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Giovedì, 25 Aprile 2024
Film al Cinema

“Gli occhi di Tammy Faye”, il biopic sulla famiglia Bakker che crolla sulla sua stessa rovina

La recensione dell’ultimo film di Michael Showalter che parla dell’ascesa e caduta della coppia Tammy-Jim Bakker. Dal 3 febbraio al cinema.

È uno schiaffo violento sul viso “Gli occhi di Tammy Faye”, il biopic diretto da Michael Showalter candidato ai Golden Globes e premiato al Toronto International Film Festival con protagonisti assoluti Jessica Chastain e Andrew Garfield accanto a Vincent D’Onofrio.

Michael Showalter è sì un regista e produttore americano, ma è anche un comico. E di quella vena “Gli occhi di Tammy Faye” ne ha risentito parecchio.

Ce ne sono stati tanti biopic nella storia del cinema che hanno scardinato le regole tradizionali del classico biopic: l’ultimo appena uscito su questa linea Aline – La voce dell’amore della regista francese Valerie Lemercier, rompendo ben volentieri gli schemi per provocare un revolutionary touch.

Sulla falsa riga, invece, si colloca “Gli occhi di Tammy Faye”, basato sull'omonimo documentario del 2000 diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato, che pretende di inglobare la verve comica, nei suoi personaggi e nel contesto in cui si muovono, ma esce fuori dai binari. Si perde per strada senza pit stop quel che poteva essere considerata una buona biografia, soprattutto se è una storia che lascia il segno come questa.

Leggiamo la trama del biopic, per capire il grande racconto che Michael Showalter ha cercato di creare cadendo miseramente.

Il trailer

“Gli occhi di Tammy Faye”, trama del biopic

Negli anni ’50 Tammy Faye conosce Jim Bakker al North Central Bible Collage a Minneapolis. Scocca la scintilla tra i due e da lì a poco si sposano, contro le esitazioni della madre che rimane incredula alla notizia della figlia. Fin da piccola, Tammy Faye aveva sentito la vocazione per Dio mentre guardava il crocifisso appeso sopra l’altare della chiesa, e aveva portato avanti il suo credo religioso ampiamente professato.

Inizia per la coppia una nuova vita, tra un amore molto intenso, una macchina nuova di zecca, idee religiose che si mescolano in perfetta simbiosi e la consapevolezza maturata nel tempo che la predicazione in tv sarebbe stato il cuore pulsante per vivere a fior di quattrini. Avevano fondato una loro compagnia devota Tammy e Jim Bakker, con tanto di siparietto per i bambini per arrivare anche al popolo adulto. L’occasione vera e propria si presenta un giorno quando un produttore di una televisione locale invita entrambi al suo show per intrattenere il pubblico con il loro numero.

Ben presto, Tammy e Jim capiscono di poter fare tanti soldi con le donazioni servendosi della religione come fine per ingannare il pubblico. Diventano i telepredicatori più ricercati Tammy e Jim, insieme nel loro nuovo show ma astuti anche separati in due diversi programmi con tanto di recitazione e lacrime vere per catturare l’attenzione e strappare quanto più denaro possibile. Ma dietro l’ascesa e la fama di una grande famiglia, con due bambini a seguito, sprofondare nella rovina con scoop su scandali sessuali e finanziari ha sempre i suoi effetti negativi…

Ci fermiamo qui nella sintesi del biopic, ma vi invitiamo a guardare il trailer italiano ufficiale pubblicato su YouTube distribuito dalla Searchlight Pictures Italia.

“Gli occhi di Tammy Faye”, cosa non ha funzionato

È un film che vuole vestirsi da biopic innovativo e ben costruito “Gli occhi di Tammy Faye”. Michael Showalter sceglie e dirige due star hollywoodiane conosciutissime al grande pubblico di cinefili, Jessica Chastain (Tammy Faye) e Andrew Garfield (Jim Bakker), fallendo nel suo tentativo di illuminare due recitazioni che potevano risultare perfette, se solo avessero avuto lo spazio per far vedere la loro dote attoriale invidiata non solo in America.

Lo spiraglio di luce lo assorbe tutto Jessica Chastain, che dietro ai suoi due occhioni blu intenso non abbandona mai le redini della storia che vacilla sempre di più nella maggior parte del biopic. E non riesce a risollevarsi, annientato com’è dalla troppa esuberanza ed enfatizzazione della sceneggiatura stessa. 

Le tiene ben salde quelle redini Jessica Chastain, cercando di navigare tra le onde disastrose che “Gli occhi di Tammy Faye” non riesce a infrangere e a passare altrove. Cerca di rimanere a galla e ci riesce l’attrice reduce dal successo internazionale di “Storie da un matrimonio” di Hagai Levi, evitando di sprofondare nel racconto troppo piatto che devasta le due ore piene di film. Meno si può dire su Andrew Garfield, di certo non la sua interpretazione migliore.
 
Sebbene ci sia la volontà di raccontare l’ascesa e la decadenza di una famiglia di telepredicatori realmente esistita ‒ che ha usurpato denaro tramite donazioni per telefono dal popolo umile con l’inganno di chi è abile a marciare sull’austerità di uomini e donne che si immedesimano nei racconti che Tammy Faye porta in tv ‒ Michael Showalter ha perso la retta via, iperbolizzando una storia di redenzione tanto importante riducendola a tratti a pura banalità. Con qualche battuta comica di troppo che stona con il resto della biografia.

Poteva essere tanto “Gli occhi di Tammy Faye”, giocare sui due bravissimi attori che solo a nominarli preannunciavano già la buona riuscita del biopic. Purtroppo, però, anche il trucco troppo pesante su Jessica Chastain e Andrew Garfield, tanto da sembrare “gonfi” in viso e con una cera impastata così pacchiana da apparire quasi plastificati, ha condizionato la degenerazione del “bel” biopic che prometteva bene.

VOTO: 5

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