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Giovedì, 25 Aprile 2024
Film al Cinema

"Nostalgia" con Pierfrancesco Favino: ci si può liberare, davvero, di ciò che siamo stati?

Esce il 25 maggio in sala il nuovo film di Mario Martone. Dramma struggente nel cuore di Napoli

Ci si può liberare, davvero, da quello che siamo stati? Mario Martone affronta questo tema con il film Nostalgia, tratto dall’omonimo libro di Ermanno Rea, presentato al Festival di Cannes e che arriva in sala dal 25 maggio. Protagonisti sulla scena Pierfrancesco Favino nei panni di Felice, Tommaso Ragno che è Oreste e Francesco Di Leva che interpreta don Luigi.

Nostalgia, la trama del film di Mario Martone

Felice Lasco non mette piede a Napoli, la città in cui è nato, da 40 anni. Aveva solo 15 anni quando uno zio all’improvviso lo ha messo su un aereo e se lo ho è portato a lavorare con sé in Libano. Dopo quattro decenni in cui si è  costruito una vita altrove, l’uomo torna a trovare l’anziana madre al rione Sanità, il quartiere antico e difficile in cui è cresciuto.

Dopo la morte della madre, Felice sembra non avere più alcun motivo per rimanere a Napoli. Al Cairo, dove vive da vent’anni, ha una moglie che ne aspetta il ritorno e una sua ditta di costruzioni ben avviata. Eppure, aggirandosi per le strade del quartiere, facendo amicizia con il battagliero parroco e riscoprendo vecchie conoscenze, non riesce più a staccarsi dalla sua città. Sente qualcosa che lo spinge a tornare sui suoi passi e affrontare il passato.

Il trailer

Nostalgia, la forza struggente che ci incatena al passato

Nostalgia è un film potente che ci mostra un uomo rimanere impigliato in quella ragnatela impalpabile di legami, eventi, luoghi che non rappresenta solo il nostro passato, ma è parte integrante della nostra stessa identità.

Felice Lasco, nel tentativo di salvarsi, la sua identità l’ha lasciata andare. Ha cambiato paese, continente, religione, non ricorda più molte cose e, dopo 40 anni, fatica addirittura a parlare la sua lingua madre. Quando torna ad assistere l’anziana madre e poi a seppellirla, il suo sembra un soggiorno destinato a durare il più breve tempo possibile. E invece succede qualcosa. Nel labirinto di vicoli che si arrotolano su di loro, nel cuore di una Napoli rumorosa e ruvida, lontana dalle immagini da cartolina, avvitata su se stessa e sulle sue complessità, Felice fa un viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca di se stesso.

Anzi, di quel ragazzo di 15 anni strappato alle insidie e alle turbolenze della sua città nell’intenzione di dargli un’opportunità.
Ma Felice si rende conto che la sua salvezza si è trasformata in un lungo e ostinato processo di rimozione, e ora che rivede i luoghi che lo hanno visto scugnizzo scapestrato, ora che si siede a mangiare una pizza, che riprova a montare in motocicletta, scopre che c’è stata anche tanta bellezza fino a quel momento fatale della sua adolescenza che per lui ha cambiato tutto. 
Un momento vissuto con un amico che era quasi un fratello, con cui condivide tuttora un segreto pericoloso, e verso cui nutre anche un senso di colpa per essere andato via e per essersi salvato.

Tutto intorno e partecipe delle vicende di Felice c’è il suo quartiere, il rione Sanità, con i suoi muri scrostati, i suoi vicoli stretti, la sua gente e un presidio di resistenza incarnato dal parroco don Luigi che accompagna l’uomo nel suo difficile viaggio emotivo.
Mario Martone con Nostalgia ci accompagna ancora una volta nel ventre di Napoli, in quei labirinti di strade e di emozioni a tinte forti, per raccontarci la ricerca di un uomo che ha bisogno di tornare indietro per capire chi è, perché anche il passato peggiore è parte della costruzione di noi stessi. E anche la giovinezza più travagliata rimane un momento a cui guardare con rimpianto e indulgenza, il momento in cui iniziamo a vedere chi siamo e chi diventeremo.

Pierfrancesco Favino disegna un altro personaggio difficile da dimenticare: tormentato, ma anche ingenuo, che conosce il male, ma desidera vedere fortemente il bene anche in quel buio che gli ha condizionato la vita. Vaghiamo con lui per le strade strette e buie anche di giorno, entriamo nei bassi, ciondoliamo nel rione e cerchiamo anche noi di riannodare i fili della sua storia, mentre quelli si stanno già avviluppando a lui, bloccandolo in un incantesimo potente che ne deciderà il destino. Bravissimo anche Tommaso Ragno nel ruolo di Oreste, un personaggio molto forte, capace di incarnare tutto quello da cui Felice si è salvato, e pure tutto quello che in 40 anni gli è mancato. 

Voto: 7,5

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