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Martedì, 16 Aprile 2024
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Redazione

Halloween Kills, la recensione: un brutto sequel che profana il mito


Nel 2018 David Gordon Green rilanciava il mito di Michael Myers con un reboot/sequel in grado di conquistare la critica e sbancare il box office, con 255 milioni di dollari incassati in tutto il mondo dopo esserne costati appena 10. Mai un film del franchise Halloween aveva incassato tanto. Un successo talmente clamoroso da trasformare quel singolo ennesimo capitolo nel primo film di una nuova trilogia, con Jamie Lee Curtis, iconica Laurie Strode, co-protagonista al cospetto del killer che l’ha resa immortale.

Dove eravamo rimasti?

Halloween Kills, che anticipa di un anno esatto l’uscita di Halloween Ends, riparte esattamente dall’ultima scena del film del 2018, con Laurie, gravemente ferita all’addome, in fuga insieme a sua figlia e a sua nipote dopo aver dato alle fiamme la propria casa con Michael al suo interno, apparentemente intrappolato nel seminterrato Ma Myers, ovviamente, non è morto. Anzi, è più assetato di sangue che mai. 

Laurie, Karen e Allyson raggiungono l’ospedale convinte di aver scritto la parola fine al loro infinito incubo horror, ma l’Uomo Nero continua a seminare il panico ad Haddonfield, scatenando la furia dei cittadini, decisi a farsi giustizia da sé. “Il diavolo morirà stanotte”, gridano in preda alla cieca rabbia, andando a caccia di Michael…

Solo sangue e poco altro

Presentato fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Halloween Kills profana il mito creato da John Carpenter e Debra Hill nel lontano 1978, limitandosi ad allungare un brodo che Universal e Blumhouse hanno cucinato come ricca trilogia. Se nel capolavoro originale non si vedeva praticamente mai del sangue, perché la paura emergeva dall’ombra, con Halloween Kills David Gordon Green si diverte a seminare morti ammazzati, con Michael semplicemente chiamato a fare una strage. 

Cadavere dopo cadavere, la sceneggiatura si limita ad immaginare omicidi differenti ed efferati, mentre attorno al mostro l’insensatezza regna sovrana. Un sequel fuori controllo nella scrittura, a tratti involontariamente comico ed esageratamente slasher, che vede Jason Blum, qui produttore, dar vita ad un cross-over non dichiarato con The Purge.  La famigerata 'essenza del male' che Myers rappresenta perfettamente da oltre 40 anni assume in Kills i contorni di un frullatore di carne umana, che molto semplicemente fa a pezzi chiunque osi trovarsi sulla sua strada.

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Un capitolo due stanco e privo di idee che inspiegabilmente lascia in panchina Jamie Lee Curtis, produttrice nonché Scream Queen di fatto secondaria all’interno di un titolo che trasforma Michael Myers in una sorta di Boogeyman immortale. Il film del 2018 aveva fatto sapientemente centro nella resurrezione dell’epocale legame tra lo psicopatico e l’ex babysitter, qui inspiegabilmente ucciso in cabina di sceneggiatura da Green,  Danny McBride e Scott Teems, colpevoli di aver trasformato Halloween in un moderno splatter qualunque, dove a regnare è il sangue e il numero di persone massacrate. Tutto il resto è puro contorno.

Tra un anno la fine

Caotico ed eccessivo, Kills prova persino la strada delle multiple linee narrative parallele, finendo però per accartocciarsi su sé stesso perché incapace di progredire efficacemente. L’intera pellicola si svolge in meno di un’unica notte, quasi in presa diretta,  diventando gratuito prequel nel raccontare quanto accaduto in quel lontanissimo 1978, quando fu Carpenter ad inseguire l’assassino mascherato.   In questo caso la vittima che si tramuta in carnefice, nel mostro che ha sempre guardato con orrore perché accecata dalla paura e dalla rabbia,  è una visione talmente abusata e flebile da lasciare indifferenti, mentre Michael e Laurie si tengono volutamente a distanza per 105 minuti, in attesa che tra un anno Halloween Kills chiuda definitivamente (?) una saga durata 44 anni e ben 13 film.  Tanti, troppi, come evidenziato da questo 12esimo capitolo.

Voto: 4

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