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Sabato, 20 Aprile 2024
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‘L’ultimo gioco di Banu’, di Belgheis Soleymani

Il percorso dell’adolescente Gol-Banu verso l’emancipazione non sarà mai lineare, ma ricco di cadute e rinunce, in una dinamica in cui individuare sconfitti e vincitori sarà la parte più difficile del gioco

Quando il desiderio di indipendenza è più forte di ogni oppressione e la libertà diventa una questione di vita o di morte, soprattutto quando c’è in gioco l’amore, si può fare sicuramente una di queste due cose: credere nella forza della rivoluzione e combattere apertamente per essa fino in fondo, oppure lottare cambiando volto alla realtà e soprattutto a un destino il cui finale, in verità, è stato già orchestrato da altri. Per Gol-Banu, la protagonista del romanzo L'ultimo gioco di Banu di Belgheis Soleymani, pubblicato da Francesco Brioschi Editore, il gioco è il modo migliore per avanzare sulla scacchiera della propria esistenza, e lo studio e la letteratura sono la strategia giusta per riuscire a dare scacco matto a un potere appannaggio del regno maschile, soprattutto nel posto in cui vive, un piccolo villaggio iraniano degli anni Ottanta, anche se non tutti sono della stessa idea, a partire da sua madre: «La giovane e sfortunata Akhtar è morta per colpa di tutti questi libri. – dice Bibikhavar a sua figlia Gol-Banu - Non vedi che proprio a causa di questo genere di libri i giovani finiscono sotto terra?!».
In un periodo storico in cui le ripercussioni e le profonde ferite della Rivoluzione del 1979 convivono inevitabilmente con i devastanti effetti della lunga ed estenuante guerra tra Iran e Iraq, combattuta dal 1980 al 1988, c’è chi pensa che l’unico modo per salvarsi dagli inganni di Satana sia scendere a patti con Dio: «Il martire è il testimone del suo tempo, offre la vita per salvare i propri ideali. – afferma Ebrahim Rahami, esponente ed esecutore delle sentenze dei tribunali rivoluzionari e marito di Gol-Banu, davanti a una grande folla - La vita può essere barattata solamente con la fede e con gli ideali. Il martire fa affari con Dio, dona la vita, dona il sangue, dona l’esistenza terrena per ricevere l’eternità, l’eternità di questo mondo e quello dell’aldilà. Lì, nelle trincee, i vostri figli sacrificano la vita per la Rivoluzione, mentre qui Satana prende in mano le corde dell’esistenza di un uomo e lo trascina sulla via della depravazione. Ahimè, che Dio ci aiuti e ci perdoni. La via indicata dal demonio porta le persone a sprofondare negli abissi dell’inferno, conduce alla schiavitù delle passioni corrotte e malsane. Purtroppo il giovane che sarà punito in questa piazza in seguito all’ordine del giudice religioso ha seguito il richiamo della bramosia satanica e, nonostante il pentimento, ha tanto bisogno delle vostre preghiere e suppliche al Signore». Lo stesso Dio è quello che Rahami ringrazia per avergli fatto conoscere la sua adorata e piccola Gol-Banu, con la quale, sin dall’inizio, si innesca un gioco pericoloso e dove “i tasselli si confondono e le regole saltano”: «Appena ti incontrai, iniziai a giocare, ma non so come e quando il gioco, che al principio doveva seguire regole ben definite, mi sfuggì di mano. Capii subito di aver trovato quello che cercavo da tempo. Ma questo era solo l’aspetto esteriore della faccenda perché quando ti vidi la prima volta, in realtà, qualcosa si mosse dentro di me. Volevo continuare con questa strana sensazione, volevo liberarmi dal senso di alienazione e di costrizione, volevo innamorarmi di te e tu, con il tuo rifiuto e mille intrighi e insidie, soffiavi sul fuoco del mio desiderio; ero entrato in un gioco in cui volevo vincere a tutti i costi. Mi sentivo come il principe che doveva sciogliere gli indovinelli, superare sette ostacoli per non essere giustiziato e appeso alla porta della città. Io volevo un amore terreno o forse stavo attraversando una crisi di mezza età: il difficile confine in cui non sai se guardare al futuro o al passato e ti senti perso; voltandoti indietro vedi una vita sterile, un arido deserto, il vuoto, mentre il futuro ti appare nebuloso e buio. Insomma, volevo fare qualcosa per cambiare la mia vita».
Chi sono i veri sconfitti e i veri vincitori in un gioco in cui l’amore sembra cambiare continuamente posto? «Tu mi hai scelto perché non hai avuto figli con la tua prima moglie, - dice Gol-Banu a suo marito Rahami -  perché ero una ragazza povera, perché ero bella, intelligente, perché potevi avermi a poco prezzo, perché mostrandoti generoso e magnanimo la gente ti avrebbe ammirato. La guerra che attendevo da tempo è iniziata. Lo scontro preannunciato dal primo giorno ora deve continuare fino alla resa completa di uno dei due, oppure fino ad arrivare al tavolo delle trattative».

L’ultimo gioco di Banu
Belghesis Soleymani
Francesco Brioschi Editore
ISBN: 9791280045560
Pag. 248 - 18,00 €

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