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Martedì, 16 Aprile 2024
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Amici censura Malafemmena di Totò? La replica della redazione

L'accusa di aver omesso il titolo del celebre brano di Totò usato per una coreografia è stata rispedita al mittente con un preciso comunicato

"Totò non si censura. Malafemmena non si censura" ha scritto il curatore del progetto Totò Poetry Culture, Gianni Valentino, in riferimento alla presunta censura che il talent di Canale 5 Amici avrebbe apposto alla canzone di Totò Malafemmena durante un’esibizione. "Ad Amici si svolge la sfida nella categoria ‘Ballo’ e usano Malafemmena di Totò (eseguita da Roberto Murolo) quale colonna sonora. Con un rarissimo, irripetibile, tocco di classe: il titolo della canzone (la parola malafemmena, appunto, ndr) viene magicamente censurato. Due volte. È troppo scandaloso?" ha chiesto provocatoriamente Valentino, ottenendo in queste ore la replica diretta della redazione del programma.

La redazione di Amici replica all’accusa di censura

"In questi giorni circola un’assurda polemica tra web e carta stampata, sull’eventualità che ad Amici si sia sentita l’esigenza di censurare la canzone di Totò, Malafemmena. Una canzone che ad Amici è stata eseguita mille volte nel corso degli anni, con o senza la strofa contenente la parola malafemmena", si legge nel post pubblicato nei profili social del programma che precisa come il brano, come è d’abitudine per l’esecuzione delle coreografie, sia stato tagliato a circa un minuto o poco più sia per stare nel tempo richiesto che per mantenere integra la melodia. Ciò ha determinato l’eliminazione delle due strofe centrali, oltre che la fine del brano.

"Solo i malpensanti possono credere che si sia deciso di tagliare la parola malafemmena che però, nel frattempo, viene annunciata proprio introducendo la coreografia… "Francesca esegue una coreografia sulle note di Malafemmena". Quindi secondo i critici, tagliamo la parola ma la utilizziamo per introdurre il brano. Saremmo quindi censori e cretini” procede ancora la nota: "Nulla di grave, però rimane una questione aperta: se il curatore del progetto Totò Poetry Culture, Gianni Valentino (che ha dato il la alla polemica), può incappare in un sonoro errore, come è possibile che esimi giornalisti si prendano la briga di scrivere paginate sull’argomento senza nemmeno controllare l’accaduto? Come diceva Totò, la vita è fatta di cose reali e di cose supposte: se le reali le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo?".

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