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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Braccialetti Rossi, l'esperienza più sorprendente della mia vita": l'intervista a Niccolò Agliardi

Il cantautore, che ha scritto la colonna sonora e altre canzoni per la fiction campione di ascolti, si racconta tra musica, tv e il suo ultimo libro

Il successo è arrivato con "Braccialetti Rossi", fiction campione di ascolti per cui ha scritto e composto la colonna sonora, "Io non ho finito", e altre canzoni, ma già nel 2005 Niccolò Agliardi esce con il suo primo album, "1009 giorni", per poi lanciarsi in tanti altri progetti fra musica, radio e quel romanzo scritto nel 2008 insieme all'amico Alessandro Cattelan, "Ma la vita è un'altra cosa". Poi arrivano le collaborazioni con alcuni dei più famosi cantanti italiani, tra cui Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Emma, per cui ha scritto indimenticabili hit. Un'artista a 360 gradi che ci ha raccontato i lati più nascosti di una forma d'arte, la musica, che riesce a dare un senso anche alle esperienze più negative, come la fine di un amore o la malattia, raccontata appunto in Braccialetti Rossi. Sempre impegnato nella beneficenza, Niccolò Agliardi si esibirà in un piccolo live domenica 25 ottobre, alle 17, al Grifone Shopping Center di Bassano Del Grappa, per una raccoltà fondi a favore della Fondazione Città della Speranza, che si occupa di ricerca scientifica delle malattie oncologiche pediatrice.

Sei un cantautore puro, e questo oggi a volte può andare a discapito della popolarità. Pensi che in Italia si dia più importanza agli interpreti, magari usciti dal talent show, piuttosto che ad artisti come te?
"Questa è una provocazione e una domanda interessante allo stesso tempo. Innanzitutto non mi considero un cantautore puro, ma un po' imbastardito. Sono pure come origini, mi sento figlio illegittimo dei miei maestri Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Fabrizio De André, ma negli anni non sono rimasto così integerrimo. Da un certo punto in avanti non è stato più questo il mio percorso. E' arrivata la radio, la tv, i libri e questa esperienza folgorante dei Braccialetti Rossi. Se fossi rimasto legato a quel titolo di cantautore puro, di generatore di canzoni d'autore, non me ne sarei mai occupato. Mi sento duttile ed elastico per fare le cose che mi piacciono, ma non mi sono mai sputtanato. Le cose che amo fare non sono necessariamente condivisibili con un numero così esteso, come quello che richiama un talent, ma più di così non posso chiedere. Lavoro con canzoni, emozioni, grandi artisti, braccialetti rossi e con un pubblico che ha iniziato a capirmi. Se penso alla mia vita mi comuovo".

Cinque album e diversi successi radiofonici, ma quello che non tutti sanno è che dietro alcune delle hit dei più famosi cantanti italiani ci sei tu. Hai scritto canzoni come "Ci parliamo da grandi" di Eros Ramazzotti, "Mi tengo" di Laura Pausini, e per lei hai scritto anche alcuni brani dell'ultimo album, poi ancora "Non solo te" e "Acqua e ghiaccio" di Emma. Come è stato collaborare con questi grandi artisti e restare dietro le quinte?
"So che molti mi conoscono come l'autore dei cantanti. Tra i vari privilegi c'è stato quello di dire di no e scegliere di lavorare con le persone con cui mi andava. Quelle che ho scelto, per me sono le persone più speciali. L'ho fatto perchè qualcosa mi diceva che erano le persone giuste per me per veicolare le mie parole e le mie idee. Eros, Laura Pausini, Emma, ma anche Elisa e il mio amico Emis Killa. Io faccio le cose con le persone che mi assomigliano e questo lo capisci dietro le quinte, non per forza davanti le telecamere. Quando la sera davanti a un bicchiere di vino parli di qualcosa e senti che ti unisci è bellissimo. Nasce prima un rapporto di autenticità, poi viene un'opera".

Nel 2014 hai scritto e interpretato "Io non ho finito", colonna sonora della fiction campione di ascolti "Braccialetti Rossi". Che esperienza è stata scrivere per un prodotto televisivo?
"E' stata l'esperienza più sconcertante, meravigliosa, difficile, sorprendente che mi sia mai capitata di vivere. Tutto è nato dall'idea dei produttori Carlo Degli Esposti e Nicola Serra. E' nato qualcosa di difficilmente ascrivibile. Le canzoni sono diventate parte integrante di una serie tv di successo, ma hanno legato me in maniera viscerale con i protagonisti. Per me loro ormai sono persone di famiglia. Con i ragazzi ci sentiamo quotidianamente, sia quando siamo sul set che in promozione, o nei periodi di pausa. E' diventato un rapporto inscindibile. In questa fiction realtà e finzione si sono sovrapposte in tanti momenti. Non ho fatto solo il cantautore, ma sono diventato una figura che non avrei mai pensato di diventare".

La canzone a cui sei più legato?
"Varia molto dai periodi. Ci sono canzoni che canto meglio e mi fanno più simpatia rispetto ad altre, come "Non vale tutto", oppure "Bastava", che ho scritto per Laura Pausini ma che canto volentieri nei miei concerti perché ha preso un altro arrangiamento. In questo momento amo cantare "Non importa veramente", brano che fa parte sempre di Braccialetti Rossi, e che mi ricorda delle persone che hanno costruito buona parte degli ultimi anni della mia vita".

Nella canzone "L'ultimo giorno d'inverno" parli di un amore finito, raccontando le difficoltà di ogni giorno per superare il distacco, scandendole tra ricordi e consapevolezze. Nel testo fai riferimento a una "lei" che guardi sulle copertine e cerchi di capire cosa fa dalle riviste, puoi svelarci chi è?
"Ti racconto qualcosa che è più interessante di un nome. Quella ragazza è durata nella mia vita 5 giorni. Quel distacco così lacerante, quella non possibilità di agguantarla e la paura di vederla in copertina, alla fine si sono trasformati in qualcosa di bello. E' la magia di come un piccolo dolore può diventare qualcosa di più interessante in una forma d'arte. Non è importante il nome della protagonista, in fondo non era neanche degna di essere raccontata. Non credo neanche se ne sia mai accorta della canzone".

Prossimi impegni?
"Tanti, ma ad uno ci tengo particolarmente. Sto finalmente cominciando a scrivere un libro che avevo in mente di fare, dopo quello con Alessandro Cattelan. Volevo trovare una bella storia ed è arrivata. E' una storia che nasce da un fatto di cronaca realmente accaduto, in parte è un personaggio che mi somiglia, quindi autobiografico, in parte invece ci sono diversi tratti adolescenziali con cui sono venuto a contatto grazie a Braccialetti Rossi".

Visto che siamo già vicini al totonomi per il prossimo Festival di Sanremo, ci hai mai pensato?
"Ci ho pensato diverse volte, ma sembra sia un territorio a me confinato. In questo momento sarei felicissimo di andare se mi chiamassero, ma non voglio mettermi ambizioni, che se non accadono mi sento in difficiltà".

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