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Venerdì, 19 Aprile 2024
Film al Cinema

Anna Frank e il diario segreto: animazione dal tema forte quanto il suo intento didattico

Presentato fuori concorso a Cannes 2021, arriva in Italia il film firmato dal regista e sceneggiatore Ari Folman che racconta la storia di Anna Frank partendo dai giorni nostri

Era il 9 luglio del 2021 quando il regista e sceneggiatore israeliano Ari Folman presentava fuori concorso al 74esimo Festival di Cannes il film d’animazione Anna Frank e il diario segreto, la prima pellicola sostenuta dall’Anne Frank Fonds di Basilea e in partnership con l’UNESCO, la Claims Conference, la Fondazione della Memoria della Shoah e altre organizzazioni. Dopo essere sbarcato in Francia, Belgio e Olanda, il lungometraggio raggiunge le sale italiane il prossimo 29 settembre.

Anna Frank e il diario segreto, la trama del film

Kitty, l’amica immaginaria a cui Anna Frank scrisse il suo famoso diario tra il 1942 e il 1944, prende magicamente vita quando, durante la notte, un violento temporale distrugge la teca in cui è custodito il prezioso volume nella casa-museo di Amsterdam. La ragazza inizia così a muoversi per le strade della città di oggi alla disperata ricerca di Anna, che scoprirà essere diventata un simbolo tra scuole, musei e teatri in suo nome e in memoria della tragedia dell’Olocausto. Kitty oscilla tra la moderna capitale olandese, dove le persone sembrano aver dimenticato la vera lezione della sua migliore amica, e le pagine del diario, dove riesce a rifugiarsi immergendosi nelle parole e nei ricordi del tempo. Scoperta la verità sulla storia di Anna e capito di essere un fantasma – visibile solo se vicina al diario – Kitty, con l’aiuto dell’amico Peter, decide di impegnarsi nel salvare lapiccola Awa e la sua famiglia di rifugiati dal rimpatrio e ottenere un posto nel mondo.

Trailer 

Tanta tecnica, ma forse troppa didattica

Ari Folman si ripresenta a Cannes tredici anni dopo il successo internazionale e gli elogi della critica per Valzer con Bashir, ma non riesce a ripetere lo stesso bellissimo viaggio onirico per raccontare una tragedia (in quel caso, il massacro di Sabra e Shatila del 1982) rifugiandosi in una struttura più rigorosa e tradizionale, caratterizzata da un impianto fortemente didattico sul tema dell’Olocausto. Alla base di questa scelta c’è sicuramente un coinvolgimento in prima persona (i nonni del regista e sceneggiatore israeliano furono infatti deportati ad Auschwitz la stessa settimana in cui la famiglia Frank varcò i cancelli di Bergen-Belsen) e dunque un chiaro stampodivulgativo votato alla riflessione. La protagonista Kitty funge infatti da motore di un viaggio fatto di ricordi per poi diventare monito contemporaneo, ragionando sulla crisi umanitaria dei migranti in Europa – un potenziale e pericoloso nuovo Olocausto – e sul valore dei luoghi della memoria, troppo spesso ridotti a semplici mete turistiche.

La scelta di raccontare una tragedia degli anni Trenta e Quaranta partendo dai giorni nostri è sicuramente azzeccata e gestita molto bene attraverso i continui ricordi della protagonista, ma il vero punto di forza di Anna Frank e il diario segreto è indubbiamente l’animazione. Guidata dall’illustratrice Lena Guberman e composta da 159.000 disegni individuali creati in 15 paesi, risulta sempre elegante, coinvolgente e anche coraggiosa nell’utilizzo della tecnica mista, andando a sfruttare il 2D, sfondi statici, stop-motion, scenari in miniatura ripresi con telecamere reali e tanto altro in una combinazione suggestiva (con qualche raro ma giustificabile errore di prospettiva). È infatti molto difficile non essere trasportati dall’affascinante “viaggio” fatto di flashback di Kitty.

Punto debole della pellicola rimane invece il tema didattico troppo invadente che, oltre a essere caratterizzato da un’eccessiva verbosità – con discorsi molto a sé stanti, come alcune riflessioni sulla religione e sul significato di essere ebreo un po’ troppo “schiette” e staccate dalla fluidità della narrazione vera e propria – non inquadra del tutto un target di pubblico, rimanendo in una sorta di limbo. Non si tratta infatti di un film per studenti elementari (proprio per alcuni dialoghi così riflessivi e logici) ma neanche per adolescenti, che non hanno certo bisogno di vedere i nazisti raffigurati come giganteschi demoni oscuri e bestiali alti più di due metri, e forse neanche per adulti vista la vena un po’ naïve. Il tutto intervallato da scene sognanti esteticamente molto belle, vicine al fantasy tale miyazakiano. Se però il regista giapponese riusciva a raccontare (e spiegare ai più piccoli) la guerra senza farla vedere, Anna Frank e il diario segreto la espone in maniera fin troppo chiara e la illustra passo dopo passo attraverso una storia che, per chiudere il “cerchio” didattico, fa un bel parallelismo coi giorni nostri e la situazione di crisi umanitaria dei rifugiati, giustificando l’avventura della protagonista ma non riuscendo ad andare oltre l’azzardo.

VOTO: 6

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