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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Cosa sono gli "Nft", ovvero i "token non fungibili" e perché tutti ne parlano

Gli "Nft" sono risorse "uniche nel loro genere" nel mondo digitale che possono essere acquistate e vendute come qualsiasi altro oggetto di proprietà, ma non hanno una propria forma tangibile. Sebbene ciò possa risultare non immediato alla comprensione o quanto meno aleatorio, il guadagno è stato tutt'altro che "non fungibile" per molti artisti, musicisti e influencer...

Dopo che la scorsa settimana la casa d'aste Christie's ha venduto la prima opera d'arte "Nft" - un collage di immagini dell'artista digitale Beeple per l'enorme cifra di 69,3 milioni di dollari - hanno improvvisamente catturato l'attenzione del mondo: l'ultimo fenomeno delle criptovalute è ormai mainstream ed è acronimo di "token non fungibili". 

Cosa significa? Che è possibile comprare la proprietà di un'opera digitale e altri oggetti da collezione, che si trasformano così in risorse uniche e verificabili, facili da scambiare sulla blockchain, il database digitale alla base delle criptovalute come bitcoin ed ethereum; questi ultimi sono fungibili, il che significa che possono essere sostituiti o scambiati con un altro identico dello stesso valore, proprio come una banconota da un dollaro. In economia, infatti, un bene fungibile è un'unità che può essere scambiata.

Gli "Nft" sono invcece risorse "uniche nel loro genere" nel mondo digitale che possono essere acquistate e vendute come qualsiasi altro oggetto di proprietà, ma non hanno una propria forma tangibile. I token digitali possono essere pensati come certificati di proprietà per risorse fisiche o virtuali, che consentono di affermare i diritti sull'opera, la quale solitamente assumere la forma di GIF, tweet, figurine (e gattini) virtuali, immagini di oggetti fisici o anche skin per videogiochi.

Sebbene ciò possa risultare tutt'altro che semplice da comprendere o quanto meno aleatorio, il guadagno è stato tutt'altro che "non fungibile" per molti artisti, musicisti e influencer grazie agli investitori desiderosi di possedere versioni "Nft" di immagini digitali. Mentre il "Time" sta per mettere all'asta tre "Nft" ispirati a una delle copertine più iconiche di sempre oltre una copertina originale creata appositamente per l'asta, il primo tweet di Jack Dorsey - un cimelio tecnologico che risale al 21 marzo 2006 - è stato venduto a 2,5 milioni di dollari, un video clip di una schiacciata di James LeBron a 200.000 dollari e una GIF "Nyan Cat", peraltro di dieci anni fa, a 600.000 dollari.

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Ma come si spiega questo fenomeno? "Parte di questo interesse proviene da persone che amano sostenere il lavoro di creatori indipendenti acquistando le loro opere", ha detto alla CNN Mike Steib, CEO di Artsy. "Altri sono incuriositi dall'idea di catturare una risorsa digitale e rivendicarne la proprietà. I ​​recenti record dei prezzi principali per gli "Nft" sembrano essere stati in gran parte guidati da cripto milionari e miliardari di nuova creazione che cercano di diversificare le loro partecipazioni di bitcoin e altro interesse per l'ecosistema crittografico". 

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