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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I film più deludenti della Mostra del Cinema di Venezia (finora)

I titoli presentati a Venezia 78 che hanno convinto di meno per trama, regia, interpretazione e sceneggiatura

La Mostra del Cinema di Venezia è una kermesse di storie immaginarie di ogni genere. Tutti gli anni, a settembre, nelle sale del Lido di Venezia vengono presentati in anteprima i titoli che andranno a riempire le programmazioni cinematografiche e i cataloghi delle piattaforme streaming della prossima stagione. Alla Mostra del Cinema c'è di tutto, dalla commedia al dramma fino a passare per il western, si entra in una storia per poi entrare nella successiva, si passa da una lingua orientale a una occidentale nel giro di qualche ora ma ciò che non manca mai sono le emozioni sia quelle positive che quelle negative. Oggi vogliamo andare controcorrente e parlarvi di queste ultime, cioè di tutto il brutto della Mostra del Cinema di Venezia con un focus sui film più deludenti di questa 78° edizione del festival. Finora i film deludenti sono in numero decisamente superiore rispetto ai titoli che hanno saputo conquistare il cuore degli spettatori ma mancano ancora diversi giorni alla fine della Mostra quindi staremo a vedere se si aggiungerà qualche altro titolo all'elenco o meno.

Non ci resta che entrare nel vivo e scoprire quali titoli non diventeranno, molto probabilmente, i film dell'anno. Vediamo se siete d'accordo. 

I film più brutti di Venezia 78

The Power of the Dog

Potrebbe sembrare strano aver inserito The Power of the Dog tra i film più deludenti della 78° edizione della Mostra del Cinema di Venezia dato il calibro del suo attore principale: Benedict Cumberbatch ma tolta la sua interpretazione del film resta ben poco. Il potenziale in questa storia c'è e si apprezzano molto le scene descrittive, anche nella loro lentezza che al cinema, oggigiorno, è spesso assente ma il film risulta in toto abbastanza pesante da seguire, eccessivamente lungo e troppo enigmatico nella trama che sembra non andare da nessuna parte. Si continua a guardare questo western su due fratelli uno opposto all'altro con una curiosità che non viene mai appagata perchè oltre alla descrizione del carattere dei personaggi non succede niente o, perlomeno, niente degno di nota se non nel finale. C'è un aspetto macabro, inoltre, che non aiuta e non fa sì che quello che poteva essere l'asso nella manica del film, cioè il suo attore protagonista, dia una mano alla resa positiva del film. Non basta il volto accigliato di Cumberbatch e la buona interpretazione di Kristen Bell (che ha sostituito Elisabeth Moss) a far sì che usciti dalla sala si abbia la sensazione di aver visto un bel film. 

The Card Counter

Altra delusione di Venezia 78 è The Card Counter, il film scritto e diretto da Paul Schrader con Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan e Willem Dafoe nel cast. Si tratta di una via di mezzo tra film sul gioco d'azzardo e il racconto d'azione con un ex militare che potrebbe sembrare affascinante a inizio film ma si perde in una trama poco avvincente e che, anche in questo caso, non porta da nessuna parte. I personaggi secondari sembrano essere messi lì per non lasciare da solo il protagonista ma di loro si poteva benissimo fare a meno così come della capacità di contare le carte da gioco da parte di William Tell, caratteristica che dovrebbe renderlo speciale ma resta solo un espediente per farlo sembrare più interessante di quello che è in realtà. Il film non scaturisce alcun tipo di emozione e potrebbe essere messo benissimo nell'elenco di quei titoli da dimenticare e molto probabilmente è proprio quello che accadrà. Sarà un caso che sia Netflix che Amazon Prime l'hanno rifiutato?

Madres Paralelas 

Passiamo all'altro film che ha disatteso le aspettative del pubblico: Madres Paralelas di Pedro Almodóvar, il film di apertura di Venezia 78. Tanta trepidazione per una pellicola che sembrava avere tutte le caratteristiche per essere un piccolo capolavoro ma che sullo schermo non ha avuto la stessa presa che sulla carta. A parte l'interpretazione dei protagonisti, tra cui la brava e bella Penelope Cruz, già dall'inizio si capisce che qualcosa non va nel montaggio e nel mix di generi cinematografici che non aiutano lo spettatore a entrare a pieno nella trama e restarne affascinati. Nonostante questo, si salva il messaggio femminista del film, la riflessione sul tema della maternità e della libertà femminile e i bellissimi dialoghi delle tre protagoniste ma, ancora una volta, tutto questo non basta. Da Almódovar ci si aspettava decisamente qualcosa di più. 

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