Barbara D'Urso risponde a Belen: "Io non censuro e non querelo"
La conduttrice alla fine ha affidato a una nota ufficiale la sua risposta alle critiche che la showgirl argentina le ha fatto
Ieri ci eravamo chiesti se la telenovela delle accuse e censure tra Belen Rodriguez e Barbara D’Urso fosse finita definitivamente. Della serie: un tapiro per uno, pari e palla al centro.
Invece no, la polemica continua.
Barbara D'Urso ha aspettato una settimana e alla fine ha replicato con un comunicato stampa alle accuse che la vorrebbero responsabile della censura del video dell’intervista doppia a Le Iene in cui Belen la critica e la manda a quel paese.
All’inviato di Striscia Valerio Staffelli, che le consegnò il tapiro, Carmelina ha detto poco o niente ma alla fine ha dovuto rispondere alle bordate di Belen, che dalle colonne di “Chi” ha continuato a portare avanti la polemica.
“Il vaffa non è un reato, se punti il dito su una persona senza conoscerla ti devi aspettare la risposta, non puoi pretendere di avere libertà di parola e non accettare la replica. Non sono certo la prima a essersela presa con lei, ho rappresentato i tanti che l’avrebbero fatto ma si sono poi tirati indietro. La legge deve essere uguale per tutti: anch’io, allora, avrei avuto diritto alla censura di certi attacchi della D’Urso”, ha detto Belen Rodriguez, ribadendo che “la D’Urso mi ha dato indirettamente della scostumata: non mi ha mandato a quel paese ma avrei preferito che lo avesse fatto, sarebbe stata più sincera” e accusando Pomeriggio Cinque e Domenica Live di aver fatto sul suo matrimonio “una continua diffamazione subliminale”.
Barbara D’Urso alla fine ha affidato la sua risposta a una nota ufficiale.
“Se l’Azienda ha inteso ritirare il video in questione dai propri siti lo ha fatto per decisione propria, perchè ne ha ritenuto diffamatorio il contenuto. Io, invece, non presenterò alcuna querela contro la signora Rodriguez proprio per l’amore che nutro per Mediaset che potrebbe essere coinvolta in un eventuale procedimento. Non posso, però, non notare che è molto facile offendermi attraverso le reti televisive dell’azienda per cui lavoro (e che quotidianamente con orgoglio rappresento) ben sapendo che non farei mai nulla per danneggiarla”.
Ora è davvero finita?
