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Sabato, 20 Aprile 2024
Film al Cinema

“Il Naso o la Cospirazione degli anticonformisti” un film che elogia la curiosità e la libertà di espressione

Dopo essersi aggiudicato il Premio della giuria al Festival internazionale del film d'animazione di Annecy del 2020, il nuovo film del regista Andrey Khrzhanovsky arriva nelle sale dal 5 maggio

Uno dei caratteri principali de “Il Naso o la Cospirazione degli anticonformisti” è la sua poliedrica natura. Un progetto al quale il regista ha lavorato per tantissimi anni prima di realizzarlo. I soggetti del film sono due: il racconto omonimo dello scrittore russo Nikolaj Gogol’ e l’opera in tre atti - anch’essa basata sul racconto - composta da Dmitrij Šostakovič tra il 1927 e il 1928. Abbiamo quindi tre mezzi diversi che provano a raccontare questa storia: il romanzo, un’opera teatrale e un film. In questa varietà di mezzi c’è anche la varietà del racconto e delle sue possibili interpretazioni. Lo stesso regista ricevette il consenso da parte del compositore per adattare la sua opera allo schermo. La sceneggiatura fu scritta per la prima volta negli anni ’60 ma nel corso del tempo venne modificata ulteriormente fino alla forma che ha ora. Non è però solo la commistione di generi a rendere il film un prodotto unico: c’è anche la connessione calzante tra il racconto di Gogol’ e parte della storia russa.

Tutte e tre le rappresentazioni non hanno avuto vita facile prima di essere conosciute dal grande pubblico. Il romanzo di Gogol’ nel 1834 subì diverse modifiche e censure; l’opera del compositore Šostakovič dopo una rappresentazione a teatro suscitò lo scandalo della critica proprio per il suo tema umoristico e grottesco e sparì dal panorama dell’intrattenimento. Anche la genesi del film è stata complicata ma alla fine il prodotto è stato realizzato. Queste difficoltà della sua messa in scena riflettono la tematica che il testo tratta, ovvero l’espressione artistica innovativa. Quella diversa dai modelli e con una vena di forte sperimentazione. Per quanto le regole e i canoni possano portare a prodotti eccellenti, l’arte si sa è anche sperimentazione guidata dalla curiosità.

La trama de “Il Naso o la Cospirazione degli anticonformisti”

La narrazione inizia su un volo di linea ai giorni nostri. Tra le file sono seduti diversi esponenti del panorama culturale russo che si trovano a vedere dei film sugli schermi. Il “Naso” di Gogol’ viene introdotto da una conversazione dello stesso regista. La storia è divisa in tre parti distinte, chiamate anche sogni, in cui si sviluppano tre narrazioni diverse. La prima vede protagonista un barbiere che trova nascosto nel pane un naso. L’organo olfattivo appartiene all’assessore di collegio Kovalev che una mattina si ritrova senza. Sconvolto dalla scoperta si mette subito alla ricerca del suo naso e scopre, con suo grande sconcerto, che quest’ultimo ha vita propria. Ha assunto un’identità tutta sua, indipendente da Kovalev, e svolge il ruolo di consigliere di Stato girando tranquillamente per la città. L’uomo cerca disperatamente di comprendere cosa sia successo e come poter andare avanti senza il proprio naso, così importante per la sua carriera e la sua vita in società. Il secondo sogno invece racconta l’amicizia tra lo scrittore russo Michail Bulgakov e Stalin. L’autore infatti decide di scrivere una lettera al capo di stato denunciando la difficile situazione in cui si trova. Nessun teatro è disposto a mettere in scena i suoi testi e pagarlo per ciò che ha scritto. Non vi riveliamo altro, ma vi lasciamo il trailer qui sotto.

Cosa rende interessante “Il Naso o la Cospirazione degli anticonformisti”

Sebbene la natura del racconto di Gogol’ sia satirico grottesca, come già anticipato, risulta interessante vedere come ciò che si perda sia il naso. Ora andando oltre le funzioni strettamente biologiche che questo possiede, se ci fermiamo a riflettere sui suoi significati metaforici vediamo come offra una lettura calzante con la storia. Quando una persona è molto curiosa lo si considera un “ficcanaso” proprio perché tende ad indagare, ad intromettersi e a scoprire qualcosa. Il naso è quindi metaforicamente un simbolo di curiosità, di esplorazione, così qui si parla di arte che sperimenta, di creare un’opera che sia diversa dalle altre. È singolare quindi che sia proprio questo con tutto il suo significato ad essere perso: non si deve indagare, non si deve chiedere ne sperimentare.

L’altro aspetto che rende il film profondamente interessante e che lo ha fatto apprezzare molto anche dalla critica, è la commistione di generi nella sua realizzazione. Non è solo un documentario, non è solo un film d’animazione, non è una raccolta di immagini di repertorio: è tutto questo messo insieme in un’amalgama perfettamente bilanciato. Un’opera meta-testuale che fa entrare gli spettatori nello schermo di un aereo, e poi ancora su un palco, proponendo un racconto che si scopre e svela come una matrioska: nascondendo sempre qualcosa di nuovo e interessante. Una natura poliedrica che viaggia anche nel tempo e mostra computer e telefoni cellulari in un’epoca in cui ancora non esistevano. Il film è quindi un’interessantissima riflessione sulla libertà di opinione e un omaggio a tutti coloro che non hanno potuto esprimere liberamente le proprie idee. Non facile da seguire per il suo ritmo un po’ lento, in cui la narrazione si alterna tra la voce fuori campo a quella cantata di un’opera lirica. La sua natura si trasforma nel corso della sua ora e mezza passando da un tono satirico grottesco ad uno finale di grande riflessione, confermando la sua natura peculiare.

Voto: 6,5

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