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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"La notte più lunga dell'anno" con Ambra: un film troppo fragile nella resa di contenuti

Dal 27 gennaio Simone Aleandri debutta al cinema con uno spaccato su quattro vite in cerca di un futuro da costruire e migliorare

La notte è spesso identificata come il momento del giorno, sia quello che muore che quello che nasce, in cui tutto può accadere. Ci si può confrontare con i propri dubbi o le insicurezze; si riflette su quello che si vorrebbe cambiare e in che modo. Si dice che la notte porti consiglio, forse per la sua quiete, per il silenzio che aleggia in cui può risuonare solo il vento e il buio è inframezzato dalle luci delle stelle e delle città.

Anche ne La notte più lunga dell'anno si affida a queste ore buie il compito salvifico e chiarificatore. Ma questa non è una notte qualsiasi, è la più lunga dell'anno appunto, quella del solstizio d’inverno che cade nel mese di dicembre. Evento questo ritenuto carico di significato dai popoli antichi che lo ponevano al centro di celebrazioni e rituali. Le ore sono di più e si ha quindi l'impressione che davanti a se si aprano mille possibilità per poter fare ciò che si vuole, anche ripartire da zero.

Di cosa parla La notte più lunga dell'anno 

La storia è ambientata nel sud Italia, a Potenza, che è anch’essa protagonista della pellicola. Seguiamo quattro storie singole che si sfiorano senza mai incontrarsi davvero. C’è Luce (Ambra Angiolini), una cubista stanca di questo lavoro e di questa vita, che si prende cura del padre malato(Alessandro Haber) e appassionato di pesca. Francesco Iaquinta (Massimo Popolizio) è un politico che rischia l'arresto ma che grazie ad una soffiata ha la possibilità di scappare.

Enzo (Michele Eburne), Pepé (Nicolò Galasso) e Damiano (Francesco Di Napoli) sono tre amici d’infanzia che non studiano e non lavorano, ma che trascorrono quasi tutto il loro tempo insieme. Johnny(Luigi Fedele) invece studia filosofia all'università di Roma. Torna ogni tanto a casa dai suoi e dalla sua amante, una professoressa di latino infelicemente sposata e con una bambina piccola. Sullo sfondo di tutto questo c'è Sergio (Mimmo Mignemi) un benzinaio che nella sua solitudine vede il giorno e la notte scorrere davanti ai propri occhi, e incontra alcuni degli altri protagonisti che si fermano al suo distributore. Non vi riveliamo altro, ma vi lasciamo il trailer qui sotto. 

Il trailer

Cosa non ci ha convinto de La notte più lunga dell'anno 

Ognuna di queste storie può avere una lettura diversa. Ciò che invece le accomuna tutte è sicuramente il desiderio di cambiare la condizione dei loro protagonisti. Francesco scappa dal proprio passato e dai propri errori, nonostante la dichiarata innocenza. Nella sua storia c'è sicuramente una critica alla politica del nostro paese, ma poi la sua vicenda, così come quella di Johnny prende una direzione che si comprende poco. Si fa fatica ad interpretare queste due storie che non sembrano trovare una loro direzione ben precisa agli occhi dello spettatore. Quelle che invece funzionano meglio sono le vicende di Luce e dei tre ragazzi. 

La prima è interpretata da una bravissima Ambra Angiolini che riesce a dare spessore al suo personaggio facendo trasparire la sua stanchezza per questa vita. Riusciamo a percepire il suo disagio tanto quanto la sua rassegnazione e l'unico momento in cui appare più vulnerabile è anche quello più emozionante. Enzo, Pepé e Damiano incarnano la gioventù che è persa nel suo presente e non sa modellare il proprio futuro. L'unica cosa che fa è aggrapparsi al passato. Damiano è l'unico dei tre che se ne rende conto e alza la testa dicendo che non ci sta a vivere così. Vuole cambiare e uscire da questo immobilismo. 

Il film vuole raccontare una storia che si intravede ma che nella sua costruzione complessiva rimane fragile. Quello che invece funziona di più è la regia di Aleandri. Potenza è la protagonista che si trova sullo sfondo, il luogo in cui tutto questo avviene. Viene descritta di notte e appare spettrale, pungente e brulla nell'aria fredda di dicembre. Le luci dei lampioni e dei centri commerciali la illuminano nella sua staticità. La regia regala delle sequenze simmetriche di notevole fattura, come la ripresa dall'alto dei parcheggi a più piani, le scale mobili nella loro funzione di passaggio e la stazione di benzina. Tutti posti che hanno in comune il fermarsi temporaneo delle persone, quei luoghi a cui non si fa caso ma che spesso rappresentano uno snodo centrale verso il futuro.

La notte più lunga dell'anno aveva quindi tanto potenziale ma è scivolato nella sua fragile resa. La recitazione a volte risulta troppo ostentata con un’ eccesso di drammaticità in scene che non la richiedono. Sebbene poi la musica scelta funzioni in alcune scene, come quella in cui è protagonista Luce, le altre sembrano mal associate. Ritmi incalzanti non si sposano con scene pacate e statiche, errori che il film poteva evitare. L’interpretazione finale sta poi agli spettatori. Quello che succede in questa lunga notte dell’anno sarà determinante per i protagonisti? Darà loro le risposte che cercavano? 

Voto: 5

La notte più lunga dell'anno locandina  (1)-2

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