "Il 'controsenso ciclabile', infatti, è già adottato con successo in moltissime città europee, non è pericoloso se correttamente regolamentato e, inoltre, incentiva notevolmente l'utilizzo della bicicletta per gli spostamenti all'interno dei centri urbani. I dati, di cui nel nostro Paese non sembra sia importante tenerne conto quando si devono prendere delle decisioni, ne sono una conferma. Un esempio per tutti il caso Bruxelles dove sull'85% delle strade a senso unico presenti in città - pari a ben 400 km - è ammesso il "controsenso ciclabile". Secondo uno studio avvenuto nell'arco di tre anni, il 95% degli incidenti occorsi ai ciclisti nella capitale del Belgio è avvenuto su strade prive di "controsenso ciclabile" e solo il 5% su strade che prevedono il "senso unico eccetto bici"(e che rappresentano il 25% del totale delle strade). Di questo 5%, inoltre, solo la metà procedeva 'controsenso'", spiega in una nota.

Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale Fiab commenta: "Sorprende non poco che, proprio in pieno agosto, sia stato votato questo provvedimento quando molti sono in vacanza e magari, come me, in bicicletta. Spesso i ciclisti sono considerati un'utenza vulnerabile che, più di altri, patisce i comportamenti scorretti sulla strada, ma non per questo meno attenta sul piano legislativo. Chiedo a tutti coloro che, all'interno delle istituzioni, hanno a cuore il tema della mobilità sostenibile, di non schierarsi da una parte o dall'altra, ma di unire le forze in maniera trasversale affinché, in ogni occasione, si possa arrivare a regole sensate e condivise per lo sviluppo di città più vivibili. Auspichiamo, infine, di poter avere anche in Italia una normativa che, in tema di mobilità ciclistica, riavvicini il nostro Paese all'Europa".

Lo pensano anche gli assessori alla mobilità di Milano, Torino e Bologna che, affinchè si prendano dei provvedimenti che agevolino la mobilità ciclabile, hanno scritto una lettera al ministro Lupi.

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