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Martedì, 23 Aprile 2024
Film al Cinema

"Piccolo corpo" al cinema è un viaggio nell’elaborazione del lutto

Scritto e diretto da Laura Salmani, Piccolo Corpo è una fiaba cruda ed evocativa che non vorrete perdervi

Al suo esordio come regista, la triestina Laura Salmani scava nella storia del proprio territorio di origine per creare un racconto di formazione visionario, che ai più potrà ricordare, perlomeno nella sua atmosfera fiabesca, il fortunato Il racconto dei racconti di Garrone. Piccolo Corpo, nelle sale cinematografiche dal 10 febbraio, parla della ricerca da parte di una giovane ragazza di un “santuario dei miracoli”. 

Salmani ambienta la pellicola tra il Veneto ed il Friuli di inizio Novecento; all’epoca, proprio in questi territori esistevano degli “à répit”, luoghi in cui si vociferava che i bambini nati morti potessero tornare in vita, solo per il tempo di un respiro. Dato che non potevano essere battezzati, infatti, secondo la tradizione cattolica erano destinati ad un’eternità nel Limbo, senza nome e senza riposo. 

La storia che ci viene raccontata da Piccolo Corpo è intrisa nel folklore; sia a livello più verosimile e tradizionale, con l’utilizzo dei dialetti veneto e friulano, nonché di attori non professionisti, ma anche e soprattutto nel suo ripescare una dimensione ancestrale e mitica. 

Piccolo corpo, la trama del film

In un villaggio costiero del nord est italiano, in un inverno agli inizi del '900, la giovane Agata (Celeste Cescutti) partorisce una bambina nata morta. 

La tradizione cattolica vuole che, in assenza di respiro, la bambina non possa essere battezzata; la sua anima sarà quindi condannata ad un’esistenza nel Limbo, senza riposo, e non le potrà nemmeno essere concesso un nome. Agata, sconvolta dalla perdita, sente però parlare di un’alternativa. Si vocifera infatti, nel mezzo delle montagne a nord, di un luogo dove i bambini vengono riportati in vita giusto per il tempo di un respiro, necessario a battezzarli. 

La ragazza decide dunque di scappare, senza dire niente a nessuno, per intraprendere un arduo e pericoloso viaggio nella speranza di donare pace alla figlia. Si lega dunque alla schiena una scatola di legno in cui è nascosto il corpo della bambina ed inizia a camminare senza sosta in direzione delle montagne. 

Nel percorso incontra Lince (Ondina Quadri), un ragazzo rozzo e vagabondo, che le offre di essere la sua guida e aiuto nell’ostile territorio del nord in cambio del contenuto della misteriosa scatola da cui non si separa mai. I due, inizialmente diffidenti l’uno nei confronti dell’altra, affronteranno numerose avversità e intesseranno pian piano un legame che li cambierà entrambi. 
Senza svelarvi null’altro sul proseguire della vicenda, vi consigliamo di guardare il trailer del film, qui allegato dal canale Youtube di Nefertiti Film. 

A metà tra la concretezza di un tuffo in un passato storico reale e verosimile e una fiaba visionaria dall’atmosfera ancestrale, Piccolo Corpo di Laura Salmani è un racconto affascinante ed evocativo, che non manca di un’aura di mistero capace di catturare sin da subito lo spettatore. 

Il viaggio di Agata è un vero e proprio viaggio della speranza, quello alla ricerca di un miracolo. Ma si tratta anche di una sfida. Il padre della piccola, compagno della ragazza, le consiglia di farsi una ragione di quanto accaduto, che “ne faranno altri”, di figli. Lo stesso prete le riferisce che la bambina nata morta non avrà mai pace senza battere ciglio; la pratica di recarsi ai santuari è tacciata di stregoneria, malvista da una tradizione cattolica che non è però in grado di dare sollievo alla sofferenza di Agata.
Così la giovane donna parte, da sola, senza aver mai visto la neve, alle volte di un territorio duro ed impervio, sfidando il buonsenso e tutti coloro che le dicono di andare oltre. 

Piccolo Corpo è un vero e proprio viaggio dell’eroina, strutturato con gli stessi topoi delle tradizionali fiabe che conosciamo tutti. La protagonista affronta avversità disparate, con un ambiguo e selvatico compagno di viaggio e nel suo percorso, portando il peso della propria missione – letteralmente – sulle spalle. Agata affronta un mondo che non ha mai visto prima, fatto di altruismo così come di avidità e violenza, di mentori ed avversari, e si ritrova più volte a sfidare senza timore la morte. Ed è attraverso la forza della giovane, il suo attaccamento a ciò che ama, che dall’altra parte il personaggio di Lince matura a sua volta. 

Un duplice racconto di formazione, una fiaba che ci immerge in una tradizione passata, il film di Laura Salmani riesce ad essere sia evocativo che crudo, mentre si muove tra l’interiorità sofferente di una madre in lutto ed un territorio crudele, aspro, che getta i personaggi nell’oscurità e li costringe a crescere.  

Voto: 7,5

Il trailer e la locandina

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