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Redazione

Eternals, la recensione. Il superpotere dell'inclusione nel nuovo cinecomic Marvel

Andare oltre gli Avengers, provando a bissare quanto già fatto con i Guardiani della Galassia. Eternals di Chloé Zhao prova ad ampliare l’Universo Cinematografico Marvel con personaggi fino ad oggi mai visti in sala, negli anni ’70 ideati da Jack Kirby ma ai più sconosciuti. Film di chiusura della 16esima Festa del Cinema di Roma, Eternals vede lo studios virare verso blockbuster più inclusivi e autoriali, con scenografie naturalistiche per una volta centrali al cospetto dei sempre più abusati green screen digitali e un’inclusione mai vista dal punto di vista del casting e dei protagonisti.

La trama

Gli Eterni del titolo sono immortali creature aliene dotate di super poteri spedite sulla Terra da un Dio onnisciente  per proteggere gli umani dai Devianti, mostri assetati di sangue desiderosi di sterminare l’umanità. Dopo aver vissuto 7000 anni sulla Terra questi Eterni si sono affezionati ai suoi abitanti, alle loro debolezze, ai difetti e ai punti di forza, con una verità a lungo taciuta finalmente emersa e pronta a rivoluzionare la loro storia e quella dell’intero Pianeta.

Inclusione totale

155 minuti di film (tanti, troppi), titoli di coda compresi e necessari viste le due fondamentali scene post-credit presenti, per immaginare un nuovo fantastico mondo, delinearne i lineamenti, costruirne i caratteri. Vinto l’Oscar alla regia con Nomadland, Chloé Zhao, al suo quarto lungometraggio dopo Songs My Brothers Taught Me, The Rider e il Leone d’Oro di Venezia 2020,  costringe la Disney Marvel  ad aggiornare finalmente il proprio universo supereroistico alla società contemporanea, includendo il primo supereroe dichiaratamente gay della sua storia. Phastos, interpretato da Brian Tyree Henry, ha un marito che lo ama e un figlio da accudire.

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Una novità tutt’altro che secondaria all’interno di un genere che aveva sempre escluso la comunità LGBT,  qui finalmente rappresentata in tutta la sua “normalità” con un tenero e dolce bacio di coppia ad inquadrare una realtà. Una famiglia arcobaleno che prende forma all’interno di un cinecomic chiamato ad introdurre personaggi fino ad oggi mai visti prima sul grande schermo, con Gemma Chan, che era già stata Minn-Erva in Captain Marvel, vera protagonista al fianco di un troppo serio Richard Madden. Sersi e Ikaris, personaggi da loro interpretati, sono innamorati da 7000 anni, con la prima abbagliata dalla Terra e dal genere umano e il secondo incrollabile ‘soldato’ di Arishem, Dio che ha spedito gli Eterni sul nostro Pianeta per una missione a lungo nascosta.


Cosa funziona e cosa non funziona

Uno scontro che con il passare dei minuti si farà sempre più pressante, con la regia di Zhao in grado di oscillare tra battaglie al tramonto e scorci naturali di una Terra capace sempre e comunque di rigenerarsi, ricominciando a sognare, ad evolversi insieme ai suoi abitanti, trainati dall’amore verso un futuro che non può conoscere la parola fine. Come spesso capita  dinanzi ai capitoli ‘introduttivi’, Eternals paga lo scotto di una presentazione ad ampio raggio di un universo inedito, con dieci protagonisti da raccontare, scoprire, mostrare. Inevitabilmente c’è chi ha maggior peso rispetto ad altri, con Angelina Jolie, travolgente Dea della Guerra dalla mente pericolosamente incrinata, che ad esempio prende parola dopo una lunghissima mezz’ora, a dimostrazione della complessità di un film tanto corale, con la sceneggiatura co-firmata Zhao costretta a bilanciare interventi, battute, scene singole.  A completare il ricchissimo cast Kumail Nanjiani, Lia McHugh, Lauren Ridloff, Barry Keoghan, Don Lee, Kit Harington e Salma Hayek.

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Visivamente parlando ammaliante ma esageratamente verboso e filosofeggiante, Eternals procede a ritmo alternato tra spettacolari scontri e momenti più intimi e personali, seminando coppie all’interno di una grande famiglia di supereroi spaziali algidamente piovuti sulla Terra 7000 anni or sono e con il passare del tempo piegatisi all’umana capacità di provare sentimenti, di amare il prossimo e il proprio Pianeta. Un film chiaramente fondamentale per abbracciare la Fase 4 di un Universo Marvel che grazie agli Eterni comincia a prendere forma, accompagnandoci in un mondo sopravvissuto a Thanos e 5 anni dopo a rischio estinzione totale.  

Titolo Marvel esplicitamente più ‘impegnato’ e impegnativo rispetto ai precedenti film, con rari sorrisi legati a Kingo e al suo ‘maggiordomo’, Eternals ha il grande difetto di prendersi troppo sul serio nel suo essere straordinariamente ambizioso, resettando il lato più giocoso e infantile dei Marvel passati. Una prima reale ‘anomalia’ tra i cinecomic Disney e il suo pubblico di riferimento, da adesso in poi chiamato a doversi confrontare con una lettura più ‘d’autore’ rispetto al solito universo tanto amato e stratificato. 

Voto: 6.5

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