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Venerdì, 29 Marzo 2024

Marianna Ciarlante

Giornalista

Don't Worry Darling con Harry Styles è la caduta di stile di Venezia 79

Doveva esserci, come in tutte le edizioni del Festival del Cinema di Venezia, quel film in grado di deludere le aspettative, di non essere all'altezza degli altri titoli proposti, di non fare la differenza nè per la sua trama, nè per la sua struttura, né per l'interpretazione dei suoi attori protagonisti. Ecco, anche quest'anno, quel film c'è stato e, rullo di tamburi, è Don't Worry Darling di Olivia Wilde. La pellicola fuori concorso di Venezia 79 vede, tra i suoi protagonisti, Harry Styles, il cantante inglese che torna al cinema in un film diretto dalla sua stessa fidanzata che, oltre a essere regista, è anche attrice nel film. Quella raccontata da Don't Worry Darling è una storia distopica che mette in mostra i risultati di un esperimento sociale in cui viene creata una realtà virtuale dove la vita è "perfetta" e dove la felicità è una questione semplice fatta di ville lussuose, feste in piscina, shopping e niente più. Cosa non funziona in questo idillio? Le donne che ne fanno parte, ridotte, nel film, a persone il cui unico compito è quello di prendersi cura dei loro mariti, della casa e di preparare loro la cena a fine giornata, non sono consapevoli dalla falsità della vita che stanno vivendo e vengono manipolate in questo esperimento che nasce proprio dal disagio dei loro mariti di vivere una vita insoddisfacente nella realtà.

L'ex attrice di Dr. House dietro la macchina da presa non convince affatto e non basta la presenza di un nome notissimo come quello dell'ex membro dei One Direction a mettere le pezze necessarie per coprire le lacune di questo film. 

Dont' Worry Darling è un'accozzaglia di più elementi messi insieme tutti un po' a caso, c'è il solito discorso della ricerca della felicità, che ricorda un po' la serie Netflix spagnola Benvenuti a Eden, un montaggio che lascia a desiderare, una sceneggiatura confusionaria e anche abbastanza scontata e dei temi trattati che non hanno il potere di coinvolgere, emozionare e toccare nel profondo lo spettatore. 

Prevedibile, poco originale e a tratti noioso, Don't Worry Darling è la vera delusione di Venezia 79 ma, dopotutto, a qualcuno doveva pur spettare questo ruolo. 

Voto: 4

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