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Venerdì, 29 Marzo 2024
lutto nel cinema

Lina Wertmüller il doloroso addio del nipote: "Piango i nostri ricordi. All'Italia serviresti ancora"

Anch'esso uomo di spettacolo, Massimo scrive un post su Facebook a poche ore dalla morte della regista

Tra i primi a voler salutare Lina Wertmuller, scomparsa in queste ore all'età di 93 anni, c'è il nipote Massimo, anch'esso uomo di spettacolo. Sul proprio profilo social, l'attore e regista classe 1956 condivide uno scatto della zia mentre si trovava tra gli ospiti del suo matrimonio. "La voglio ricordare così - esordisce su Facebook - Che sorride partecipe a una mia, nostra, gioia. L'Italia sta perdendo ultimamente riferimenti fondamentali. Portatori di qualità, del meglio, di intelligenza, di arte e di cultura. E sappiamo quanto oggi servirebbero la cultura,  come ancora unico mezzo per crescere, per evolversi,  per emanciparsi, e gli intellettuali , come appunto veicolatori di pensiero e cultura". 

È morta Lina Wertmuller, prima donna candidata all'Oscar 

Donna che ha fatto la storia, prima regista ad essere candidata all'Oscar (tre le candidature per Pasqualino Settebellezze, poi l'Oscar alla carriera arrivato l'anno scorso), è alla sua immensa professionalità e all'altrettanto grande talento che guarda Massimo: "Quanto servirebbero in questo sciagurato paese, il paese delle Belle Arti e del Rinascimento, con così tanti italiani invece distratti, anzi attratti da un centro commerciale, o da una vicenda del Grande Fratello, o dalle parole di un inflencer che non da un capolavoro cinematografico. E difatti quando se ne va un Pasolini, uno Scola, un Monicelli, un Magni, un Proietti, un Falqui, o una Lina, ti dispiace e ti preoccupi di tutto il mondo che se ne va con loro". 

"Tutto il loro mondo che avevano creato - si legge ancora - a migliorare la vita di tutti, e che dal giorno dopo si deve cercare di conservare e preservare.  Però, però, io oggi non piango la maestra, la genia, che se ne è andata. Soffro, soffrirò con tutti il vuoto incolmabile che lei lascia, ma io piango un fatto mio personale e intimo. Io piango l'ultima rappresentante consanguinea della vita che ho avuto sin qui, l'ultima superstite del mio passato, anche remoto. Io piango i ricordi familiari che mi hanno legato a lei da bambino. Io piango la sorella di mio padre. A lei non piaceva che la chiamassi così,  ma io, prima di tutto, piango mia zia". 

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