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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Il commento

Gianluca Anoè

Giornalista

Quasi di nascosto c'è chi dà valore ai giovani scrittori

Non sono mai stato un amante dei racconti, li ho sempre trovati una forma di espressione narrativa troppo parziale e sospesa. Nonostante tutto, l'idea alla base di Quasi di nascosto mi ha intrigato sin dal principio. Un'antologia che unisce produzioni letterarie di dodici nuovi autori, uniti dallo stesso minimo comun denominatore: hanno meno di 25 anni e, soprattutto, un grande talento.

L'esperimento è della Accento Edizioni di Alessandro Cattelan, l'intuizione del direttore editoriale Matteo Bianchi (coadiuvato dall'editor Eleonora Daniel) che nella prefazione al libro non ha fatto mistero di essersi ispirato al celebre progetto editoriale di Pier Vittorio Tondelli "Under 25": il padre del romanzo di culto Altri libertini, tra 1987 e 1990, curò infatti tre antologie con testi prodotti, per l'appunto, da giovanissime 'penne'.

Ma oggi, i giovani scrivono ancora? Certo, ma preferiscono altre forme di espressione. C'è chi dona se stesso attraverso i podcast, chi producendo contenuti sui social network, chi ancora creando liriche rap. Non è più come un tempo, ma qualche 'anima pura' c'è e questa antologia lo dimostra. Nonostante le iniziali difficoltà riscontrate a trovare giovanissimi autori, - racconta sempre Bianchi nella prefazione alla raccolta - ne è uscito un roster di dodici scrittori, almeno sulla carta, molto promettenti.

Quasi di nascosto, prima di tutto, è una finestra sul mondo dei giovani d'oggi. Su ciò che pensano e come lo pensano. Sesso e sessualità sono il cardine della maggior parte dei racconti, trattati mai con banalità o sufficienza, ma integrati come elemento a volte necessario della narrazione. Traspare molto forte l'esigenza della Generazione Z di trovare equilibrio - a volte molto precario - nel rapporto con se stessi e con gli altri, di rivendicare la propria identità di genere, di non essere giudicati in base alle apparenze iniziali.

Entro ora nel campo nelle preferenze, nessuno dei giovani autori me ne voglia. Ho scelto di dire qualcosa in più su tre racconti in particolare, quelli che mi hanno colpito dal punto di vista della storia in sé e dello stile di scrittura. Nel mio taccuino ho appuntato due voti per ciascuna delle dodici produzioni: un voto da 1 a 10 alla voce 'racconto' e un secondo voto - medesima scala - alla voce 'scrittura'.

Notturno dissacrante di Giovanni Venturi

Indipendentemente dalla pura media matematica, il racconto che più mi ha colpito è stato Notturno dissacrante di Giovanni Venturi. Leggero nel senso più positivo del termine, la vicenda gira attorno a due ragazzi, alla facilità con cui riescono a stringere amicizia con alcuni coetanei in spiaggia, e alla stessa facilità con cui le barriere sociali si ergono ad imporre distanze insanabili.

La scrittura è pulita e diretta, fila via liscia senza perdersi in strani virtuosismi. Una sintassi cristallina, inframezzata da dialoghi 'botta e risposta'. Leggendolo, fa venire alla mente uno di quei film sui giovani anni '90, su tutti Ovosodo di Paolo Virzì, con le dovute proporzioni. Non è solo il racconto a cui do il voto più alto per la storia in sé (un 8 pieno nonostante l'apparente semplicità), ma anche quello che racchiude al suo interno la frase più bella in assoluto.

Guardo le enormi divinità marine che sorvegliano la piscina, le sdraio disposte in un cerchio solenne intorno a quella pozza luminescente, e mi sembra che tutto in questa festa abbia la consistenza spessa e liscia del marmo; le macchine, la musica, i modi di fare.

Non diventare donna di Martino Giordano

Non diventare donna di Martino Giordano è il secondo racconto ad avermi maggiormente colpito. Tra le migliori scritture dell'intera raccolta, consapevole e con un ottimo grado di maturità. La vicenda, ambientata nel passato, in una scuola femminile, racconta la presa di coscienza di una transessualità latente nella giovane protagonista. Potenzialmente il migliore dei dodici racconti, per il taglio originale con il quale viene trattato un argomento molto 'sentito' al giorno d'oggi e delicato come l'identità di genere.

Non si può negare che ci sia dell'originalità e allo stesso tempo una pecca: troppa frettolosità. Qualche pagina in più, probabilmente, sarebbe stata sufficiente per rendere una caratterizzazione ancora più profonda del personaggio principale, ma avrebbe potuto in particolare articolare meglio il passaggio che porta la protagonista dall'ostentare la propria giovanissima femminilità alla sensazione di completa inadeguatezza che percepisce nel vestire il proprio corpo. Racconto: 8, scrittura: 8,5; voto: 8+.

Abbandono di Michela Panichi

Michela Panichi è forse la scrittrice più pronta e matura, già lo aveva dimostrato nel 2020, quando vinse il Premio Campiello Giovani con il racconto Meduse. Sono trascorsi due anni e la giovane autrice, con Abbandono, quinto racconto dell'antologia, dimostra di aver acquisito una consapevolezza ancora maggiore nelle proprie potenzialità. Scrive bene, è innegabile, ma più della qualità di scrittura, a colpire è la raffinatezza con cui riesce a dare corpo alla propria storia, rendendola credibile e godibile, nonostante il suo sia un racconto strutturalmente più complesso rispetto a quello dei propri colleghi.

Si tratta a tutti gli effetti di una short story novecentesca, nella quale la protagonista è l'insegnante di un collegio femminile, molto ammirata dalle proprie allieve, ma custode di un segreto che non può venire a galla, e che fa proliferare maldicenze. Racconto: 8, scrittura: 8; voto 8.

Gli altri nove racconti

Gli altri nove racconti che compongono l'antologia sono, in ordine di pubblicazione:

  • Agnese si diverte di Teresa Fraioli (racconto: 5, scrittura: 8; voto 6,5)
  • Strenta di Riccardo Casella (racconto: 6,5, scrittura: 7,5; voto 7)
  • The best time of my life di Ruben Rossi (racconto: 6, scrittura: 7; voto 6,5)
  • Ragazzacci di Nicolò Bellon (racconto: 6,5, scrittura: 7,5; voto: 7)
  • Al di là del principio del D'Angiò di Michelangelo Innocenti (racconto: 7, scrittura: 8; voto 7,5)
  • Pelle italiana di Aminata Sow (racconto: 6, scrittura: 7; voto: 6,5)
  • Primo di Micol Marigliano (racconto: 7,5, scrittura: 8; voto: 7/8)
  • Nel cuore della matrioska di Isabella De Silvestro (racconto: 7,5, scrittura: 7; voto: 7+)
  • Miasma di Emma Cori (racconto: 6,5, scrittura 7,5; voto: 7).

Quasi di nascosto è un esperimento pienamente riuscito, un progetto che dovrebbe - anzi deve - essere ripetuto più spesso, anche in forme e con idee differenti. Un'antologia che raccoglie davvero delle penne in potenza e almeno un paio apparentemente già grandi, e pronte a spiccare il volo. Accento dimostra che valorizzare i giovani si può, in un mercato editoriale spesso troppo chiuso in se stesso.

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