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Venerdì, 29 Marzo 2024
il duro sfogo

Costanzo, l'appello a Mattarella sul Ddl Zan: "Si renda conto di quanto incivile è questo Paese"

Il giornalista tuona dopo quanto accaduto mercoledì nell'aula del Senato e continua a battersi per i diritti civili

E' indignato Maurizio Costanzo per quanto accaduto mercoledì al Senato. Non soltanto il Ddl Zan è stato affossato, ma in aula c'è stata un'ovazione da stadio decisamente poco consona - oltre che irrispettosa - al luogo istituzionale. Durante il suo programma su R101, Facciamo finta che, il giornalista ha detto la sua: "Avevamo questo disegno di legge Zan che afferma che ognuno può amare chi gli pare e non deve essere insultato, bullizzato, svilito perché è una donna che ama una donna, un uomo che ama un uomo. Io l'ho sempre pensata così ancor prima del deputato Zan".

Costanzo ha contestato anche il voto segreto, tirando in ballo il presidente Mattarella: "Siccome sono riusciti con i franchi tiratori, che se lo tirassero dove dico io, nel segreto dell'urna a far cadere questo disegno di legge, dovremo aspettare sei mesi per essere un po' più civili. Caro presidente Mattarella, nell'ultimo periodo della sua presidenza si renda conto di quanto incivile è questo paese". Parole dure quelle di Maurizio Costanzo, che ha proseguito: "Quando io nel 1982 ho cominciato il Costanzo Show la prima ospite era Eva Robin's. Io spiegai com'era e cioè dalla cintola in su donna e dalla cintola in giù uomo e Paolo Villaggio che era ospite disse subito che era innamorato perdutamente di Eva Robin's. Umberto Bindi dichiarò da me la sua omosessualità piangendo, lo ricorderò finché campo. Io finché continuerò a fare il Costanzo Show - ha concluso - continuerò a dire queste cose, ed è proprio questo che mi ha portato un sacco di giovani che seguono il programma, che seguono la modernità".

Tommaso Zorzi: "Schifosa la reazione al Senato"

Sullo stesso argomento è intervenuto Tommaso Zorzi: "Sono rammaricato da due cose: la prima schifosa è la reazione al Senato, una reazione da vincita dello scudetto. Io mi vergogno - ha detto - Applaudi quando la tua squadra fa gol, applaudi quando tuo figlio prende un bel voto a scuola, ma non applaudi quando sei in un'aula di Senato, pagato per essere lì con i soldi delle tasse, e soprattutto non lo fai a discapito di quelli che si sono sentiti mancare il terreno sotto i piedi. In secondo luogo - ha spiegato ancora l'influencer - il fatto che uomini bianchi, eterosessuali, che si identificano nel loro genere, quindi non persone transessuali, con che coraggio, con che etica possono sindacare su temi che non li riguardano perché loro se non per un gioco politico, per un tira e molla di cui poi fanno sempre le spese i cittadini, possono scegliere cosa o meno è offensivo o discriminatorio, legato all'odio, quando è un problema che non li ha mai toccati?". Zorzi ha parlato anche del suo passato, portando un esempio emblematico: "Ricordo mia nonna, classe 1930, titolo di studio quinta elementare, che appena ha capito come tirava con me mi ha sempre, senza dire una parola, sostenuto". E ha concluso: "Quello schiaffo dell'esultazione è una cosa che non si potrà mai perdonare a tutti quelli che l'hanno fatta e a tutti quelli che non si sono nemmeno presentati perché Renzi è un altro che andrebbe preso e gli andrebbero fatte due domande fatte bene".

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