rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
venezia 78

"Qui rido io" di Mario Martone è un prolisso e caotico elogio della parodia

La recensione del nuovo film di Venezia 78 su Eduardo Scarpetta con Tony Servillo e Maria Nazionale

Il nuovo film di Mario Martone, Qui rido io, sbarca a Venezia e divide la critica. C'è chi non ce la fa a restare in sala fino alla fine della proiezione e chi arriva all'ultima scena e si lascia andare a un fragoroso applauso. Dedicato al personaggio di Eduardo Scarpetta, il commediografo italiano interpretato egregiamente da Tony Servillo, che in questa edizione del festival di Venezia appare in ben tre pellicole, Qui rido io è l'espressione massima della napoletanità ma, ancora di più, della profonda ironia della commedia italiana degli anni '40. Mario Martone sceglie di mettere al centro della storia un personaggio eclettico, pieno di sé, impegnativo, una di quelle persone "ingombranti" che non vorresti mai fosse tuo padre perché portare avanti la sua eredità sarebbe un peso eccessivo da sopportare e anche una grande responsabilità. Scarpetta è l'attore comico italiano per eccellenza è un commediografo che sa trasformare qualsiasi situazione in una scusa per far ridere il suo pubblico e che dipende talmente tanto da quegli applausi da avere una paura tremenda che proprio quel pubblico che l'ha reso grande, un giorno, possa abbandonarlo e metterlo in ombra. Scarpetta osa, nella vita come sul palco, se la mangia la vita e non ha mai paura di scendere in campo per far ridere, perché la risata è la salvezza a tutto, anche alla morte. Scarpetta fa parodie, di qualsiasi cosa, perfino di Gabriele D'Annunzio e della sua tragica Figlia di Iorio. Non ha paura di trasformare gli accadimenti in scuse per ironizzare e dare al suo pubblico l'occasione di distogliere l'attenzione dai drammi della vita. Nonostante questo, però, il film pecca di una lunghezza estrema e di un caos che appesantisce la visione. A volte risulta poco chiaro dove vuole andare a parare Martone e quale messaggio vuole che arrivi al suo pubblico. C'è confusione ma Napoli è caos, c'è romanticismo ma Napoli è anche questo. 

La parte più interessante del film sta nell'arringa in difesa della parodia che Scarpetta fa alla fine di Qui rido io per controbattere le accuse di plagio mosse a lui proprio dal poeta vate Gabriele D'Annunzio. Si tratta di un discorso di una potenza comunicativa talmente forte da farci quasi ricredere sulla bellezza di questo film.

Al personaggio di Eduardo Scarpetta dobbiamo tanto, non solo il buonumore provocato dalle sue battute ma anche la creazione di una legge a favore della parodia e del diritto di far ridere e Mario Martone ci ha dato l'occasione di ricordarlo anche se, forse, poteva fare qualcosa in più. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Qui rido io" di Mario Martone è un prolisso e caotico elogio della parodia

Today è in caricamento