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Giovedì, 28 Marzo 2024
Film al Cinema

“Spencer”: un’indagine psicologica nella tragica favola della Principessa Del Galles

Dopo la presentazione al Festival di Venezia 2021, arriva finalmente sugli schermi il ritratto di Lady D fatto da Pablo Larraín con Kristen Stewart. Dal 24 marzo al cinema.

La famiglia reale inglese ha da sempre esercitato un grande fascino in tutto il mondo, forse per l’idea di regalità e apparente perfezione. In fondo le favole fanno sognare proprio questo: grandi castelli, stanze riccamente arredate e atmosfera magica, insomma un sogno. “Spencer”, come si definisce, è una favola tratta da una tragedia vera. Lady Diana è divenuta la figura più popolare legata alla famiglia reale inglese e alla storia del paese, forse persino più della Regina stessa. È stata denominata la Principessa del Popolo, unico membro della casa reale a voler essere in mezzo alle persone e annullare la distanza che la separava da loro. La narrazione che Larraín propone è strettamente biografica, come molti dei suoi film precedenti tra cui Jackie (2016) o Ema (2019). E anche qui non offre un resoconto biografico di eventi, ma si focalizza su momenti cruciali della vita della protagonista e nella loro cornice prova a raccontarne la personalità. È così che in “Spencer” vediamo Diana correre e districarsi tra i corridori, i prati e le stanze labirintiche di Sandringham House durante i tre giorni di Natale. 

In questo teatro il regista - guida e si fa guidare - da una bravissima Kristen Stewart che da voce a sentimenti come il disagio, lo sconforto e l’opprimente asfissia che hanno caratterizzato un periodo della sua vita. Nella famiglia Reale domina il protocollo. Tutto deve essere perfetto, tutto deve essere organizzato nei minimi dettagli: c’è una tradizione da portare avanti. Nella riflessione sulla famiglia Reale è interessante analizzare la lettura che ne fanno il regista e lo sceneggiatore Steven Knight. Tutti quelli che lì lavorano  hanno giurato fedeltà alla Corona. Ciò che emerge quindi è come ogni essere umano sia soprattutto solo un emblema del potere reale. “Loro non ci vogliono persone” dice Carlo il che fa chiedere cosa debbano essere allora. Gusci vuoti divisi a metà? Maschere da indossare come gli abiti per ogni pasto o momento della giornata? “Spencer” rappresenta tutto questo: una riflessione sul mondo regale, sui membri di questa famiglia e di chi non era disposta a cambiare per incasellarsi nel posto a lei assegnato. 

Spencer è un delicatissimo sguardo sulla tristezza di Lady D. con una superba Kristen Stewart

“Spencer”: La trama 

Il giorno della Vigilia di Natale Diana Spencer (Kristen Stewart) è in macchina per raggiungere 
Sandringham House ma nonostante la mappa, si perde. Si rende conto però di essere più vicina a casa di quanto credesse grazie a Spencer, un vecchio spaventapasseri in mezzo ad un campo che da piccola vestiva con i panni del padre. Alla fine arriva in ritardo per la cena, persino dopo la Regina e dopo un “divertente” rituale per misurare quanto si è stati bene durante le feste, inizia il cerimoniale. Gli abiti che deve indossare sono pronti per tutti e tre i giorni; le stanze sono fredde e le persone sono distanti: gli unici su cui può contare sono i figli William e Henry e la confidente guardarobiera Maggie. 

Ma il clima militare che vige nelle cucine e tra i corridoi la fa sentire osservata e controllata, aumentando quella sensazione di inadeguatezza e il desiderio impellente di scappare. 
Trova conforto anche nella lettura della storia di Anna Bolena, moglie di Enrico VIII. Spaventosamente le due hanno molte più cose in comune di quanto Diana credesse e Anna diventa al contempo la consigliera e l’incarnazione delle sue paure e insicurezze. Si sente sempre obiettivo dei fotografi che la cercano per le prime pagine e sotto analisi da parte della famiglia che è pronta a riparare ad ogni suo errore. Fino a quando può reggere sotto questa pressione? Si piegherà senza spezzarsi e romperà la catene o ne rimarrà soggiogata? Non vi sveliamo altro. Qui sotto il trailer del film. 


“Spencer”: amore, shock e risate

Il film è, nell’intenzione del regista, un tentativo di esplorare i sentimenti di Diana e le scelte che l’hanno portata ad allontanarsi dai palazzi reali. Il tono che la pellicola assume è drammatico con velate tinte thriller. Il punto di forza è proprio lo scandagliare la psicologia del personaggio mettendo in scena tutte le sensazioni provate. Tra metafore, simbolismi e scelte registiche, il film trasmette allo spettatore questo caleidoscopio di emozioni. L’incriminante collana di perle diventa un cappio intorno al collo che si stringe sempre di più; gli obiettivi delle fotocamere diventano microscopi che esaminano un insetto e gli sguardi di Carlo e del Maggiore Gregory- interpretato da un granitico e bravissimo Timothy Spall - diventano come i colpi di fucile pronti ad abbattere i fagiani. Questi uccelli eleganti e belli, ma poco furbi. E scatta quindi in Diana un senso di identificazione con essi: si sente gli occhi addosso, continuamente sotto la lente che la esamina, sguardi sotto i quali deve annaspare per non sgretolarsi. Allo stesso modo la sensazione viene resa con una chiusura fisica degli ambienti. Porte, tende tutto aumenta la sensazione di claustrofobia e controllo dalla quale cerca di scappare ogni volta. 

"Spencer", Kristen Stewart è Lady Diana: cosa c'è da sapere sul film di Pablo Larrain 

Kristen Stewart costruisce quello è che decisamente il ritratto più complesso e viscerale di Lady D. Una prima attesa interpretazione c’è stata nella pluripremiata serie Netflix The Crown dove Emma Corrin ha incanalato tutta quella ingenuità e spensieratezza che negli occhi di Kristen Stewart vengono sostituite da un velo di insofferenza. Un sentimento che domina la sua performance e che solo alcune volte però risulta forzato. La regia ne inquadra il viso per dare prova tangibile di questi sentimenti e la segue da dietro mentre scappa tra i corridoi; musiche cariche di tensioni e a volte tribali con sottofondi che sembrano richiamare lo scuotere delle catene, si alternano a suoni melodici ed eleganti. Larraín sfrutta al massimo il significato degli spazi con inquadrature dall’altro di Sandringham, che ne testimoniano la maestosità, o il tavolo da biliardo che divide Carlo e Diana che si allunga così come lo spazio emotivo tra di loro. La Diana che gli spettatori vedono appare come una principessa a cui gli abiti stanno divinamente e che emana una gracile bellezza: unica arma che le rimane per combattere questa sua guerra. Ma lei non è mai stata solo un oggetto da esporre, una valuta, come dice la Regina. Diana è una donna che ha solo bisogno di amore, di spontaneità e risate: quel suono cristallino e limpido la cui eco raramente si sente tra i corridoi dei palazzi. 

Voto: 7,5

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