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Giovedì, 25 Aprile 2024
Film al Cinema

Avatar 2, il produttore Jon Landau: "Ci siamo spinti al limite massimo della tecnologia"

Dal 14 dicembre nelle sale italiane, è uno dei film più attesi della stagione

Non c’è dubbio che Avatar: La via dell’Acqua sia uno dei film più attesi della stagione, non fosse altro perché si tratta del primo dei quattro sequel del film che ha incassato di più nella storia del cinema. Per vedere il nuovo lungometraggio che segue le vicende della famiglia Sully, gli spettatori italiani dovranno aspettare fino al 14 dicembre, ma qualche anticipazione su quello che il pubblico può aspettarsi da questa nuova avventura creata dalla mente di James Cameron la dà, in anteprima, il produttore Jon Landau in un incontro con la stampa italiana, in collegamento da Wellington, in Nuova Zelanda, dove si sta ancora lavorando agli ultimi ritocchi del film.

Avatar: la via dell’acqua, cosa sappiamo della trama

Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua ci riporta a Pandora, a seguire le vicende della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), costretta ad abbandonare la propria casa a causa di una minaccia che la insegue. Il film racconta fino a dove i componenti di questa famiglia sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e degli ostacoli che affrontano. “James Cameron mette sempre al centro delle sue opere temi universali, e quale tema è più universale della famiglia?” spiega Jon Landau “In questa vicenda la parola famiglia viene declinata non solo nel senso della famiglia biologica, ma in un più generico senso di appartenenza a una comunità. La storia di questa famiglia non è raccontata solo dal punto di vista dei genitori, ma anche da quello dei figli adolescenti, che devono ingaggiare la propria battaglia nella battaglia, alla ricerca della loro identità e del loro posto nel mondo”.

Andando avanti con qualche anticipazione sulla trama, ancora blindata, Landau svela: “Vedremo la famiglia Sully costretta a lasciare la propria casa e a cercare rifugio nel proprio clan, che all’inizio non li aspetta certo a braccia aperte. Loro sono degli outsider e devono superare tutte le difficoltà legate a quella situazione: oltre che fronteggiare un pericolo incombente, ci sono i ragazzi che non accettano di venire sradicati dal loro mondo, si sentono non accolti dal clan e si ritrovano a combattere anche per conquistare i loro spazi e trovare la loro strada in un nuovo mondo”.

Avatar 2, tutte le anticipazioni svelate da Jon Landau

La produzione di questo film, che arriva a 13 anni di distanza dal primo capitolo della saga, pare sia stata particolarmente complessa. Per il produttore la sfida più grande è stata quella di girare tutti e quattro i sequel insieme. “Non è stato facile portare avanti quattro film contemporaneamente, sotto tutti i punti di vista, a iniziare da quello del tempo di scrittura. L’altra grande sfida produttiva di questo film, su cui puntavamo a dare il massimo, è stata la performance capture sott’acqua. Non si è trattato solo di riprendere scene in cui gli attori trattenevano il respiro, abbiamo usato un serbatoio da due milioni di litri e abbiamo lavorato in modo da catturare al meglio la scena che si svolgeva. Inoltre, rispetto al primo film, in questo ci sono molte più parti in cui la CGI si mischia al mondo reale, e anche questa è stata una sfida piuttosto impegnativa”.

Sulla scelta di girare quattro sequel contemporaneamente, Landau spiega: “E’ stata una scelta fatta per rendere più efficiente la produzione, ma anche valutando il fatto che molti personaggi sono ragazzini e girando a distanza di uno, due, tre, quattro anni non avremmo potuto avere personaggi che mantenessero lo stesso aspetto”. Se gli si chiede come è stato il rapporto con gli Studios per questo film, e se è vero che lo staff di James Cameron si sia dovuto impuntare per proteggere alcune scelte produttive, Landau spiega di aver avuto totale libertà. “In realtà, come ha spiegato anche Cameron in un’intervista, questa situazione si è presentata un paio di volte quando abbiamo girato il primo Avatar, in particolare si trattava della sequenza del volo e della morte di Grace. Questa volta non abbiamo avuto nessuna discussione né confronto, nessuno ci ha suggerito di aggiungere o togliere qualcosa, da questo punto di vista è andato tutto benissimo”.

Continuando con le anticipazioni, in Avatar 2 ritroveremo Sigourney Weaver, impegnata a interpretare in una sola scena tre personaggi, e il principale dei quali del tutto inaspettato: “Sigourney Weaver fa la parte di Grace umana, ma soprattutto di Kiry, la 14 enne avatar”- svela Landau - “Ed è una parte in cui si lascia andare anche al suo lato più giocoso, d’altronde, come ha detto lei, non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi a interpretare il ruolo di un’adolescente, e invece in questo film, grazie alla tecnologia, ha potuto farlo”. La tecnologia e le sue potenzialità spinte al massimo sono d’altronde un marchio di fabbrica di James Cameron, come sottolinea il produttore di Avatar 2: “Credo che James abbia da sempre usato la tecnologia spingendola fino al limite massimo nel suo cinema, sin dai tempi di Terminator 2, poi con Jurassic Park, con Titanic e poi ovviamente con Avatar. Con questo nuovo capitolo ha spinto i confini ancora un po’ più in là, e facendo questo penso abbia aperto la strada a molti altri registi”.

E, a proposito di tecnologia, la visione di Avatar: la via dell’acqua in 3d risulta un’esperienza davvero coinvolgente, potrà questo film portare un rinnovato interesse per questa tecnica che negli ultimi anni è stata un po’ snobbata dal cinema? “Penso che sia importante capire che il 3d da solo non basta a fare un grande film. E’ una finestra che si amplia, esaltando la visione, ma se quello che si vede è brutto rimane brutto, se è un gran film sembrerà ancora più grande. Penso che il più grande pregio del 3d sia che offre allo spettatore un’esperienza immersiva da vivere esclusivamente in sala, un’esperienza che non si può fare rimanendosene a casa”.

Il primo Avatar è stato uno dei più grandi successi della storia del cinema, ma di un cinema che viveva in un altro mondo. Dopo tutti gli sconvolgimenti degli ultimi anni, che hanno coinvolto anche il cinema e il modo in cui ne usufruiamo, Landau rimane comunque ottimista sul futuro dei film in sala. “Il New York Times ha scritto in un articolo ‘ora che l’intrattenimento si può avere a casa, i film al cinema moriranno’, ma lo ha scritto nel 1983. Io credo che, nonostante tutti i cambiamenti a cui abbiamo assistito, le persone continuino a cercare l’esperienza del cinema. D’altronde, andare al cinema per chi ama i film è come andare a un concerto per chi ama la musica: ascoltarla in streaming e assistere ad un concerto sono due cose totalmente diverse, così per un film visto a casa o in sala. Io credo che se diamo alle persone buoni film, le persone continueranno ad andare al cinema. Bisogna assicurare al pubblico un’esperienza diversa da quella che possono fare a casa, anche di concerto con gli esercenti. Ottimi film e ottima esperienza fanno ancora uscire la gente di casa”.

Infine il tema ambientale, centrale nel primo Avatar, non può che tornare nei sequel: “Il primo Avatar inizia e si chiude con Sully che apre gli occhi. Un film non può fare lunghi discorsi filosofici, ma io spero davvero che anche il nostro lavoro aiuti le giovani generazioni e tutto il pubblico ad aprire gli occhi. Il fantasy viene usato come metafora per raccontare il mondo in cui viviamo, il tema ambientalista ha un’eco in ogni singola sequenza del film. Anche durante la lavorazione abbiamo cercato di fare la nostra parte con i set totalmente plastic free altre misure di efficientamento energetico, perché non puoi predicare bene e razzolare male. Uno dei principali messaggi di questo film è che viviamo tutti connessi con l’ambiente che ci circonda e dobbiamo riconoscere questa connessione”.

Intanto, in attesa di farci sbalordire da Avatar, la via dell’acqua, dal 22 settembre possiamo tornare a Pandora godendoci al cinema la versione rimasterizzata del kolossal del 2009.

Il trailer

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