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Giovedì, 25 Aprile 2024
dura la replica del regista

Censurato il film sul massacro del Circeo, La Scuola Cattolica vietata ai minori

Nelle sale dal 7 ottobre, la pellicola ripercorre l'atroce delitto che sconvolse l'Italia nel 1975, ricordato ancora oggi come uno dei casi di cronaca nera più feroci di sempre

La Scuola Cattolica, film di Stefano Mordini sul massacro del Circeo - tratto dall'omonimo romanzo di Edoardo Albinati - è stato censurato. La Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura, ieri ha deciso che la pellicola sarà vietata ai minori di 18 anni.

"Il film equipara vittime e carnefici"

Le società di produzione Warner Bros e Picomedia informano sulla decisione presa: "La censura viene operata su un film che racconta una storia vera, una storia di omicidio e di stupro. Quella di una grave violenza perpetrata ai danni di due donne, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, un crimine che sconvolse l'intero Paese, ancora vivo nella coscienza collettiva: il delitto del Circeo. Un divieto - si legge nella nota - che viene imposto per un film che ripercorre i fatti che hanno segnato la storia dell'ordinamento giuridico italiano, aprendo nel 1975 un dibattito che si sarebbe concluso solamente nel 1996, quando per la legge italiana la violenza sessuale passò dall'essere considerata un reato contro la morale a un crimine contro la persona". La Scuola Cattolica, presentato fuori concorso all'ultima Mostra di Venezia, era stato classificato come vietato ai minori di 14 anni. Secondo la Commissione del Mic, "il film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice" e per questo, a maggioranza, ritiene "che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto”. Una decisione "in netta contrapposizione con quanto affermato lo scorso aprile dal Ministro Franceschini - sottolinea la produzione - che, alla firma del decreto che istituì la nuova Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, commentò: 'Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti'".

Il regista Mordini: "Non trovo valide ragioni per questa censura"

Dura la replica del regista Stefano Mordini: "Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano. Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film - commenta - e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all'epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti". Contrario al provvedimento anche l'avvocato dei familiari delle vittime: "I miei assistenti sono, rispettivamente, sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, e ne sono anche eredi mortis causa - dichiara il legale Stefano Chiriatti - Nonostante il loro evidente coinvolgimento hanno apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di monito per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle nuove generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa - conclude - della decisione del Ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto".

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