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Venerdì, 19 Aprile 2024
La recensione

'Sonata d'inverno' è un affresco in musica sulla solitudine dell'uomo

Fazi Editore ha pubblicato per la prima volta in Italia l'unico romanzo della scrittrice inglese Dorothy Edwards, scritto nel 1928

Un romanzo malinconico, nel quale il senso di solitudine è leitmotiv che collega principio e conclusione. Esce in Italia per Fazi Editore, a 94 anni dalla sua prima pubblicazione, 'Sonata d'inverno', opera della scrittrice inglese Dorothy Edwards (1902-1934). Come la stagione da cui prende titolo, è un libro dalle tinte estremamente cupe, che si percepiscono nel tono, nello stile di scrittura e nella vita dei protagonisti, nessuno escluso.

La trama

È inverno e in un piccolo villaggio della campagna inglese hanno luogo le vicende sentimentali e sociali di una piccola comunità. Due sorelle corteggiate a intermittenza, un cugino che non sa cosa fare della sua vita, una ragazzina ribelle e una madre opprimente, un Casanova d'altri tempi e Arnold Nettle, giovane e cagionevole musicista trasferitosi in campagna per fuggire l'inverno cittadino. Le lunghe serate vengono trascorse tra interazioni solo abbozzate ed esibizioni musicali, che sono le sole a rompere davvero il silenzio regnante. Tutti sperano nella svolta che dia un senso alla propria esistenza, che però rischia di rimanere bloccata in gola.

La prima riflessione va alla trama, o meglio, la non trama. Certo qualcosa succede, è inevitabile, ma non ci si può, e non ci si deve, aspettare il colpo di scena, l'azione e neppure un'alta dose di romanticismo. Perché 'Sonata d'inverno' è altro da questo, e anche in questo caso il titolo ci viene in aiuto: è un romanzo che imita la forma di una sonata musicale, nel quale si percepisce una certa musicalità dipanata nei capitoli, quattro come i movimenti di una sonata. Le quattro parti in cui è suddivisa l'opera sono lunghi ma mai approssimativi o abbozzati: è netta la sensazione che nessuna delle parole utilizzate da Edwards sia messa lì a caso, nessuna descrizione sia troppo forzata.

Proprio la descrizione attenta, puntuale e spesso ripetuta è cardine del romanzo. Al lettore meno attento la dovizia di particolari nel rappresentare un albero spoglio sul far della luna quasi fosse un affresco, l'attenzione nel dare un senso alle giornate che si susseguono con precise annotazioni sul cielo, sulle condizioni meteo - e quindi sulla neve e sulla pioggia che si alternano al timido sole - potrebbero suonare ridondanti, ma sono la chiave dell'autrice per dare una forma alla personalità dei personaggi e al loro stato d'animo, vuoto e inspiegabilmente malinconico. È il modo per palesare l'inadeguatezza dei propri personaggi nei rapporti umani e con il mondo esterno, fatti di discorsi il più delle volte privi di qualsiasi tipo di contenuto, ma sempre estremamente significativi.

A mezzogiorno rientrò lentamente nel suo alloggio. Faceva freddo, fu colto di nuovo da quelle sensazione di stanchezza estrema che aveva avvertito in precedenza. Dopo aver pranzato rimase qualche istante seduto in poltrona senza muoversi. Formulava a malapena dei pensieri e lo scudo del sogno che aveva occupato la sua mente sembrava essersi ritirato in un luogo remoto e aver perso parte della sua profondità emotiva.

Ciò che sorprende, più di tutto, è stata la capacità di Edwards di delineare con precisione le personalità dei personaggi, nonostante le loro interazioni siano spesso sterili. Basta ritrarre una ragazza inginocchiata davanti ad una grande finestra intenta a guardare l'inverno con un senso di estrema vuotezza, o lo studioso colto, bizzarro e Casanova per professione, sempre chino sui libri o impegnato in improbabili passeggiate; o ancora il giovane inadeguato al mondo e incapace di relazionarsi (più degli altri con i propri simili) e la giovane innamorata dell'amore che cede a poesia e lusinghe per soddisfare, nemmeno parzialmente, la propria necessità. Basta tutto questo per mettere insieme un puzzle di caratterizzazioni così diverse ma allo stesso tempo così simili tra loro: trait d'union è la malinconica rassegnazione alla solitudine come condizione di vita che unisce.

Voto 7

Trama 4 | Stile 8 | Coinvolgimento 8

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