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Giovedì, 18 Aprile 2024
Film al Cinema

“Mancino naturale” con Claudia Gerini racconta la vita (anche) attraverso una partita di calcio

Il film, girato tra Roma, Latina e Vicenza, è diretto dal regista Salvatore Allocca e sarà nelle sale dal 31 marzo. Nel cast anche Massimo Ranieri, Francesco Colella e il giovanissimo Alessio Perinelli.

“Il mondo è pieno di talenti, è la volontà che manca”. Il 31 marzo arriva nelle sale Mancino naturale, film che riporta sul grande schermo Claudia Gerini nei panni di una madre single che sogna per il figlio un futuro nel mondo del calcio. La pellicola, girata tra Roma, Latina e Vicenza, è diretta dal regista Salvatore Allocca e vede tra i protagonisti anche Massimo Ranieri, Francesco Colella e il giovanissimo Alessio Perinelli. Il film è stato presentato nella sezione Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma 2021; si tratta di una produzione Emma Filmsrl e Promenades films sarls, in collaborazione con Rai Cinema, distribuita da Adler Entertainment. 

La trama

Isabella è una mamma single rimasta vedova da pochi anni. Vive un’esistenza modesta in un quartiere popolare di Latina, assieme al figlio Paolo, chiamato cosí dal padre in onore del suo idolo calcistico, Paolo Rossi. Anche Paolo, come il grande calciatore con il quale condivide il nome, ha un piede sinistro incredibile, tanto che Isabella è certa che il figlio diventerà un calciatore professionista. Quando viene a sapere di un torneo che potrebbe dare al figlio l’opportunità di giocare davanti ai più grandi talent scout italiani, la donna si affida a un reclutatore senza scrupoli che si destreggia nel mondo del calcio giovanile. A ciò si aggiungono tutte le difficoltà che una madre single si trova a dover affrontare nonché segreti del passato pronti a riemergere…

Un film che diverte (ma non va oltre)

Mancino naturale è un dramedy che racconta una storia molto semplice ma sicuramente d’effetto. Abbiamo una periferia degradata, una mamma sola con una voglia prepotente di riscatto, un ragazzino che ama sua madre probabilmente più di quanto ami il calcio, un talent scout che preferisce tentare la sorte alle macchinette piuttosto che scommettere (realmente) su un giocatore e uno sceneggiatore squattrinato e sognatore. Tutti elementi che mischiati tra loro danno vita ad una pellicola che ha il pregio di intrattenere lo spettatore con facilità, ma che non riesce ad approfondire molti punti della narrazione. Il film è costruito tutto sul personaggio di Isabella, reso alla perfezione da Claudia Gerini. È lei che lo spettatore si ritrova ad amare (e odiare) allo stesso tempo. Isabella, infatti, è un personaggio molto sfaccettato che ama visceralmente suo figlio ed è disposta a tutto per aiutarlo ad emergere nel mondo del calcio. La voglia di riscatto che la pervade, però, finisce per sovrastare i sentimenti di Paolo. Nel figlio, Isabella ripone aspettative abnormi, di cui quest’ultimo si fa carico senza discutere, nonostante gli costi uno sforzo notevole. Del resto, il mondo del calcio giovanile non è sicuramente un ambiente facile in cui destreggiarsi. Come aveva dichiarato il regista durante la presentazione del film, la pellicola si basa su dati specifici: "In Italia un bambino su cinque tra i 5 e i 16 anni gioca a calcio nel circuito della FIGC, sperando di diventare il nuovo Totti o Del Piero. A volte, ancor più che i ragazzi, sono i genitori i più accaniti persecutori dell'obiettivo, e pur animati dalle migliori intenzioni, capita che perdano di vista i limiti di intervento nelle vite dei figli o che cadano vittime di ciarlatani e approfittatori. Infatti, solo uno su 5mila riesce a sfondare, lasciando gli altri 4999 nell’anonimato. Il mondo del calcio giovanile diventa perciò una fabbrica di illusioni ed è costellato da personaggi la cui priorità non è sempre la tutela e la formazione dei bambini”. 

Trailer

Il mondo del calcio giovanile

Se questo è, insomma, l’architrave del film, è anche vero che il rapporto madre-figlio rappresenta il cuore pulsante della pellicola. Mancino naturale spazia tra temi umani e universali, come relazioni familiari, amore, senso di colpa, redenzione, voglia di riscatto e  argomenti più specifici come la passione per lo sport o le difficoltà economiche. E l’idea sicuramente funziona e rende la narrazione gradevole ed efficace. Buone anche le musiche e la scenografia. Che cosa manca, però, alla storia? Un pizzico di brio in più. Non c’è nulla di male nel portare sullo schermo “una storia già vista”; tuttavia, nel farlo bisognerebbe dare un taglio originale che qui non è presente. Anche i personaggi rischiano di essere a tratti stereotipati e se ciò, alla fine, non avviene, è solo grazie alla bravura del cast, che risolleva le sorti del film. Tutti gli attori, infatti, riescono a lasciare un buon ricordo dei loro ‘alter-ego’, soprattutto il giovanissimo Alessio Perinelli. Nel ruolo di Paolo, con i suoi silenzi e l’ironia sottile che caratterizza il suo personaggio, il giovane interprete riesce a trasmetterci tutta la sofferenza per le aspettative della madre e il dolore che prova nel vederla compiere sacrifici di ogni tipo per aiutarlo a raggiungere quello che dovrebbe essere (ma alla fine, forse, non lo è) il sogno di Paolo. È chiaro che è proprio questo punto che ci porta a giudicare negativamente Isabella. Nonostante i sacrifici compiuti e le umiliazioni subite, non è facile empatizzare con il personaggio interpretato dalla Gerini. E questo perché sembra quasi che debba essere Paolo a farsi carico del riscatto sociale tanto agognato dalla madre. E non importa se – perlomeno alla fine – Isabella cerca e trova una sorta di assoluzione (o perlomeno la consapevolezza del suo ruolo) e fa un passo indietro, letteralmente. Rimane il ritratto dolce-amaro di una donna che ha permesso alla sua voglia di riscatto di ferire i sentimenti del figlio. In questo ruolo, comunque, Claudia Gerini è magistrale e non sorprende che la sua Isabella, nel bene e nel male, rimanga il ricordo più bello di tutto il film.

Voto 6,5

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