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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Napoli, il pm chiede gli arresti domiciliari per Biagio Izzo

L'attore sarebbe coinvolto in un'inchiesta della Guardia di Finanza riguardante la vendita all'asta di una moto e di un'auto, oltre che di alcuni mobili. Il legale: "Totalmente estraneo ai fatti"

Con l'ipotesi di reato di turbativa d'asta, sono stati chiesti gli arresti domiciliari nei riguardi di Biagio Izzo, noto comico e attore partenopeo. Sarà il Tribunale del Riesame, il prossimo 23 marzo, a prendere una decisione al riguardo. Secondo quanto riporta NapoliToday, Izzo sarebbe coinvolto in un'inchiesta della Guardia di Finanza. La richiesta dei domiciliari, avanzata nei mesi scorsi dal pm Valter Brunetti – per l'attore e altri indagati – era già stata respinta dal Gip, ma la Procura ha impugnato la decisione.

"Biagio Izzo totalmente estraneo ai fatti"

Biagio Izzo si dichiara estraneo ai fatti. "Nessun arresto e nessuna responsabilità dell’attore, nell’indagine si chiarirà tutto - puntualizzano i legali di Izzo, Sergio e Angelo Pisani - In realtà Biagio Izzo, come già riconosciuto dal giudice nelle indagini preliminari è totalmente estraneo a qualsiasi ipotesi di reato. L’attore infatti non compare in alcuna conversazione ed appare coinvolto nell’inchiesta solo indirettamente a causa di alcuni soggetti che parlano di lui e cercano di entrare nelle sue grazie per l’acquisto all’asta di due motorini pignorati per cui invece il contribuente aveva presentato regolare ricorso".

"Il gip alla luce degli atti ha già fatto chiarezza - proseguono i legali - escludendo in radice la possibilità che possa configurarsi ipotesi turbativa d’asta. Siamo sicuri di chiarire ogni aspetto, c’è massima fiducia nella giustizia per dare chiara risposta ad infelici strumentalizzazioni mediatiche. Ci sorprende l’appello del pm trattandosi peraltro di fatti di anni fa, su cui c’è incompetenza territoriale, rispetto ai quali riteniamo che l’attore non abbia avuto nessuna condotta irregolare".

L'attore pare sia stato coinvolto nelle indagini riguardanti la vendita all'asta di una moto e di un'auto oltre che di alcuni mobili. L'ipotesi dell'accusa è che Izzo volesse rientrare in possesso dei beni, precedentemente pignorati in seguito ad un lungo contenzioso con Equitalia. Secondo l'accusa, due (all'epoca) dipendenti Equitalia, insieme ad un dirigente dell'istituto vendite giudiziarie di Napoli, si sarebbero mossi per fare in modo che i beni – intanto venduti in un'asta giudiziaria – ritornassero all'attore.

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