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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Video, musica, gaming: il futuro dei media è lo streaming tra contenuti esclusivi e abbonamenti low cost

Se secondo la società di analisi "Digital TV Research", i ricavi globali di film ed episodi di serie TV online potrebbero raddoppiare dal 2019 al 2025, passando da 83 a 167 miliardi di dollari, anche il mercato musicale ha ricominciato a crescere, grazie al successo di piattaforme come Spotify e Apple Music

Dopo anni di crescita stellare, il boom dello streaming dovrebbe continuare grazie a un aumento della domanda globale di video: secondo la società di analisi "Digital TV Research", i ricavi globali di film ed episodi di serie TV online potrebbero raddoppiare dal 2019 al 2025, passando da 83 a 167 miliardi di dollari. Solo quest’anno, del resto, è previsto un aumento di circa 16 miliardi di dollari. Il mercato complessivo della TV online è costituito da vari segmenti, il principale dei quali è il video on demand su abbonamento, offerto per esempio da Netflix, Disney e Amazon Prime Video. "Digital TV Research" prevede che i ricavi globali dei servizi su abbonamento raddoppieranno nei prossimi anni, aumentando di 50 miliardi di dollari tra il 2019 e il 2025, per raggiungere la cifra complessiva di 98 miliardi di dollari.

Il mercato dello streaming, noto anche come mercato "OTT" (over the top), si riferisce a tutti i tipi di servizi e contenuti multimediali offerti ai clienti direttamente online, bypassando le reti e piattaforme televisive tradizionali via cavo, banda larga o satellite. Esso quindi include non solo i sempre più diffusi servizi su abbonamento, ma anche servizi di streaming musicale e videogames.

Uno dei principali elementi a sostegno della domanda di servizi in streaming è la loro convenienza. I clienti possono facilmente abbonarsi, o disdire l’abbonamento online e i contenuti sono sempre disponibili. Gli abbonati possono guardare ciò che vogliono, dove e quando è congeniale, utilizzando il loro dispositivo preferito. Questa possibilità sta diventando sempre più importante per i clienti, in particolare per le generazioni più giovani. Un altro fattore decisivo a favore della domanda, in particolare per i servizi su abbonamento, è il costo. I fornitori di servizi in streaming addebitano ai loro clienti tariffe mensili relativamente basse, rispetto alle reti via cavo e ai canali di distribuzione più tradizionali, che vendono DVD o biglietti per le sale cinematografiche. Questo fattore è molto importante, soprattutto se considerata la qualità relativamente elevata dei contenuti offerti da queste piattaforme.

Nel corso degli anni, le principali piattaforme di servizi in abbonamento hanno fatto notevoli sforzi per offrire una selezione molto ampia, spesso esclusiva, di film, serie e documentari di tendenza. Per distinguersi dalla concorrenza, queste piattaforme sono dovute entrare nel business della produzione. Netflix è stata la prima piattaforma a perseguire questa strategia, con il lancio della serie “House of Cards” nel 2013. Da allora, le altre piattaforme hanno seguito la stessa strategia: produrre contenuti esclusivi per i loro abbonati. I contenuti premium, che prima erano distribuiti attraverso i cinema o i canali televisivi tradizionali, adesso sono sempre più disponibili direttamente su queste piattaforme. Le misure di lockdown imposte dal Covid-19 hanno garantito che la maggior parte dei consumatori rimanesse a casa, accelerando ulteriormente questo cambiamento. Il “taglio del cavo” (ossia il processo di migrazione) è aumentato, indicando che è improbabile che questi clienti ritornino alle loro tradizionali abitudini di fruizione nel prossimo futuro.

Per la musica registrata, l’avvento dello streaming è riuscito a risollevare un mercato in procinto del collasso. Il consumo di musica, che in passato ruotava intorno alla vendita di dischi, CD e DVD, ha iniziato a diminuire rapidamente con l’arrivo di Internet. Questo è avvenuto principalmente perché i ricavi dai download non riuscivano a compensare la caduta verticale di quelli relativi alle registrazioni in studio. Ma dopo anni di contrazione, il mercato musicale ha ricominciato a crescere nel 2015, grazie al successo di piattaforme come Spotify e Apple Music. Oggi è vicino ai livelli del 2002-2003. Nel 2019, lo streaming ha rappresentato il 56% del mercato totale della musica registrata in tutto il mondo. Lo streaming non solo ha arginato il calo del consumo di musica, ma i consumatori sono nuovamente disposti a pagarla, dato che la facilità d’uso e le vaste librerie offrono un valore tangibile rispetto a tariffe mensili solitamente basse. Le piattaforme di streaming stanno ampliando la loro offerta al di là della musica, aggiungendo molte altre tipologie di contenuti audio, quali podcast e audiolibri, per attirare un pubblico ancora più ampio.

Oltre ai video e alla musica, il concetto di streaming sta diventando sempre più importante anche in altre aree. I giochi online basati su abbonamento, dove i giocatori si iscrivono a un sito per accedere a una selezione di videogiochi dal proprio computer, smartphone o tablet, ne sono un perfetto esempio. Siamo ancora nelle prime fasi del gaming basato sul cloud, e i problemi di latenza (del segnale) tendono ancora a influire sull’esperienza dell’utente per i giochi multiplayer. Tuttavia, la velocità della banda larga è destinata ad aumentare nei prossimi anni, quindi è probabile che sia solo una questione di tempo prima che lo streaming di videogiochi possa davvero decollare. 

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