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Venerdì, 29 Marzo 2024
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INTERVISTA | Massimiliano Varrese: "Mia figlia mi ha insegnato ad avere fede"

L'attore romano, 42 anni, debutta alla regia di un lungometraggio con il docufilm "Mi-ka-el - C'è altro guardando oltre?", dedicato al culto di San Michele Arcangelo

"Mi sono sempre chiesto il perché delle coincidenze. Se siamo noi che guidiamo il nostro destino o se c'è qualcuno che ci indirizza dall'alto". Massimiliano Varrese, 42 anni, ha sempre messo la curiosità al centro. Curiosità, nell'accezione più profonda del termine: riflessione. Un desiderio di conoscenza che lo ha portato alla poliedricità nel mondo dello spettacolo, dove ha sperimentato le vesti di attore, cantante, ballerino, e che, negli ultimi anni, lo ha condotto in un "viaggio lungo e faticoso" all'interno delle religioni e delle filosofie, occidentali ed orientali. 

Interprete sul palcoscenico da un lato, consulente olistico ed insegnante di arti marziali dall'altro, oggi le sue due "anime", quella artistica e quella spirituale, si uniscono in "Mi-ka-el - C'è altro guardando oltre?", un docufilm non convenzionale, di spunto autobiografico, prossimamente al cinema, in cui viene approfondita la figura di culto di San Michele Arcangelo, seconda nel mondo solo a quella della Madonna. La pellicola indaga "il valore dei nostri passi", per spiegare che "Quando sei alla ricerca di te stesso e quando tutto sembra perso, ricordati che c’è sempre una forza che ti guida. C'è un Disegno da scoprire". 

La tua prima prova da regista di un lungometraggio.

Ed è arrivata proprio "per caso", appunto. La regia di questo film, infatti, non è stata proprio una scelta, bensì il risultato dell'evolversi degli eventi. In un primo momento sono stato contattato come attore, poi qualcuno dall'alto ha fatto sì che le cose cambiassero e mi sono ritrovato nel pieno dell'avventura in una doppia veste. 

Il destino, però, ti ha "sorpreso" nel momento giusto. 

Da tempo avevo maturato il desiderio di fare un passo indietro rispetto alla telecamera. Avendo iniziato giovanissimo, mi sono già messo alla prova in tutti i settori dello spettacolo, e la smania di stare davanti si è tramutata nell'ambizione di mettermi all'interno, nel valore dei contenuti. 

Qual è il tuo ruolo in "Mi-ka-el"? 

Sono Mauro, un giornalista che affronta un viaggio spirituale intorno al culto micaelico. Attraverso un cammino nei luoghi sacri di San Michele Arcangelo ed interviste ad esperti come l'angelologo Don Renzo Lavatori, la geo-bio architetto Graziana Santamaria fino alla pellegrina Angela Maria Seracchioli, cerchiamo di offrire il maggior numero di punti di vista, affinché ogni spettatore possa dare la sua interpretazione. 

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C'è altro guardando oltre?

Sì, la penso come il sottotitolo del film. Ho sempre osservato le dinamiche del destino e tutta la mia ricerca è sfociata in questo lavoro, che non è detto sia necessariamente religioso. 

La fede ha un ruolo importante nella tua vita. 

Nel tempo mi sono avvicinato a diverse filosofie. Oggi tengo ben presenti i principi e i valori di tutte le religioni, ma il mio percorso mi ha riportato a Cristo, figura che però ho rivisto con occhio consapevole, ovvero non solo nel modo in cui ci viene raccontata. Credo di aver capito qual è il vero messaggio della fede. 

Ovvero?

Fede è affidarsi, capacità di avere fiducia in ciò che si crede. Un episodio che mi ha dato veramente il significato della fede, in particolare, è avvenuto con la nascita di mia figlia Mia. Mi spiego. Quando aveva ancora pochi mesi e la prendevo in braccio, la sentivo addormentarsi sui palmi delle mani, sentivo il suo corpo lasciarsi andare completamente. Lì ho capito che noi, la fede, l'abbiamo interiormente ma ce ne dimentichiamo. I bambini piccoli, invece, sanno che al loro risveglio ci sarà chi si prenderà cura di loro.

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Ad un certo punto della tua vita, sei entrato in una fase di profonda riflessione. 

La spiritualità è sempre stata presente in me. Da piccolo ho studiato arti marziali, poi le ho insegnate. Successivamente mi sono specializzato in discipline orientali come la medicina olistica. E l'approfondimento di questi aspetti è combaciato con il bisogno di mettermi da parte e non apparire sullo schermo. 

Oggi sei insegnante di recitazione (presso l'Acting Academy di Claudia Gerini e l'Istituto Armando Curcio) ed ideatore del metodo training olistico attoriale e training olistico totale sulla gestione emozionale della performance. Qual è il primo principio che trasmetti ai tuoi allievi?

Osare ad essere se stessi. Ascoltarsi con coraggio. Mai farsi condizionare dai pensieri negativi e dagli ostacoli che gli altri ci mettono davanti: il sognatore deve essere più forte del sogno. Se si desidera fortemente qualcosa bisogna andare a prendersela, a volte non ci si riesce solo perché non si ha tra le mani il metodo giusto. Mi ha sempre affascinato la possibilità di aiutare gli altri ad entrare in contatto con le proprie emozioni. 

Con tua figlia, invece, che padre sei?

Guardo il mondo con gli occhi di un bambino: da un anno a questa parte, mi sento più responsabile delle mie scelte. Mia è meravigliosa: ascolta tanto, parla, canta, balla; è sempre allegra, da quando si alza a quando va a dormire. Ed io cerco di essere il più presente possibile. Mi divido tra lei e il lavoro, recupero di notte ciò che non arrivo a fare durante il giorno. Ma tutta la stanchezza è ripagata. La figura del padre è fondamentale: sbaglia chi pensa che accudire un figlio spetta solo alla mamma. La natura unisce polarità: il maschile e il femminile e, quando queste due vanno di pari passo, l'equilibrio è migliore.

Tu e Valentina  (Melis, giornalista Mediaset, ndr) pensate al matrimonio?

Il desiderio c'è. La data non ancora. Ci prendiamo ancora un po' di tempo di "riposo" dopo l'arrivo della bambina. 

Oltre a questo, qual è un traguardo che desideri ancora tracciare nel tuo "Disegno"? 

Proseguire con la regia, senza dubbio: quindi girare un film tutto mio che arrivi al grande pubblico. Ma ciò che mi rende più orgoglioso, oggi, è soprattutto l'insegnamento che porto avanti con chi fa fatica a gestire se stesso. Viviamo in tempi stressanti ed ansiogeni che rischiano di confonderci.

Di seguito, il teaser trailer di "Mi-ka-el - C'è altro guardando oltre?"

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