"Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli", sorprende il nuovo film Marvel

In attesa degli Eterni e archiviata Black Widow, la fase 4 Marvel prosegue con Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, primo film del Marvel Cinematic Universe (MCU) con un protagonista asiatico. Nei cinema d’Italia dal 1 settembre, il film, diretto da Destin Daniel Cretton, è interpretato dall’ex contabile Simu Liu,  32enne attore cinese affiancato dall’esilarante Awkwafina, Meng'er Zhang, Fala Chen, Florian Munteanu, Benedict Wong, la leggendaria Michelle Yeoh e il grandissimo Tony Leung, attore feticcio di Wong Kar-wai.  

La trama

Shang-Chi vede il convincente Liu negli abiti di un ragazzo suo malgrado costretto a confrontarsi con un passato che pensava essersi  lasciato alle  spalle, a causa di un attacco pianificato dall’organizzazione terroristica dei Dieci Anelli, guidata da suo padre. Otto anni dopo Iron Man 3, Kevin Feige & Co. rilanciano il celebre Mandarino, nel 2013 interpretato da Ben Kingsley, con tutt’altra forza e spessore. Chiamato Wenwu, questo Mandarino è il papà di Shang-Chi, figura millenaria e potentissima che ha addestrato i due amati figli per seguire le proprie orme criminali.  Accecato dalla rabbia, dall’amor perduto e ipnotizzato dagli anelli come un Gollum qualsiasi, Wenwu rischia di sprigionare mostri che porrebbero fine all’umanità. Solo Shang-Chi e sua sorella possono fermarlo…  

Il trailer del nuovo film Marvel "Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli"

Perché sorprende

Meglio di Captain America e di Thor, al pari probabilmente di Doctor Strange. Tra i tanti film ‘introduttivi’ Marvel, Shang-Chi è innegabilmente uno dei migliori, tra i più spettacolari e divertenti, con un’anima che spicca persino nelle scene di combattimento, avvincenti e al tempo stesso sensuali, quasi romantiche. Destin Daniel Cretton e David Callaham, suo co-sceneggiatore, hanno fatto un lavoro di cesello inaspettatamente sorprendente, riscrivendo la storia di Shang-Chi, ricostruendo la leggenda dei 10 anelli (qui diventati bracciali), la genesi di Wenwu. Un coming-of-age supereroistico con Ben Kingsley esilarante sorpresa di ritorno, nel collegare il 2013 al 2021, perché il Marvel Cinematic Universe è sempre più ampio e citazionista.  

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Azione, risate e fantasy

Prima parte dal ritmo forsennato, Shang-Chi si concede scene action di pregevolissima fattura, con coreografie wuxiapian (combattimenti epici tipici della tradizione cinese) di alto livello. Su tutte un clamoroso inseguimento per le strade di San Francisco, con scazzottata all’interno di un bus lanciato a mille all’ora, e un lungo e fascinoso corpo a corpo notturno sul fianco di un grattacielo, appesi a decine di metri d’altezza. Nel momento in cui il nostro eroe torna alle proprie origini la pellicola sembra quasi prendere fiato, assestarsi prima del gran finale, che vola sulle ali del fantasy che si fa folklore cinese, tra dragoni volanti, Leoni guardiani, volpi a nove code, fenici e teneri animali alati  privi di testa, chiaramente pronti ad arricchire il merchandising Disney.   

Awkwafina, sempre più lanciata in quel di Hollywood, è la spalla comica del supereroe, l’amica di una vita che cela probabilmente un amore mai dichiarato. Volto buffo e battuta pronta, la 33enne comica e rapper statunitense, di origini cinesi e coreane, serve ad alleggerire tensione e rianimare gli immancabili momenti di stanca, con andatura goffa e ampio sorriso. Venticinquesimo film MCU, Shang-Chi pecca inevitabilmente in originalità nello sviluppo degli eventi, perché il viaggio dell’eroe vogleriano quello è e quello rimane, ma Cretton ha saputo dargli uno spessore inatteso, un colore a tratti accecante, risultando inaspettatamente coinvolgente. Il fantasy cinese, che ha ampia produzione in patria, sbarca così ad Hollywood, ampliando ulteriormente il già ricchissimo universo supereroistico Marvel.

Voto: 7