‘La terra inumana’ di Józef Czapski
Esperienze dirette, raccontate dall’autore Czapski, che diventano anche “una lenta, quotidiana iniziazione all’immensità della miseria umana”
14 agosto 1941: a meno di due mesi dall’aggressione dell’Unione Sovietica da parte della Germania, nella stessa sala del Cremlino in cui, nel 1939, era stato sottoscritto il patto Molotov-Ribbentrop – che in un «Protocollo segreto» aveva stabilito la spartizione della Polonia –, a fronte della minaccia nazista viene firmato l’accordo militare Sikorski-Stalin per la costituzione, sul territorio dell’URSS, di un’armata polacca composta da soldati in precedenza fatti prigionieri dai sovietici e deportati. All’inizio di settembre Józef Czapski, che ha servito come ufficiale nell’esercito polacco ed è stato internato dapprima a Starobel’sk e poi a Grjazovec, viene dunque liberato insieme ai suoi compagni dopo «ventitré mesi dietro il filo spinato». È l’inizio di un’odissea che porterà Czapski ad attraversare l’intera Unione Sovietica – e gli eventi più estremi del secolo scorso – con l’incarico di indagare sui 15.000 prigionieri polacchi che sembrano scomparsi nel nulla (e che verranno rinvenuti, nel 1943, nelle fosse comuni di Katyn’). Un’odissea qui raccontata in presa diretta e in ogni, sconvolgente, dettaglio: dall’esodo in condizioni disumane di militari e civili agli spaventosi racconti dei reduci dai campi, dall’incontro con il capo della Direzione generale dei lager («padrone della vita e della morte di qualcosa come venti milioni di persone») ai contatti con le popolazioni.
La terra inumana
Józef Czapski
Adelphi
ISBN: 9788845937521
Pag. 459 - 28,00 €