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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La notte del 12, un’indagine complicata svela le difficoltà dell’umanità

Presentato in selezione ufficiale all'ultimo Festival di Cannes, “La notte del 12” film rivelazione dell'estate al botteghino francese, arriva nei cinema italiani il 29 settembre

Ogni investigatore incontra un crimine che fa più male degli altri, che per un motivo misterioso si deposita dentro di lui come una scheggia: La Notte del 12, di Dominik Moll, in arrivo nelle sale italiane dal 29 settembre con Teodora Film, è la storia di un crimine, un femminicidio, che diventa l’ossessione di un giovane investigatore, Yohan (interpretato da Bastien Bouillon). Nel cast del film, presentato a Cannes e che uscito nelle sale d’oltralpe ha riscontrato un enorme successo di pubblico, anche Bouli Lanners che interpreta Marceau, Anouk Grimberg nei panni di una giudice determinata a non mollare un caso difficile, Theo Colby (Willy) e Mouna Soualem (Nadia).

La notte del 12, la trama

Il 12 ottobre 2016 Clara Royer, una ragazza di 21 anni viene aggredita e bruciata viva mentre rientra a casa. Il film di Dominik Moll, La Notte del 12, racconta lo sviluppo delle indagini su questo caso di femminicidio, affidate al capitano della polizia giudiziaria di Grenoble Yohan (Bastien Bouillon), fresco di promozione. Il noir di Moll segue Yohan nella ricerca dell’assassino di Clara, dal ritrovamento del cadavere e i relativi rilievi scientifici, al momento di comunicare la notizia alla famiglia e iniziare a scavare nella vita della vittima, alla ricerca del bando utile per sbrogliare una matassa che si rivelerà particolarmente intricata. Lo spettatore seguirà Yohan, il suo collega Marceau e gli altri uomini della pg negli interrogatori, nell’ascolto delle intercettazioni ambientali, nei sopralluoghi, nella stesura dei rapporti e in tutti gli altri tasselli tesi a comporre un quadro d’insieme che però non si riesce a comporre. Al puzzle manca sempre un pezzo, quello decisivo. E più Yohan lavora sul caso, più si addentra nei rapporti e nelle dinamiche tra la vittima e le persone che la circondavano, più approfondisce il quadro di un’umanità in difficoltà con i rapporti interpersonali, di una generalizzata mascolinità tossica, di una dilagante mediocrità e di uno sconfortante analfabetismo emotivo.

La Notte del 12, “C’è qualcosa che non va tra gli uomini e le donne”

Bisogna attendere il confronto con una donna, nella seconda parte del noir diretto da Dominik Moll, perché il protagonista di La Notte del 12, Yohan abbassi le difese e, dopo lunghi, infruttuosi e frustanti sforzi per scoprire l’assassino della giovane Clara ammetta la verità più profonda che gli hanno svelato le sue indagini.

L’ispettore, che ha ormai gettato la spugna, dopo tre anni di lavoro, si ritrova nell’ufficio della combattiva giudice che vuole che quelle stesse indagini vengano riaperte. E lì, in quel confronto sincero e serrato, il detective si mostra disarmato e ammette: “Forse non troveremo mai l’assassino perché tutti gli uomini hanno ucciso Clara: c’è qualcosa che non va tra uomini e donne”. E’ questa la vera, sconcertante conclusione dell’indagine sul femminicidio di Clara Royer che diventa sin da subito un viaggio nei rapporti umani e anche nella mascolinità tossica a cui lo stesso Yohan, a un certo punto, e sempre nel confronto con una donna, in quel caso la migliore amica della vittima, si accorge di non essere estraneo. Uno dei pregi del film è di accompagnarci, attraverso le indagini di Yohan, a guardare in faccia realtà durissime, che spesso nella narrazione cinematografica vengono spettacolarizzate e che qui invece vengono servite in modo totalmente realistico, come malattie croniche della nostra società, che prosperano e agiscono quotidianamente anche nella tranquillità apparente di un contesto di provincia.

Anche i poliziotti che racconta Moll sono molto più veri di tanti poliziotti che abbiamo visto sul grande schermo, totalmente spogliati della retorica cui siamo abituati e raccontati nel loro normale contesto lavorativo: tra stress, fotocopiatrici che non funzionano, amicizie tra colleghi, lavoro di squadra, successi, fallimenti e investimento emotivo su un caso più che su altri. La Notte del 12 è stato il titolo rivelazione dell’estate in Francia e si capisce che il pubblico sia rimasto affascinato da una narrazione sobria ma capace di potenti metafore, prima tra tutte quella degli infiniti giri di pista di Yohan, da un protagonista capace di raccontare i più profondi movimenti emotivi e psicologici del suo personaggio man mano che si addentra in questa indagine sull’umanità, e da una storia che risuona attualissima.

Voto: 7

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