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Giovedì, 18 Aprile 2024
Film al Cinema

“Cyrano”, il musical romantico di Joe Wright non convince

La recensione dell’ultimo film del regista inglese che pecca di eccessivo pathos. Dal 3 marzo al cinema

Tre candidature, una agli Oscar e due ai Golden Globe, per il film presentato in concorso nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2021: “Cyrano”. Il pluripremiato regista inglese Joe Wright firma il suo ennesimo film in costume, dopo “Anna Karenina”, “Espiazione” e “Orgoglio e pregiudizio”. E proietta sul grande schermo un genere che tocca nuove corde: il drammatico storico si mescola all’amore lodato nelle parole cantate. E il musical che ne deriva è un chiaro inno al sentimento più coinvolgente che unisce un amore dal sapore zuccherino ma straziante al tempo stesso.

Adattamento cinematografico dell’omonimo musical di Erica Schmidt ‒ e si sente il suo zampino anche nella scelta dell’attore principale Peter Dinklage, non a caso suo marito dal 2005 ‒ a sua volta tratto dalla famosa commedia “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand, “Cyrano” si beatifica dello straordinario scorcio siciliano che affascina con la sua bellezza artistica. E lo stile barocco di Noto, Siracusa, Scicli, Catania, con una nota appena accennata alla madre natura Etna, brilla sugli abiti di fine ‘800 (o così sarebbe stato) e sulla performance attoriale di Peter Dinklage, l’unica meritevole del plauso del pubblico che (ri)solleva la buona riuscita del film. 

Leggiamo la trama del musical per approfondire la storia d’amore dalle dolci parole scritte nero su bianco da Christian-Cyrano per l’amata Roxanne.

“Cyrano”, trama del film

Cyrano (Peter Dinklage) è uno spadaccino molto abile con il cuore fervido d’amore per la bella Roxanne (Haley Bennett). Combatte e uccide chi lo ostacola solo per quel forte desiderio. Nessuno sa che incanta il suo pubblico anche nell’arte dello scrivere divinamente il romanticismo puro e comporre poesie gli riesce meglio che uccidere per spargere sangue. Soprattutto se le poesie d’amore sono rivolte a Roxanne, da sempre innamorato di lei fin da quando erano conoscenti nello stesso paese natìo.

Un giorno, l’innocente Roxanne chiede di poter vedere in privato l’amico di vecchia data Cyrano per raccontargli del suo amore a prima vista per il cadetto Christian (Kelvin Harrison Jr.), che le ha rubato l’anima. Roxanne non sa, però, dell’amore profondo che Cyrano prova per lei e il suo cuore va in frantumi. Con la felicità che si trasforma in tristezza e rabbia che riesce a contenere rispettando la promessa di Roxanne a mo’ di pegno d’amore: prendersi cura di Christian senza fargli mancare nulla. E scriverle, perché leggere quelle parole confortanti per lei significa tutto.

Così, Cyrano e Christian diventano amici per la pelle e si aiutano a vicenda: le lettere verranno scritte da Cyrano, decisamente più bravo con le parole, e in cambio il suo cuore stracolmo di ardore potrà finalmente liberarsi di tutti quei giochi verbali. E inizia l’intenso scambio epistolare, con parole che traboccano di focosa passione e la voglia di vedersi per la prima volta come due innamorati felici. Ma il colonello De Guiche (Ben Mendelsohn) desidera Roxanne più di ogni altra cosa e la sua bramosia brucia come un fuoco che non vuole spegnersi…

“Cyrano”, la storia d’amore su misura di “Romeo e Giulietta”

È un romantic musical a tratti iperbolicamente smielato “Cyrano”. È chiara fin da subito la calda sensazione di un amore nascente. E le musiche, la voce solista che si mescola all’armonia delicata delle note che risuonano in sottofondo, amplificano lo sfrenato pathos di due innamorati che si scrivono lunghe lettere d’amore per piombare in un silenzio imbarazzante quando gli sguardi si incontrano, occhi su occhi.

E, a proposito di sguardi, curioso notare come la rilettura cinematografica della celebre pièce teatrale proietti incredibilmente il remake perfetto del gioco di sguardi tanto caro a “West Side Story” di Steven Spielberg e a Jerome Robbins e Robert Wise prima di lui. Come se lo sguardo intenso fosse il primo sintomo di un amore felice. Peccato solo che Christian e Roxanne plasmano le sembianze caricaturali di Tony e Maria del bellissimo musical-manifesto per l’America di quegli anni, differenti soltanto nei costumi di scena con un pizzico di ironia che strappa volentieri qualche risata.

E non manca l’insignificante voragine tra il detto e il non detto, tra musica e parola che sembra farsi beffa della storia d’amore nella sua piena realizzazione. Il sempliciotto Christian, di colore e vestito di rosso come il resto dell’armata, si affida all’arte del saper parlare bene (e d’amore) di Cyrano e il triangolo Christian-Cyrano-Roxanne trova il suo amor cortese, nell’appassionato desiderio per la bellezza fisica del cadetto e per la nobiltà d’animo del più tenero Cyrano. Un ménage à trois tra Christian e Roxanne che si comportano come i bellissimi Romeo e Giulietta, e il terzo incomodo Cyrano che concilia una relazione amorosa. Come se il verso shakespeariano fosse adesso riletto e intonato: “O Christian, Christian, perché sei tu Christian?”. 

Ma è proprio la musica a scombinare i piani: come per magia, il giovane cadetto, bravo solo in guerra, dal non sapere esprimere i suoi sentimenti trova nella melodia la sua libertà artistica. E le parole sembrano piovere giù dal cielo dell’eloquenza ritrovata, come fossero neve che imbianca il cratere dell’Etna nella splendida Sicilia che pecca di inquadrature ad hoc senza nessuna osservanza.

È una storia d’amore orgogliosamente eccessiva “Cyrano”. Tra lacrime per non udire quelle dolci parole dal vivo, musiche ardenti divorate dalla dose di miele quantitativamente esagerata e i pochi frame sugli scorci siciliani che meritavano il primissimo piano per il forte impatto visivo, abbelliti come sono dallo stile barocco del ‘600 (salvo qualche dettaglio fortunatamente accentuato), la nuova rivisitazione di “Romeo e Giulietta” con un triangolo amoroso in mezzo sprofonda nell’abnorme scetticismo intriso di musica e parole. E Peter Dinklage è l’unico Cyrano che, con i suoi occhi azzurri e primi piani finemente espressivi, impreziosisce un musical che altrimenti sarebbe stato inverosimile.

Voto: 5

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