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Sabato, 20 Aprile 2024
Film al Cinema

Il Corsetto dell’imperatrice: una Sissi irrequieta che sprigiona fame di vita e desiderio di libertà

Presentata al Toronto Fiction Festival, a Cannes e poi alla Festa del Cinema di Roma, la straordinaria pellicola arriva nelle sale italiane dal 7 dicembre

Se nell'immaginario collettivo l'idea che si ha della principessa Sissi è quella dei film degli anni 50 in cui le presta il volto l’attrice  Romy Schneider, “Il corsetto dell’imperatrice” è quasi agli antipodi. Nei film - tre dal 1955 al 1957 - veniva presentata la giovane principessa prima e durante il matrimonio con Francesco Giuseppe Imperatore d’Austria, qui invece si prende volutamente un periodo specifico della sua vita e lo si analizza in modo sfaccettato e moderno. L’Elisabetta di Vicky Krieps non è la giovane donna che sogna il matrimonio e la favola che questo dovrebbe regalare, ma è la principessa stanca di vivere in un mondo che si aspetta tanto da lei senza darle nulla in cambio, la donna stretta sempre di più in un corsetto che arriva a toglierle il respiro e quella vitalità che invece sprigiona dal suo essere. 

Una prospettiva decisamente originale e interessante da cui raccontare questa figura storica che da sempre affascina pubblico e critica. Il film è stato acclamato al Festival di Cannes 2022 dove ha vinto nella sezione Un Certain Regard il premio per la migliore interpretazione femminile più che meritato per Vicky Krieps. Piovono elogi sulla sua performance e sui significati nascosti nel film che lo rendono davvero un piccolo gioiello. Diretto da Marie Kreutzer vede tra gli altri protagonisti Florian Teichtmeister nei panni di Francesco Giuseppe, Katarina Lorenz in quelli di Marie Festetics e Jeanne Werner come Ida Ferenczy, sue dame di compagnia e confidenti. 

“Il Corsetto dell’imperatrice - La vita di Sissi 

Nel 1887 Sissi è alla vigilia dei suoi quarant’anni. Il suo matrimonio con Francesco Giuseppe sembra essere arrivato ad un momento di stallo e la vita della stessa imperatrice è scandita da ritmi ripetitivi e impegni già decisi che le lasciano poco tempo per se, ma a cui la donna non rinuncia per niente al mondo. Ormai da tempo la sua figura è vista solo ed esclusivamente come icona di bellezza e di eleganza. Le sue giornate sono scandite infatti da pasti regolari molto parchi che le permettono di mantenere un aspetto fisico invidiabile agli occhi delle altre donne. Indossa i corsetti che esaltano la sua figura elegante ma che allo stesso tempo non sono altro che una metafora della condizione nella quale si trova. Sissi è sempre irrequieta e sofferente, cosa che cerca di placare dedicandosi a lunghe cavalcate all’aria aperta, o a comportamenti istintivi che però non sono ben visti agli occhi della corte e dello stesso Imperatore.

Decide infatti di allontanarsi da lui per un periodo e dedicarsi a viaggiare. Visita parenti e amici con i quali ha mantenuto i rapporti che rappresentano per lei l'unica via di fuga e l'unico momento di respiro all'interno di un mondo che sta sempre più stretto. Questa sua esuberanza di vivere la mette in aperto conflitto con il marito e anche con la figlia che come futura principessa vide nel comportamento della madre un modello che non combacia con la sua educazione. Ma Sissi non è nata per fare ciò che gli altri si aspettano  da lei e non rinuncia ad essere se stessa, indipendentemente da ciò che vogliano gli altri. 

Molto più di un‘icona - Il Corsetto dell’imperatrice 

Il film propone agli spettatori una duplice immagine dell'imperatrice d’Austria. Da una parte c'è la Sissi icona di stile e di bellezza a cui tutti aspirano e che viene quasi anche accusata di essere un fantasma per via della sua assenza da alcuni eventi pubblici; dall’altra la donna piena di vita e di esuberanza che è molto più di un semplice quadro da ammirare. Ed è questo uno dei punti chiave della sceneggiatura: sradicare l’idea che la donna, l’Imperatrice Sissi sia molto di più del suo ruolo e che abbia tutto il diritto di dimostrarlo. Ovviamente Sissi funge da esempio per riflettere in realtà su tutte le figure femminili che ricoprivano un determinato incarico ma che non avevano una rilevanza sociale. L’ideale della donna perfetta viene sradicato mostrando cosa c’è dietro l’apparente perfezione: dubbi, insofferenza, solitudine e oppressione, almeno per un carattere come il suo. Per chi non comprende il suo stato d’animo questo comportamento è solo sinonimo di un capriccio infantile: un privilegio che lei ha potuto esprimere differentemente da altre donne che in quel periodo erano oggetto di studi e sottoposte a trattamenti crudeli e inutili. 

Altrettanto interessante è poi vedere come l’idea di perfezione che rispecchia attragga tutti verso di lei. La percezione che ha di se stessa è diversa da quella che hanno gli altri e la affascina capire perché la vedano così: come può sentirsi solo come mero oggetto? Questo suo malessere si manifesta in comportamenti sconsiderati in cui non tutela neanche se stessa, ma che per certi versi la fanno sentire viva. Tutti i messaggi che il film vuole inviare attraverso i dialoghi vengono veicolati anche attraverso le scelte tecniche. In molte scene l’inquadratura è fissa, la camera è ferma in un punto e l’azione si svolge davanti ad essa; altre ancora sono in grandangolo che permette di vedere nel complesso la scena e i suoi protagonisti, da elogiare due scene in particolare. La stessa schiettezza contenutistica del film è presente nella scelta  di ambienti spogli, semplici ma essenziali. Ma se il contenuto e il messaggio del film sono interessanti, ciò che spicca in tutta la pellicola è l’interpretazione di Vicky Krieps. L’attrice riesce benissimo a dare vita a questa inquieta versione dell’Imperatrice e allo stesso tempo lascia trapelare - alternandole - la sua versione più infantile e quella più sofferente per la sua condizione. Il corsetto dell’Imperatrice è quindi una visione imperdibile che regala una Sissi inedita e tremendamente affascinante. 

Voto: 9 

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