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Giovedì, 25 Aprile 2024
Film al Cinema

“Ennio” di Tornatore: il ritratto imperdibile di un uomo che ha fatto della musica la sua vita

Un delicato ed emozionante documentario sulla figura del Maestro, al cinema dal 17 febbraio

"La musica è un fatto intellettuale", così commentava Goffredo Petrassi, il maestro e modello di Ennio Morricone. Questo documentario non mostra solo la sua unicità, sia come compositore che come uomo, ma anche quanto le sue opere pervadano la nostra cultura. Senza rendersene conto ci si trova spesso ad intonare i ritornelli delle sue opere. Morricone ha rivelato di aver sempre cercato di liberare la musica dall’aura di intellettualità e renderla accessibile a tutti. Una sfida che spesso tra i colleghi compositori lo ha un po’ discriminato e isolato.

La forza delle sue composizioni non risiedeva solo nella genialità che guidava la combinazione delle note, ma nella sua origine. È sorprendente rendersi conto come tutto ciò che è servito al Maestro per creare melodie ed arrangiamenti iconici, sia stato un suono semplice o addirittura un rumore. Barattoli che rotolano, tacchi che risuonano o una scala di legno che scricchiola. La musica è in tutto ciò che ci circonda e lui è stato uno dei pochi in grado di coglierla grazie alla sua grande sensibilità. 

La storia di Ennio

È lui a raccontarsi davanti alla telecamera e lo fa con una limpidezza e onestà semplicemente commoventi. Influenzato fortemente dal padre trombettista entra in conservatorio imparando anche lui a suonare questo strumento. Lo affianca nelle serate per guadagnare lo stipendio e sostituirlo quando sta male. Capisce di voler provare a comporre e da qui segue le lezioni di Goffredo Petrassi, una figura che per lui sarà fondamentale e con cui manterrà il rapporto nel corso degli anni. Terminati gli studi inizia a lavorare per la RCA, la casa discografica romana dove arrangia brani per diversi artisti. "In ginocchio da te" di Gianni Morandi, " Se Telefonando..." per Mina, "Sapore di sale" di Gino Paoli e "Abbronzatissima" di Edoardo Vianello.

Ma la svolta nella sua carriera arriva grazie all'incontro con Sergio Leone. Per il regista romano creerà la colonna sonora di film western che rimarranno nella storia: da "Per un pugno di dollari” a “Per un dollaro in più" fino a “C'era una volta in America". Questa collaborazione forgia tra i due un forte legame di amicizia e fiducia. Seguono altre collaborazioni con registi noti che lo porteranno a ricevere ben due Oscar. Un’altra parte fondamentale della sua vita è stato poi il matrimonio con la moglie Maria che lo ha sempre supportato e affiancato. Registi, cantanti, cantautori e compositori riconoscono la portata rivoluzionaria del suo operato. Vi lasciamo qui sotto il trailer del film.

Un precursore della composizione 

La figura che viene presentata in Ennio, come già accennato, è sia quella di uomo che di compositore. La sua formazione, influenzata da Petrassi, lo sospingeva verso una tipologia musicale che fosse rigorosa e pura, in un certo senso. Un rigore e una disciplina che ritrovava anche in una delle sue altre passioni: gli scacchi. Nei film western invece ha avuto l’impressione di creare qualcosa di lontano dai modelli d’eccellenza, sentendosi in difetto, nonostante fossero pezzi molto apprezzati. È per questo motivo che nei film successivi cerca quasi di riscattarsi e dare loro un'impronta meno minimalista ma più elaborata ed emozionante. I risultati sono dei capolavori indiscussi. 

Bernardo Bertolucci, intervistato da Tornatore, ha riconosciuto a Morricone l'immediata capacità di creare colonne sonore leggendo le scene che vedeva sullo schermo. Ogni persona intervistata nel documentario gli riconosce il merito di aver inventato le colonne sonore per i film, gettando le basi di questo genere. Il Maestro ha più volte ammesso che sarebbe stato troppo facile usare canzoni altrui: non gli sembrava corretto. Seguendo la sua etica ha sempre indagato, studiato e dopo aver letto la sceneggiatura ha creato i suoi brani. Vedeva le note come dei mattoni: la loro combinazione poteva creare gli edifici più disparati e così ha fatto lui con le sue note. 

Perché vedere Ennio 

È davvero difficile trovare dei difetti a questo omaggio che Tornatore ha realizzato. Il regista ci ha lavorato per ben 7 anni in cui ha raccolto immagini di repertorio, documentari, foto personali e ha realizzato le interviste. Il montaggio, ben sequenziale e diretto, è il fulcro di questo film; introduce la storia di Ennio Morricone e ci guida nella sua vita. La regia è intensa, ricca di primi piani sul suo viso espressivo, sugli occhi dolci e soprattutto sulle mani. 

La gestualità per un compositore è fondamentale e Tornatore si sovrappone a lui ponendo gli spettatori in primo piano, come se fossero loro a dirigere insieme al Maestro. I motivi per vederlo sono tantissimi ma tra tutti spiccano la semplicità di quest'uomo, la sua spontaneità e la sua straordinaria capacità di creare musica come pochi hanno fatto. Questa sgorgava, dalla sua mente e dal suo cuore, in una naturale e fluida azione compositoria, Un uomo che, come ha detto Nicola Piovani, ha reso eccezionale ciò che era normale. 

Voto: 9

Il trailer 

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