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Martedì, 23 Aprile 2024
Startup e dintorni

"Digital Work City”, la "città" smart working in cui si incontrano e aziende e professionisti in cerca di lavoro

Un ecosistema digitale che permette l’incontro tra aziende con necessità molto specifiche e professionisti, segue il processo in remoto dall’inizio alla fine, inclusi gli aspetti contrattuali e contributivi: “Digital Work City” è sviluppata dalla startup "White Libra", che ha appena siglato un primo round di finanziamento di quasi 1,2 milioni di euro

Proporre progetti e selezionare team, individuare opportunità in corso, scegliere servizi di formazione e welfare: sono queste alcuni degli strumenti che offre “Digital Work City”, la piattaforma di smart working che aggrega domanda e offerta, messa punto da White Libra, che si definisce “startup per l’innovazione del lavoro”. Ma cosa significa “innovazione del lavoro” per i propulsori del progetto? “Innovazione del lavoro per noi è porre al centro della dinamica le persone - spiega Nicolò Boggian, founder con Michele Zonca - le quali grazie al digitale stanno sperimentando una grande libertà nei consumi: sempre più vorranno applicare la stessa libertà anche sul lavoro, soprattutto coloro che hanno tutti gli strumenti per essere competitivi sul mercato dal punto di vista professionale”.

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Nicolò Boggian, founder e CEO di White Libra
 

Del resto, a seguito del dilagare della pandemia di Covid-19, lo smart working sta delineando un orizzonte completamente rivisitato: sono dati molto recenti quelli della ricerca dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che individua un imminente New Normal del lavoro in cui quasi un terzo dei dipendenti farà lavoro agile. “L’organizzazione aziendale tradizionale deve necessariamente trovare nuove vie per essere produttiva, evolvendo l’organizzazione interna in modo positivo. Questa situazione non durerà per sempre, alcuni cambiamenti però vanno affrontati: ciò che noi proponiamo è farlo attraverso un sistema produttivo collaborativo”, sottolinea il sociologo Boggian, che ha lavorato più di dieci anni nella ricerca e selezione del personale.

La difficoltà di incontro tra aziende con determinate necessità - molto specifiche e con incarichi da offrire per brevi periodi - e professionisti alla ricerca di opportunità lavorative nasce dall’assenza di un ecosistema digitale che segua il processo di costituzione di team di lavoro in remoto dall’inizio, nell’incontro tra esigenze e disponibilità, alla fine, inclusi gli aspetti contrattuali e contributivi, fatturazione e pagamenti: “ Al contrario, oggi generalmente candidarsi attraverso una piattaforma digitale coincide nella maggiorparte dei casi con l’interruzione del processo una volta inoltrato il cv. Noi abbiamo portato avanti un grosso lavoro con sindacati e docenti di diritto del lavoro per individuare il metodo più opportuno per normare i vari passaggi e tutelare il lavoratore. Dai trend globali, abbiamo individuato come soluzione più solida quella di essere un’azienda digitale in grado di assumere il professionista con un modello vicino a quello della consulenza e del lavoro autonomo, ma con i diritti della contrattazione collettiva, dalla tredicesima alla maternità”.

Sulla landing page della piattaforma, dunque, è possibile registrarsi e caricare il proprio cv; immediatamente consultabile un data base di job opportunity, ma anche le numerose offerte di e-learning e formazione. I professionisti, potranno lavorare contemporaneamente su diversi incarichi e per più di un datore di lavoro, supportati da un sistema di intelligenza artificiale, in grado di selezionare i progetti più in linea con gli interessi e gli obiettivi di crescita.

“La richiesta maggiore - racconta Boggian - è ovviamente quella relativa alle professioni del digitale, dagli sviluppatori ai social media manager, ma sono anche richieste professionalità molto specifiche. Se la trattativa si conclude, il lavoratore si appresta a svolgere un incarico breve ma con delle tutele”.

“Digital Work City”, forte di un contratto di piattaforma siglato da Confcommercio e Manageritalia, è un progetto più composito, che nella sua denominazione porta con sè la parola “città” proprio riferendosi all’infrastruttura dell’idea: “la città è una metafora comprensibile, fa riferimento al sistema organizzativo più longevo della terra, una comunità con delle regole, che di certo funziona meglio di aziende che hanno meccanismi superati e non in grado di arginare lo strapotere delle grandi realtà come Amazon, che invadono tutte le altre”.

Il primo round di finanziamento di White Libra, il cui team è composto da una ventina di persione, è stato appena siglato, con quasi 1,2 milioni di euro; tra gli investitori Intesa Sanpaolo e Invitalia: “Investimenti orientati al miglioramento delle tecnologie applicate ma in generale, il proposito, - conclude Boggian - è quello di rendere sempre più conveniente per gli utenti  popolare la piattaforma, dunque favorire per loro un guadagno immediato”.

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